Giovanni Bosco – Il Sistema preventivo nell’educazione della gioventù

Il Sistema preventivo nell’educazione della gioventù (1877) è uno dei documenti più importanti e diffusi del fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Si tratta del primo e maggiormente compiuto resoconto – nonostante le sue ridotte dimensioni – che don Bosco abbia compilato del proprio metodo educativo. A questo “trattatello” è apparsa intimamente unita per molto tempo la sua reputazione di “educatore-pedagogo”. Riguardo all’origine del documento, offre alcuni spunti indicativi la cronachetta inedita dell’attento collaboratore di don Bosco: Giulio Barberis. Il 12 marzo 1877, ebbe luogo a Nizza Marittima l’ inaugurazione della nuova sede del Patronage de Saint-Pierre. Don Bosco pronunciò un discorso o exposé, che completò, poco dopo il suo rientro in Italia. Al racconto della festa e al testo del discorso, egli fece seguire un “riassunto” di ciò che riguarda il “sistema d’educazione da noi tenuto, detto preventivo”. Il lavoro costò a don Bosco “vari giorni continui. Lo fece e rifece tre volte e andava quasi lamentandosi di sé per non trovare più i suoi scritti di suo gusto”. Nell’autunno del 1877, la tipografia salesiana di San Pier d’Arena diede alle stampe un libretto che raccoglieva precisamente i materiali riguardanti i fatti di Nizza, “con appendice sul Sistema Preventivo nella educazione della gioventù”. Da quel momento, se ne moltiplicarono le traduzioni, le ristampe e le edizioni. Un lavoro di “circostanza” si convertì, dunque, per la forza dei fatti, in un testo pedagogico d’ interesse generale. Non si sono trovate finora tracce autografe della redazione originaria del fascicolo su Il Sistema preventivo nell’educazione della gioventù. “Nessun dubbio, tuttavia, può sussistere circa la paternità donboschiana dello scritto: al di là della chiara testimonianza di don Barberis è più che sufficiente un’accurata analisi lessicale, sintattica e stilistica del testo, rapportato a scritti paralleli di don Bosco”. Questi, però, non si è proposto di elaborare un trattato pedagogico sistematico né un saggio originale sull’educazione. Egli considera il suo scritto “come l’ indice” di un’opera che pensa di pubblicare. Aggiunge poi che “ due sono i sistemi in ogni tempo usati nella educazione della gioventù: Preventivo e Repressivo”, e si dichiara, senza esitazione alcuna, seguace del primo: il “sistema Preventivo” che “si suole usare” nelle case salesiane, e che – sottolinea – “si appoggia tutto sopra la ragione, la religione, e sopra l’amorevolezza”. L’opera che don Bosco pensava di portare a termine rimase in semplice progetto, ma il fascicolo pedagogico del 1877 è più che un semplice “indice”. Infatti, si riflettono in esso idee e orientamenti del contesto culturale pedagogico del tempo, assimilati e riproposti in maniera caratteristica e originale, inseriti in una genuina tradizione cristiana-cattolica. “Accanto al valore del Sistema preventivo come formulazione di dottrine pedagogiche è anche da ricordare quello nella storia della prassi educativa. Il Sistema preventivo infatti, incorporato al Regolamento della Società salesiana, diviene il documento base per la formazione pedagogica delle giovani scolte, viene commentato e sviluppato già vivente Don Bosco da Don Barberis in appunti di «pedagogia sacra», da Don Francesco Cerruti in brevi saggi e discorsi, dal sacerdote Domenico Giordano in vari scritti pedagogici”. In seguito a un’attenta ricerca, Pietro Braido è giunto a questa conclusione nell’ambito della “piccola storia” del Sistema preventivo: “La sua prima formulazione letteraria esplicita è dovuta a don Bosco, che ne ha attuato e proposto una forma sufficientemente riconoscibile tra altri modelli di «pedagogia». Non si tratta di un sistema perfettamente completo e chiuso; ma è proposta aperta a integrazioni e sviluppi, teoretici e storici, che lo arricchiscono senza sfigurarne gli essenziali lineamenti originari”. Nel 1878, don Bosco inviò al ministro degli Interni Francesco Crispi uno scritto che riprendeva il titolo già utilizzato – Il Sistema preventivo nella educazione della gioventù –. Mettendone in risalto le caratteristiche dei contenuti, lo scritto è stato pubblicato pure con il titolo: Il Sistema preventivo applicato tra i giovani pericolanti (1878)”. Il secondo documento inviato a Crispi era accompagnato da una lettera in cui lo stesso don Bosco segnalava alcuni edifici romani, ritenuti adeguati per la fondazione di un ospizio o internato, nel quale applicare il Sistema preventivo tra i giovani a rischio (“pericolanti”). Diversi paragrafi delle due “versioni del sistema preventivo” coincidono quasi letteralmente; ma le differenze tra le medesime sono rilevanti, sia nell’impostazione generale, sia nei contenuti. Nel fascicolo del 1877 prevale la preoccupazione pedagogica; il sintetico promemoria del 1878 ha, invece, un certo carattere “sociopolitico”, mettendo l’accento sul fenomeno delle trasformazioni sociali che fanno diventare più acuto e minaccioso il problema dei “giovani abbandonati”. Una delle frequenti crisi ministeriali interruppe le pratiche iniziate. Don Bosco presentò il suo “progetto” al nuovo ministro degli Interni Giuseppe Zanardelli; ma, stando alla documentazione fruibile, senza esito positivo. Non è privo d’interesse, tuttavia, l’intento del fondatore della Congregazione salesiana di fare presente il suo metodo educativo negli ambienti laici, tra i ragazzi poveri e “pericolanti”.    

Periodo di riferimento: 1877 – 1878

Istituto Storico Salesiano, Fonti salesiane 1: Don Bosco e la sua opera. Raccolta antologica, Roma, LAS 2014, 433-441.

Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano
Istituto Storico Salesiano

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