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- Don Rua: fu il servo fedele
- Credette nella santità di Don Bosco
- Se fosse oggi al timone
- La fedeltà è attuale.
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L’articolo riprende ed amplia quanto già presentato sul fascicolo 22 (1993): la situazione politica, economica, culturale, religiosa della Slovenia nel cinquantennio precedente la prima guerra mondiale, la particolare conoscenza di don Bosco e dell’Opera salesiana che si aveva in quella terra (addetta ad attività rieducative più che educative), l’apertura non facile del collegio di Rakovnik (1901) della casa di Radma (1907) e della scuola agricola/seminario di Werzej (1912), il contributo essenziale dei Cooperatori (sacerdoti, laici, autorità religiose, politico-amministrative).
Due centenari gloriosi dobbiamo poi commemorare nel 1953: il Centenario delle Letture Cattoliche e il Centenario delle Scuole Professionali. Il 17 maggio 1953 sarà un giorno consacrato all’anniversario dell’incoronazione di Maria Ausiliatrice e alla apertura delle solennità giubilari.
Continue reading “Renato Ziggiotti – Feste giubilari salesiane 1953”
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Continue reading “Renato Ziggiotti – Pellegrinaggio dei Cooperatori Salesiani”
In questo studio si presenta il profilo di Don Bosco come guida spirituale, attraverso le lettere che scrisse alla cooperatrice salesiana francese Claire Louvet (1832 -1913). Di questa corrispondenza non disponiamo ancora dell’edizione critica e neppure di studi specifici, tranne il contributo di John Itzaina pubblicato nel 1990, in cui l’autore costata alcuni tratti che rivelano Don Bosco come guida nella vita spirituale, tuttavia quest’aspetto è ancora praticamente tutto da esplorare.
La rievocazione del divenire dell’idea e della realtà dell’oratorio salesiano in Italia abbraccia vent’anni di particolare rilievo nella storia della Chiesa, dello Stato e della Società salesiana. Questa, con i Rettori Maggiori don Filippo Rinaldi e don Pietro Ricaldone, ha una straordinaria crescita in numero di soci e di opere, e notorietà, anche grazie alla beatificazione e canonizzazione di don Bosco.
La “grande guerra” 1914-1918 con gli inquieti anni che la precedettero e la seguirono poteva diventare fatale alla vita degli oratori. Poteva esserlo ancor più in Italia con il gran numero di salesiani alle armi. Ma i responsabili della direzione della Società salesiana, con in capo il Rettor Maggiore don Albera, fecero di tutto perché l’opera tipica di don Bosco non solo continuasse la sua missione, anzi accrescesse la propria vitalità ed anche in numero.
Continue reading “Pietro Braido – L’Oratorio salesiano vivo in un decennio drammatico (1913-1922)”
Attraverso l’opuscolo «Raccolta di vedute delle Missioni salesiane della Patagonia», scritto da Domenico Milanesio nel 1904, si analizza il discorso missionario che l’autore, con intenti propagandistici, tenta di far conoscere ai Cooperatori salesiani onde collaborino alle missioni patagoniche.
Da don Bosco e dai suoi continuatori l’oratorio fu sempre considerato istituzione giovanile primaria non solo cronologicamente. Di essa si tenta in questo contributo di cogliere l’idea e l’immagine in uno spazio geografico e in un segmento temporale, ritenuti privilegiati.
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Come viene concepito l’impegno dei laici nella Chiesa tra Otto-Novecento? E in che modo le indicazioni in merito, del magistero e della riflessione teologica, vengono veicolate alla «base» della Famiglia Salesiana da parte dei superiori della Congregazione? Una prima risposta può essere tentata richiamando anzitutto, per l’epoca in questione: l’ecclesiologia dominante, gli orientamenti del magistero e la concreta azione svolta dal laicato, per passare poi a scorrere il Bollettino Salesiano (BS), indirizzato ai Cooperatori salesiani in gran parte laici, e i testi prodotti dai Congressi Internazionali degli stessi Cooperatori svoltisi tra 1895 e 1920.
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