Giovanni Bosco – Ai soci salesiani: sulla vita consacrata salesiana

Come introduzione alla prima edizione italiana delle Costituzioni salesiane (1875), don Bosco scrisse un’ampia lettera Ai soci Salesiani, per orientarli nell’ interpretazione delle regole e infondere in essi una corretta idea della vita religiosa. Più tardi la rifinì e la ampliò, con l’aiuto del maestro dei novizi don Barberis, per la terza edizione italiana delle Costituzioni (1885). È un documento rilevante dal punto di vista spirituale. “Si può considerare una piccola summa, la più compiuta, di quella che si potrebbe definire la teologia della vita religiosa di don Bosco”. Vi troviamo temi classici sulla vita consacrata, attinti dalle operette spirituali di sant’Alfonso, ma riformulati alla luce dell’esperienza personale: l’importanza di corrispondere con generosità alla volontà di Dio; i mezzi per custodire la vocazione; i vantaggi temporali e spirituali della vita religiosa; il significato dei voti e la loro pratica; la carità fraterna come elemento connotativo della comunità salesiana; il modo di superare i dubbi di vocazione; i difetti da evitare. Da questo documento emerge lo sforzo del fondatore per dare alla nascente Società salesiana un carattere religioso più definito, una struttura “compatta ad intra e ad extra, garantita nella sua stabilità e continuità dall’autorità pontificia e saldamente aggregata intorno al superiore, generale e locale”. La seconda edizione dello scritto (1885) – quella qui riprodotta – denota un allargamento delle tematiche e delle visioni. La vita religiosa viene ancorata saldamente alle sue radici evangeliche. Sono inseriti tre nuovi paragrafi: sull’importanza di seguire la vocazione, sulla carità fraterna e sui rendiconti mensili al superiore della casa. Emerge anche la preoccupazione di configurare un tipo di consacrazione intimamente connessa con la missione specifica e il carisma proprio. Vi troviamo soprattutto una forte accentuazione dell’obbedienza in ordine al lavoro apostolico ed educativo salesiano che, secondo don Bosco, esige unità di direzione e totale consenso collaborativo da parte di tutti. In questa prospettiva va anche intesa l’insistenza sul rendiconto mensile, mirato a rafforzare la solidarietà e la confidente familiarità tra superiore e sudditi, in un clima di carità fraterna e di tensione perfettiva.

  • 224. Ai Soci Salesiani (p. 745) Entrata in religione (p. 745) Importanza di seguire la vocazione (p. 746) Seguire prontamente la vocazione (p. 748) Mezzi per custodire la vocazione (p. 749) Vantaggi temporali (p. 751) Vantaggi spirituali (p. 752) I voti (p. 754) Ubbidienza (p. 755) Povertà (p. 756) Castità (p. 758) Carità fraterna (p. 759) Pratiche di pietà (p. 761) Dei rendiconti e della loro importanza (p. 763) Dubbio sulla vocazione (p. 765) Cinque difetti da evitare (p. 766) Cari Salesiani (p. 767)

Periodo di riferimento: 1875 – 1885

ISTITUTO STORICO SALESIANO, Fonti salesiane 1: Don Bosco e la sua opera. Raccolta antologica, Roma, LAS 2014, 744-767. Ed. critica in RSS 14 (1995) 112-154.

Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano
Istituto Storico Salesiano

Comments are closed.

Proudly powered by WordPress | Theme: Baskerville 2 by Anders Noren.

Up ↑