Questo profilo storico disegna la figura di un santo della Chiesa, don Bosco, ma non è un’agiografia. Nella luce del Santo esso vede l’uomo della storia, e vuol delinearlo coi tratti che, nella vita che egli visse, danno meglio l’idea della grandezza e della bontà di lui; affinché dalla concretezza della realtà scaturisca la persuasione, quasi la sensazione, che nell’uomo straordinario della storia vi è qualche cosa di trascendente, che non può essere se non la santità personale e il segno della mano di Dio.
Don Bosco è un grande ed è un santo, ed è grande perché santo, e non può comprendersene la grandezza senza le ragioni della santità: ma al nostro pensiero di moderni sembra più vero e convincente risalire alla santità dalle prove della vita, anziché spiegare questa coi dati superiori alla natura. Il risultato è pur sempre il medesimo: l’uomo torna al santo; ma, almeno per noi, appare più prossimo e più grande.
Il nostro discorso si rivolge non tanto alla fede dei devoti, quanto alla mente e al cuore di chi vive fuori di quel mondo al quale appartennero i pensieri e per cui sorse l’opera di quel grande, e vuol fare intendere come e quanto e perché egli fu grande.
INDICE
A chi legge (p. v)
- «Don Bosco» nella storia (p. 1)
- Le origini di «Don Bosco» (p. 45)
III. Il divenire di «Don Bosco» (p. 59)
- La personalità di «Don Bosco» (p. 83)
- Il divenire dell’opera (p. 107
- Le grandi imprese (p. 155)
Periodo di riferimento: 1815 – 1888
Alberto Caviglia, «Don Bosco». Profilo storico. Seconda edizione rifusa, Torino, Società Editrice Internazionale 1934.
Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB