Filippo Rinaldi – “Giubileo d’oro delle nostre Costituzioni” in “Atti del Capitolo Superiore”

Il 28 dicembre 1922 ricorreva il 3° Centenario della morte di S. Francesco di Sales, il Santo del Ven. Padre D. Bosco, dei suoi Figli e di tutti i Cooperatori ed amici dell’Opera.

I principii educativi della pedagogia salesiana, scriveva Don Albera, sono i medesimi (tanto per S. Francesco come per Don Bosco), la carità, la dolcezza, la famigliarità, il santo timor
di Dio infuso nei cuori: prevenire, impedire il male per non essere costretti a punirlo.

Anche in questo Giubileo non mancheranno certo le manifestazioni esteriori, ma queste
debbono solo servire a fare comprendere, amare e praticare meglio le Costituzioni.
Le Costituzioni, miei cari, sono l’anima della nostra Società, e questa fu l’anima di tutta la vita di D. Bosco; perciò la storia di esse è tutta nella vita di lui. Anzi si può dire che nelle  Costituzioni c’è tutto D. Bosco; in esse il suo unico ideale della salvezza delle anime; in esse la sua perfezione coi santi voti; in esse il suo spirito di soavità, di amabilità, di tolleranza,
di pietà, di carità e di sacrifizio.

Leggendo quelle primitive Costituzioni presentate da Don Bosco a Pio IX nel 1858 (Memorie Biografiche, vol. V, Appendice), sembra di udire la voce del buon Padre che con grande semplicità e chiarezza esponeva ai suoi figliuoli le norme secondo cui voleva che si regolassero: non coercizioni, ma il vincolo della carità fraterna, onde formare un cuor solo per acquistare la perfezione nell’esercizio di ogni opera di carità spirituale e corporale verso i
giovani, specialmente i più poveri, e nella cura delle vocazioni ecclesiastiche; non preoccupazioni per le cose materiali, ma ciascuno, pur conservando i proprii diritti, fosse realmente come se nulla più possedesse; non attaccamento alla propria volontà, ma
obbedienza così filiale al Superiore che questi non abbia neppur bisogno di comandare; non molte pratiche di pietà in comune, ma l’esercizio dell’unione con Dio nella pienezza della vita attiva, che è il distintivo e la gloria dei suoi figli.

Con l’approvazione delle Costituzioni venivano definitivamente sanzionati quei principii nuovi di modernità che egli era stato ispirato di mettere a base di tutto il suo Istituto, che
sono il nostro più prezioso patrimonio, e che l’angelico Pio IX aveva magnificamente intuito e poi riassunto due anni appresso con le memorabili parole dette a Don Bosco in un’udienza accordatagli nella stia stessa camera da letto il 21 gennaio del 1877: « Io credo di svelarvi un mistero: — diceva il Papa — io sono certo che la vostra Congregazione sia stata suscitata dalla
Divina Provvidenza per mostrare la potenza di Dio. 

Queste Costituzioni governano e regolano da 50 anni la Società che, sorta dal nulla qui in Valdocco, moltiplicò le sue tende e si estese per tutto il mondo, in Europa, in America, in Asia, in Africa e in Oceania.

Futura Salesianorum Societatem respicientia: 
“Il dieci Settembre anno corrente ( 1881), giorno che S. Chiesa consacra al glorioso Nome di Maria, i Salesiani raccolti in S. Benigno Canavese facevano gli Esercizi Spirituali. Nella notte del 10 all’11, mentre dormiva, la mente si trovò in una gran Sala splendidamente ornata. Mi sembrava di passeggiare coi Direttori delle nostre Case, quando apparve tra noi un uomo di aspetto così maestoso, che non potevamo reggerne la vista. Datoci uno sguardo, senza parlare si pose a camminare a distanza di qualche passo da noi. Egli era così vestito: Un ricco Manto a guisa di Mantello gli copriva la persona. La parte più vicina al collo era come una fascia che si rannodava davanti, ed una fettuccia gli pendeva sul petto. Sulla fascia stava scritto a caratteri
luminosi: Pia Salesianorum Societas anno 1881, e sulla striscia d’essa fascia portava scritte queste parole: Qualis esse debet. Dieci diamanti di grossezza e splendore straordinàrio erano quelli che ci impedivano di fermare lo sguardo, se non,con gran pena, sopra quell’Augusto Personaggio. Tre di quei diamanti erano sul petto, ed era scritto sopra di uno Fides, sull’altro Spes, e Charitas su quello che stava sul cuore. Il quarto diamante era sulla spalla destra, ed
aveva scritto: Labor; sopra il quinto sulla spalla sinistra leggevasi: Temperantia. Gli altri cinque diamanti ornavano la parte posteriore del Manto, ed erano così disposti: Uno, il più grosso e più folgoreggiante, stava in mezzo come il centro di un quadrilatero, e portava scritto: Obedientia. Sul primo a destra leggevasi: Votum Paupertatis. Sul secondo più abbasso: Praemium. Nella sinistra sul più elevato era scritto: Votum Castitatis. Lo splendore di questo mandava una luce tutta speciale e mirandolo traeva ed attaccava lo sguardo come la calamita tira il ferro. Sul secondo a sinistra più abbasso stava scritto: Ieiunium. Tutti questi quattro ripiegavano i luminosi loro raggi verso il diamante del centro”.

INDICE:

  • Giubileo d’oro delle nostre Costituzioni
  • Nuovi Regolamenti
  • Sogno di D. Bosco: Futura Salesianorum Societatem respicientia

 

Periodo di riferimento: 1924

F. Rinaldi, “Giubileo d’oro delle nostre Costituzioni” in «Atti del Capitolo Superiore» 5 (1924) 23, 174-203.

Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB
Direzione Generale SDB

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