L’obiettivo di questo contributo è quello di presentare la Confondatrice dell’Istituto delle FMA, santa Maria Domenica Mazzarello, e la sua esperienza educativa a partire dalla lettura delle fonti più antiche.
L’obiettivo di questo contributo è quello di presentare la Confondatrice dell’Istituto delle FMA, santa Maria Domenica Mazzarello, e la sua esperienza educativa a partire dalla lettura delle fonti più antiche.
L’Istituto delle FMA, dalla chiara finalità educativa perché voluto da don Bosco e da Maria Domenica Mazzarello per «l’educazione cristiana delle ragazze dei ceti popolari», ha al suo attivo molte scuole (dagli asili infantili alla scuole normali), collegi, educandati, orfanotrofi, pensionati per studenti, convitti per giovani operaie, oratori.
Tra tutte le opere sopra menzionate, quella dei convitti per giovani operaie s’impose con lo sviluppo dell’industria, specie quella tessile, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
Tra ‘800 e ‘900 molte ragazze crebbero in un collegio. Rispetto agli antichi educandati monastici e alle nuove «case di educazione» laiche, più rare e costose, tra le religiose maturò una democratizzazione dell’utenza insieme a un graduale cambio di impostazione educativa.
La diffusione degli internati fu favorita dalla richiesta crescente di istruzione ed educazione, dalla scarsità delle scuole pubbliche e dalla diffidenza verso la mobilità delle allieve.
L’articolo affronta lo studio dell’esperienza educativa della maestra Maddalena Morano nei primi trent’anni di vita (1847-1878) da lei trascorsi in Piemonte. Sullo sfondo della storia della scuola e dell’istruzione popolare, vengono evidenziati i fattori che contribuirono alla sua maturazione come donna e come maestra a partire dall’ambiente familiare, scolastico e parrocchiale. La riflessione verte inoltre sui tratti del suo stile educativo nel quale convergono doti umane, competenza professionale e coerenza di vita cristiana.
Il saggio è un tentativo di rilettura del mistero di Cristo in prospettiva eucaristica esplicitando alcune linee apostoliche educative coniugate con alcune istanze emergenti dal femminismo contemporaneo più propositivo. Dopo una breve riflessione epistemologica (Un pensare nell’esultanza di generazione in generazione), si considera il mistero dell’incarnazione (Il verbo fatto carne nutre di sé l’umanità), la vicenda missionaria (Abbiamo solo cinque pani e due pesci) e il mistero pasquale (Nella Cena il banchetto universale) di Gesù; si conclude proponendo un compito da svolgere nella direzione della carità/maternità simbolica.
La ricerca, in gran parte basata su fonti inedite, presenta una scuola femminile fondata da don Bosco e ispirata al suo metodo educativo. Essa è una delle prime scuole gestite dalle Figlie di Maria Ausiliatrice vivente la Confondatrice dell’Istituto, Suor Maria Domenica Mazzarello.
L’articolo si propone di verificare se nei principali studi storico-biografici su S. Giovanni Bosco viene considerato l’apporto delle donne all’opera educativa del santo e come viene presentato dagli Autori il rapporto che egli stabilì con il mondo femminile. Vengono soprattutto esaminati i contributi dei primi biografi e di alcuni più noti studiosi contemporanei di don Bosco.
L’articolo si propone di evidenziare l’identità e il ruolo di una figurachiave delle scuole gestite dall’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice fondato da Don Bosco per l’educazione integrale della donna: la consigliera scolastica.
La breve storia dell’Istituto delle FMA nella Slovacchia è strettamente legata a quella della Società salesiana di San Francesco di Sales. È evidente, che nella cornice della preistoria delle due famiglie religiose, don Bosco era conosciuto nell’Impero Ungarico già durante la sua vita.
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Da don Bosco e dai suoi continuatori l’oratorio fu sempre considerato istituzione giovanile primaria non solo cronologicamente. Di essa si tenta in questo contributo di cogliere l’idea e l’immagine in uno spazio geografico e in un segmento temporale, ritenuti privilegiati.
Il manuale del 1908 viene considerato un punto d’arrivo e di partenza significativo che qualifica l’impegno delle Figlie di Maria Ausiliatrice dei primi decenni del Novecento in ordine all’interpretazione delle genuine «tradizioni salesiane» non solo per quanto riguarda la vita religiosa, ma anche per quello che attiene al metodo educativo.
Questo studio sull’origine dell’associazione dell’ex-allieve delle FMA poggia su fonti inedite e su alcuni studi introduttivi. L’indagine intende mettere in risalto in modo documentato alcuni tra gli elementi peculiari dell’associazione sorta nel 1908 a Torino: il terreno in cui essa ebbe origine e attecchì; il ruolo dei diversi soggetti interessati; le strategie comunicative e la raccolta della documentazione per coinvolgere le associate, mantenere vivo il carisma salesiano e diffondere nella società e nelle famiglie il bene compiuto; l’organigramma adottato e le sue funzioni; i destinatari dell’operato e i collaboratori scelti per coadiuvare le promotrici delle iniziative volte a rispondere alle esigenze dei tempi e dei luoghi.
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