Germano Proverbio – La parola di don Bosco

Di don Bosco oggi diremmo che fu “un grande comunicatore”, sia che parlasse ai giovani nei sermoncini della sera, le buone notti, che dall’Oratorio di Torino passarono nella tradizione salesiana, sia che si rivolgesse al grande pubblico che incontrava percorrendo i paesi di Europa, per far conoscere le opere, destinate ai suoi giovani bisognosi. Lo stesso don Bosco scrive d’aver chiesto, divenuto sacerdote, «l’efficacia della parola, per poter far del bene alle anime», e aggiunge: «mi pare che il Signore abbia ascoltato la mia umile preghiera».

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Marques Ieda De Carvalho,Marinho Marly Américo Dos Reis,Terezinha Déa Rímoli De Almeida – O museu da missão salesiana de Mato Grosso, Em Campo Grande. A ciência a serviço da comunidade

Il Consiglio Internazionale dei Musei (ICOM) definisce come un Museo, ogni istituzione permanente e senza scopo di lucro aperta al pubblico che acquisisce, conserva, ricerca ed espone collezioni di oggetti di natura culturale o scientifica per scopi di studio, educazione e intrattenimento. I musei sono stati i responsabili del mantenimento e della trasmissione di una parte significativa del patrimonio culturale.

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Francesco Motto – Salesiani a Roma durante l’occupazione nazifascista (settembre 1943 – giugno 1944)

Nell’ambito degli studi sui Cattolici e la Resistenza, l’«esigenza di disporre di dati quantitativi e accertati e di una documentazione coeva e convalidata dagli opportuni riscontri, al fine di superare un’attività di studio molto spesso in larga parte ancora basata sulla memorialistica e sulla letteratura successiva», è stata recentemente sottolineata nel corso di un convegno nazionale organizzato dall’Istituto Sturzo; convegno nazionale che concludeva cinque convegni interregionali di studio, nei quali si era anche affermato che all’interno del mondo ecclesiastico era «stato fin troppo trascurato dagli storici il ruolo ricoperto dagli ordini e dagli istituti religiosi».

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Antenor De Andrade Silva – Brasil os Salesianos na Tebaida. Uma história que durou 20 anos (1902-1922)

I salesiani, venuti dall’Italia, si stabilirono nel 1900, nella città di San Salvador, capitale dello stato di Bahia. Due anni dopo, fondarono nello Stato di Sergipe, 355 km a nord, una scuola agricola nel luogo chiamato Tebaida, a 18 km dalla capitale dell’Aracaju.

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Yves Le Carrérès – Deux accidents du travail dans les oeuvres salesiennes de Nice et de Paris

Senza dubbio i giorni di gloria delle opere educative sono stati generalmente ben promossi in vari periodici o opuscoli, scritti in occasione di giornate commemorative. Ma le prove che i responsabili di queste opere hanno dovuto affrontare sono rimaste molto spesso nell’ombra.

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Jan Pietrzykowski – Un secolo di presenza di salesiani polacchi fra gli emigranti. Cenni storici.

I salesiani polacchi si incontrarono per la prima volta coi loro connazionali dell’altro emisfero in Argentina, ed uno di loro, don Stanislaw Cynalewski (1866-1932), dedicò tutta la vita all’attività fra gli emigranti. Gli altri dello stesso gruppo solo sporadicamente poterono svolgere il loro servizio pastorale nella lingua della madre patria. Un loro maggiore impegno in questo campo incontrava grandi difficoltà da parte delle autorità della Congregazione, dal momento che allora “essere salesiani” equivaleva sovente ad “essere italiani”.

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Freddy Staelens – La corrispondenza belga di don Bosco. Profilo socio-religioso dei corrispondenti – L’immagine di don Bosco in Belgio

L’intento dello studio è quello di analizzare la corrispondenza intercorsa fra don Bosco e personaggi residenti in Belgio. Si tratta di 220 lettere, scritte fra il 1867 e il 1889, la quasi totalità delle quali furono spedite dal Belgio a Torino prima che i salesiani o le Figlie di Maria Ausiliatrice mettessero colà piede. Solo 23 lettere non sono di cittadini belgi, bensì di don Bosco (18), di altri salesiani di Valdocco (3), di un prete francese (1) e del conte Provana di Collegno (1).

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Francesco Casella – Le richieste di fondazioni a don Michele Rua dal Mezzogiorno d’Italia (1888-1901)

Il periodo preso in esame per questa ricerca ha come termine a quo la morte di don Bosco (1888) e come termine ad quem la richiesta fatta da don Michele Rua (1837-1910) alla Santa Sede della fondazione dell’ispettoria napoletana (1901). Il decreto dell’erezione canonica porta la data del 20 gennaio 1902. Le regioni prese in esame sono ancora quelle continentali dell’Italia meridionale. All’esame della documentazione che occuperà la seconda parte, premettiamo alcuni brevi cenni sulla successione di don Rua a Rettor Maggiore della congregazione salesiana e la sua decisione di fondare l’ispettoria napoletana, sulle case aperte da don Rua nel Mezzogiorno e i suoi viaggi nel sud tra il 1888 ed il 1901 ed alcune indicazioni d’insieme in merito ai documenti delle richieste di fondazioni presentati.

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Ángel Fernández Artime – Come Don Bosco, per i giovani, con i giovani! Bicentenario della nascita di Don Bosco Strenna, 2015

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