Gianfranco Venturi – «Vivere il mistero dell’Eucaristia». L’Eucaristia tra celebrazione e vita

La liturgia e, in particolare l’Eucaristia, sono il centro di tutta la vita della Chiesa e del cristiano: «La liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui
promana tutto il suo vigore. Infatti […] dalla liturgia, particolarmente dall’Eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli
uomini e quella glorificazione di Dio in Cristo, verso la quale convergono, come a loro fine, tutte le altre attività della Chiesa» (Costituzione liturgica 10).

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Jesús Borrego – “The originality of Don Bosco’s Patagonian missionary enterprise” in “Don Bosco’s place in history”

Borrego in his essay focuses on the missionary enterprise in Patagonia-Argentina undertaken by Don Bosco. The first goals achieved were the construction of churches and schools and the provision of Christian education to young people (especially poor ones). A particular feature of Don Bosco’s missionary strategy was the surprising large participation of the Daughters of Mary Help of Christians.

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Johanna Götsch – «Vita spirituale nel quotidiano». Proposte di vita cristiana in un mondo secolarizzato*

Nella Don Bosco Haus di Vienna opera, fin dall’inizio, un team formato da Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e laici, impegnati in un una feconda esperienza pedagogica e pastorale a vantaggio dei giovani. La casa è stata fondata nel 1986 con l’idea di costruire un ambiente di formazione spirituale per i giovani. È l’unico centro del genere per giovani nella diocesi di Vienna, una città che conta un milione e settecentomila abitanti, dei quali il cinquanta per cento sono cattolici. In questo momento l’équipe è composta da tre Salesiani, tre Figlie di Maria Ausiliatrice, una postulante e una collaboratrice laica.

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Innocenzo Gargano – Ascesi e pratica della “Lectio divina” La scuola di Giovanni Cassiano

Giovanni Cassiano è certamente un ascendente spirituale di prima grandezza nella storia della spiritualità monastica occidentale. I suoi insegnamenti, apprezzati tantissimo anche in Oriente – basti pensare allo spazio che gli viene dato nella tradizione fìlocalica – sono all’origine di tutto ciò che ancora oggi viene offerto ai monaci novizi nei primi mesi della loro formazione iniziale. Per questo motivo, parlando di caratteristiche monastiche del cammino spirituale, mi è sembrato opportuno riferirmi proprio a Cassiano. Dal momento poi che ogni cammino monastico non può prescindere dal collegamento fra ascesi propriamente detta e pratica della Lectio divina, ho scelto di commentare in questa occasione una conferenza, la XTV, di Giovanni Cassiano perché può essere considerata ima sorta di lex fundamentalis dell’intera struttura spirituale monastica. In realtà in questa conferenza cassianea abbiamo una delle sintesi più felici del cammino ascetico monastico cristiano.

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Fausto Perrenchio – «Indossate le armi della luce» Il combattimento spirituale nella Bibbia

“Militici est vita hominis super terroni” (Gb 7,1): così rende (con una lieve forzatura) il testo originale la traduzione latina della Volgata. L’espressione ha avuto fortuna, perché sintetizza bene sia la vicenda di Giobbe, sia quella di altri grandi personaggi della Bibbia: la vita umana è una lotta, un combattimento. Giobbe infatti è il terreno di scontro di una sfida che Satana lancia a Dio: l’uomo è capace di amare Dio gratuitamente? anche quando viene colpito nei beni materiali, negli affetti familiari, nella salute? Dio accetta la sfida e dà mano libera a Satana.

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Johannes Wielgoß,Maria Maul – “L’inserimento delle FMA e dei Salesiani nella realtà dei paesi di lingua tedesca” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

Nella ricerca storica, l’introduzione e conoscenza di don Bosco nell’ambiente tedesco porta la data dell’anno 1883, anno di pubblicazione di un’opera francese, tradotta in tedesco, sulla persona e le opere di don Bosco, da parte del medico dott. Charles D’Espiney. Il suo desiderio di promuovere l’unione dei Cooperatori salesiani lo spinse a scrivere un libretto con la narrazione di fatti riguardanti la vita di don Bosco. Il libretto capitò nelle mani del vescovo Dr. Johannes Laurent, che ne propose la traduzione in tedesco e scrisse una premessa datata “Pasqua 1882”.

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Fabio Attard – Il modello contemplativo della direzione spirituale. Una rassegna bibliografica

L’attuale crescente interesse per la direzione spirituale, ha prodotto una vasta fioritura di libri e di articoli, con sensibilità e accentuazioni variegate, a seconda della prospettiva in cui si collocano i vari autori. Accanto alla prospettiva “classica”, oggi ci pare che emergano due approcci significativi al tema della direzione spirituale. Il primo privilegia un’attenzione storica, mentre il secondo è orientato a riflettere sul vissuto attuale, a beneficio di coloro che si sentono chiamati a questo ministero.

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Jesús Manuel García – Educare i desideri dei giovani per trovare Dio

Sono ancora di grande attualità le parole che la Redemptoris missio diceva descrivendo il nostro tempo: «Il nostro tempo è drammatico e insieme affascinante. Mentre da un lato gli uomini sembrano rincorrere la prosperità materiale e immergersi sempre più nel materialismo consumistico, dall’altro si manifestano l’angosciosa ricerca di significato, il bisogno di interiorità, il desiderio di apprendere nuove forme e modi di concentrazione e di preghiera. Non solo nelle culture impregnate di religiosità, ma anche nelle società secolarizzate è ricercata la dimensione spirituale della vita come antidoto alla disumanizzazione.

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María Esther Posada – Diventare oranti Itinerario di preghiera di Maria Domenica Mazzarello

«Non so dire nulla del suo metodo di orazione … posso però dedurre che era molto avanti nell’intimità con Dio»; «…si vedeva che la meditazione non era limitata al tempo stabilito dalla Regola, ma che continuava a lavorare nel suo spirito».

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Aldo Giraudo – Don Bosco ci insegna a pregare. C’è un nucleo caratterizzante della preghiera salesiana?

Il tema della preghiera in don Bosco potrebbe essere indagato percorrendo strade diverse: don Ceria si è domandato: Quando e come pregava don Bosco? Altri hanno tentato di ricostruirne
la “dottrina”, di ordinare i contenuti dei suoi interventi in uno schema teologico. Pietro Stella, applicando un procedimento storico-critico, ha collocato don Bosco nella storia della religiosità cattolica. Sarebbe possibile anche studiarne l’eredità spirituale, vagliando sfumature e accentuazioni particolari dei vari servi di Dio e beati della Famiglia salesiana, alla ricerca di tratti comuni. Ognuno di questi itinerari ha le sue giustificazioni e i suoi vantaggi.

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Pina del Core – Pregare fa problema? Individuazione di punti chiave e nodi critici

È proprio vero che la preghiera nella vita salesiana oggi fa problema? Perché sembra che sia diventato più problematico di ieri vivere la preghiera, nucleo centrale di ogni vocazione e di ogni spiritualità? La preghiera non è più lo spazio e l’interesse primario che, prima di ogni
altra cosa, crea la comunità e rende feconda ogni attività e missione?

 

Questi ed altri interrogativi si addensano intorno a questa realtà così importante per la vita consacrata salesiana e che sembra “fare problema”. Eppure siamo profondamente convinti che la preghiera, sia nella sua forma individuale che comunitaria, è essenziale se vogliamo attraversare, senza eccessive perdite, la crisi vocazionale – che è soprattutto crisi di fede – che ha investito la cultura e la società in cui siamo immersi.

Indice:

  • 1. Un disagio sommerso e persistente
    • 1.1. Preghiera e relazioni
    • 1.2. Preghiera e spiritualità
  • 2. Alcune difficoltà comuni
    • 2.1. Il rischio della dispersione
    • 2.2. La fatica del rientrare in se stessi
    • 2.3. È solo questione di “attivismo”?
    • 2.4. La fuga dalla solitudine e dal silenzio
    • 2.5. Non saper “perdere tempo”: il tempo delle relazioni e
      dell’ascolto
  • 3. Verso una interiorità “ritrovata”

Periodo di riferimento: 2003

P. Del Core, Pregare fa problema? Individuazione di punti chiave e nodi critici, in «Quaderni di spiritualità salesiana 1», Nuova serie-1, Roma, 2003, 13-28.

Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana
Università Pontificia Salesiana

Pietro Braido – Poveri e abbandonati, pericolanti e pericolosi: pedagogia, assistenza, socialità nell’esperienza preventiva di Don Bosco

Due eventi di diversa portata agli inizi e verso la fine dell’esperienza educativa di don Bosco illuminano alcune fondamentali valenze della sua proposta «preventiva»: assistenziale, pedagogica, sociale. Il primo risale agli anni ‘50 e viene rievocato da uno dei primi «oratoriani», Giuseppe Brosio (1829-1883)1, che verso il 1880 rilascia una testimonianza su una contestazione avvenuta all’Oratorio intorno agli anni ‘50. Il secondo evento è legato a certe campagne giornalistiche degli anni 1882-83 che lanciano contro don Bosco l’accusa di «politico» o «politicante» occulto. Don Bosco non respinge del tutto l’addebito; anzi, non esita a sottolineare in più occasioni la finalità e la portata sociale e politica della sua scelta «educazionista».

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Aldo Giraudo,Cosimo Semeraro,Fabio Attard,Giorgio Zevini,Jesús Manuel García,Juan Picca,Morand Wirth,Octavio R. Balderas,Rafael Vicent – Accompagnare, tra educazione, formazione e spiritualità

Quando parliamo di accompagnamento o di direzione spirituale, ci ricolleghiamo a un’esperienza che nella storia si è espressa in forme molto ricche, articolate e varie. Nell’ambito cristiano l’esercizio sistematico della “direzione spirituale” è iniziato – come sembra – con la vita anacoretica e cenobitica. I primi monaci, quando non esistevano istituzioni e strutture formative, avviavano alla vita monastica e formavano i neofiti affidandoli all’autorità morale e spirituale di un monaco riuscito, riconosciuto come “padre spirituale”. In questo contesto l’accompagnamento spirituale supponeva un rapporto interpersonale ricco e profondo. Un rapporto di paternità spirituale come partecipazione alla paternità di Dio. Anche se la “direzione spirituale” è nata in ragione della formazione dei monaci, non si è ridotta ad essa. Vi sono stati, fin dal principio, cristiani assetati di Dio che andavano dai monaci a chiedere luce. Soprattutto nel Medioevo, con la fondazione degli Ordini mendicanti e dei Terz’ordini, la direzione spirituale si estese ai laici.

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Pietro Braido – Educare è una «missione»

Nella scorsa primavera la Casa editrice «La Scuola» di Brescia ha celebrato il cinquantenario della sua fondazione avvenuta nell’aprile-maggio 1904. Come noto, il sorgere della Soc. An. «La Scuola» è legato ai nomi più illustri del pugnace e fattivo Cattolicesimo bresciano, tra cui emergono le forti personalità di Giuseppe Tovini e di Mons. Angelo Zammarchi, e si riallaccia allo sviluppo e all’azione della «Società della Gioventù Cattolica Italiana» (1868) e dell’«Opera dei Congressi» (sciolta nel 1904). È precisamente dalla III Sezione «Istruzione ed Educazione» dell’Opera dei Congressi che scaturirono iniziative e vigorosi interventi in favore della libertà
della scuola e dell’insegnamento religioso nelle scuole.

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