L’Epistolario (1874-1903) del missionario salesiano Don Domingo Tomatis è una delle pubblicazioni che l’Istituto Storico Salesiano di Roma ha realizzato, al fine di far conoscere le fonti relative alla Storia delle Missioni Salesiane.
L’Epistolario (1874-1903) del missionario salesiano Don Domingo Tomatis è una delle pubblicazioni che l’Istituto Storico Salesiano di Roma ha realizzato, al fine di far conoscere le fonti relative alla Storia delle Missioni Salesiane.
Il «Don Bosco Institute of St. Joseph in Muri» può da un lato essere considerato un ricco fondo di fonti, dall’altro, tuttavia, questo deve essere descritto come incompleto. Il fatto che la cronaca della casa sia mancante e con essa tutta la corrispondenza e tutti i documenti che possono essere sospettati negli archivi dell’istituzione dimostra di essere un ostacolo per una presentazione completa.
In questa riflessione sulla spiritualità cristiana, l’autore esplora modelli di vita cristiana incentrati sul servizio, come eloquentemente enunciato nel Documento Capitolare (CG23, 178). Continue reading “Riccardo Tonelli – “Una spiritualità di servizio responsabile” in “La dimensione sociale della carità”. Atti della XIV Settimana di Spiritualità della Famiglia Salesiana.”
Don Francesco Bodrato (1823-1880), capo della seconda spedizione missionaria salesiana (1876), si trovò a dover consolidare l’opera salesiana in America, allora ai suoi primi passi. Il suo Epistolario documenta che non mancava di indicare di volta in volta a Torino i vari passaggi attraverso i quali il progetto delle nuove fondazioni si veniva realizzando.
La personalità di don Carlo Maria Baratta (1861-1910), pur nota ad alcuni settori della cultura italiana, non è ancor stata adeguatamente approfondita in tutte le sue dimensioni. L’occasione propizia per colmare tale lacuna storiografica sarà il convegno di studio previsto a Parma nella primavera 1999. “Ricerche Storiche Salesiane” anticipa un inedito profilo del personaggio, redatto verosimilmente nel venticinquesimo anniversario della morte (1935), all’indomani della canonizzazione di don Bosco (1934).
Alla vita della Facoltà teologica nell’Università di Torino per gli anni che vanno dall’Università Imperiale napoleonica alla soppressione (1800-1873) non pare sia stata finora dedicata un’attenzione particolare se si eccettuano gli accenni reperibili in La Chiesa in Piemonte dal 1798 ai giorni nostri (Torino 1887-1904) del canonico Tommaso Chiuso, in qualche memoria sul Seminario o in alcune biografie di membri del clero torinese dell’età della Restaurazione e del Risorgimento.
L’intento dello studio è quello di analizzare la corrispondenza intercorsa fra don Bosco e personaggi residenti in Belgio. Si tratta di 220 lettere, scritte fra il 1867 e il 1889, la quasi totalità delle quali furono spedite dal Belgio a Torino prima che i salesiani o le Figlie di Maria Ausiliatrice mettessero colà piede. Solo 23 lettere non sono di cittadini belgi, bensì di don Bosco (18), di altri salesiani di Valdocco (3), di un prete francese (1) e del conte Provana di Collegno (1).
Senza dubbio i giorni di gloria delle opere educative sono stati generalmente ben promossi in vari periodici o opuscoli, scritti in occasione di giornate commemorative. Ma le prove che i responsabili di queste opere hanno dovuto affrontare sono rimaste molto spesso nell’ombra.
Le texte offre un aperçu de la manière dont les Mémoires de l’Oratoire de Don Bosco ont été composées, mettant en lumière les défis rencontrés lors de leur rédaction.
La storia è sempre ricca di sorprese. Ad oltre un secolo di distanza dalla morte di don Bosco viene ritrovato in provincia di Lecco un cartoncino a stampa, proveniente da Chieri (Torino), con un gruppo fotografico, composto da quattro signore e da un prete con “qualche” somiglianza con don Bosco. Si tratta effettivamente del santo educatore di Torino? E come mai questo ritratto di un don Bosco piuttosto giovane spunta solo ora, dopo che ancora una decina di anni fa sono state condotte accuratissime ricerche un po’ ovunque in Italia e altrove? Perché nell’immensa storiografia su don Bosco non c’è cenno alcuno di tale fotografia?
Torino nel 1862 era da poco la capitale del nuovo regno d’Italia, in attesa però di trasmettere a Roma quel titolo con le relative incombenze; dunque una città sulla quale si addensava una notevole valanga di problemi a vari livelli.
Aumentava la popolazione delle province e si formavano tanti nuovi paesi, piccoli e grandi. Per rispondere ai loro bisogni il presidente Miguel Juárez Celman presentò al Congresso argentino il 15 ottobre 1887 un progetto di creazione delle nuove diocesi de La Plata e di Tucumán.
Con la nota si vogliono presentare alcune delle motivazioni che furono alla base delle richieste, avanzate ai salesiani di don Bosco, di aprire delle opere nei paesi dell’impero asburgico alla fine dell’ottocento e all’inizio di questo secolo. Continue reading “Stanisław Zimniak – “Motivazioni delle fondazioni salesiane nell’impero asburgico” in “Ricerche storiche salesiane””
L’ultimo intervento congressuale mira a promuovere una collaborazione continua attraverso la definizione di impegni concreti per lo studio e la ricerca. Continue reading “Pietro Braido – “Prospettive e iniziative della ricerca su Don Bosco” in “Don Bosco nella storia””
Il tema “Don Bosco e la modernità” offre un interessante punto di vista per valutare il ruolo di Don Bosco nella Chiesa e nella storia italiana. Questo tema è stato affrontato da diversi studiosi, tra cui Francesco Traniello e Piero Bairati. Don Bosco è considerato moderno per il suo metodo educativo che valorizza l’individualità dei giovani e per la sua capacità di adattarsi alle nuove realtà urbane. Continue reading “Pietro Scoppola – “Don Bosco e la modernità” in “Don Bosco nella storia””
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