Manlio Sodi – Famiglia salesiana in preghiera. Testi per la celebrazione dell’Eucaristia e della Liturgia delle Ore

Scopo del presente volume è di mettere a disposizio­ne i principali testi eucologici e scritturistici, che vengono utilizzati nelle diverse celebrazioni proprie della Famiglia Salesiana. Questi testi possano aiutare tutti i membri della comunità — chiamati a vivere in pienezza il Van­gelo con lo stile proprio del carisma ricevuto — a celebrare le meraviglie del Signore nei suoi Santi e a prolungarne l’impegno nella liturgia della vita.

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Ufficio Stampa Direzione Generale Opere Don Bosco – Elementi giuridici e prassi amministrativa nel governo dell’ispettoria

La Società Salesiana ha percorso, con la corale partecipazione delle comunità e dei confratelli, la strada del rinnovamento, giungendo a concludere la verifica con la riformulazione dei testi fondamentali (Costituzioni e Regolamenti generali) poco più di un anno dopo la promulgazione del Codice di diritto canonico (1983). Sulla scia di questa corrente, il presente lavoro mette in evidenza gli aspetti di carattere giuridico e gli adempimenti normativi principali che regolano la vita e la missione della Società al livello della struttura ispettoriale.

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Ufficio Stampa Direzione Generale Opere Don Bosco – Con Don Bosco ogni giorno. Calendario salesiano

Il presente lavoro in lingua italiana, ristampato con alcuni rinnovamenti rispetto alla 1° edizione, offre spunti giornalieri di argomenti d’attualità ricavati dalla vita stessa di Don Bosco (sogni, avvenimenti ecc.). Queste preziose informazioni biografiche sul fondatore della famiglia Salesiana sono state studiate e raccolte dal confratello belga D. Camillo Adriaensens. 

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Senza autore – Il colle Don Bosco

San Giovanni Bosco nasce il 16 Agosto 1815 a Becchi, rimanendo orfano di padre a soli due anni. Sin da adolescente, la sua fede e vocazione è ben definita, nel 1845 prende il sacerdozio. Durante tutto il percorso sacerdotale si dedica all’associazionismo, fondando tra gli anni 1845-1875 l’Associazione dei Cooperatori salesiani e l’Istituto delle FiglieSanta Maria Ausiliatrice.

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Pietro Braido – «Poveri e abbandonati, pericolanti e pericolosi»: pedagogia, assistenza, socialità nell’«esperienza preventiva» di don Bosco

Due eventi di diversa portata agli inizi e verso la fine dell’esperienza educativa di don Bosco illuminano alcune fondamentali valenze della sua proposta «preventiva»: assistenziale, pedagogica, sociale.
Il primo risale agli anni ’50 e viene rievocato da uno dei primi «oratoriani»,
Giuseppe Brosio (1829-1883)1, che verso il 1880 rilascia una testimonianza su
una contestazione avvenuta all’Oratorio intorno agli anni ’50. Alcuni dei frequentanti si erano sentiti offesi «nell’onore» perché, a loro parere, don Bosco aveva dato loro «del vagabondo e del ladro nei pubblici fogli»: su di essi, infatti, aveva diffuso una circolare per una lotteria «a favore di tanti poveri giovani raccolti nell’Oratorio che andavano vagabondi per le vie e piazze della Città», senza tener conto «che frammezzo a questi vagabondi v’erano anche degli onesti
giovani appartenenti a buone ed agiate famiglie». Tutto potrebbe indurre a un rinnovato approfondimento storico e teorico del «sistema», non offuscato da attuazioni elitarie o «idealizzate». Don Bosco non parte da giovani «selezionati» né arriva ad essi. La sua «esperienza preventiva» tende a diventare «sistema» universale di assistenza, educazione e socializzazione, così com’è stata vista dalla generalità degli osservatori, ammiratori, collaboratori, «cooperatori», biografi. Dalla considerazione dei «giovani più poveri» e
«più pericolanti» egli passa ben presto alla constatazione e alla persuasione che
tutti i giovani in quanto tali, non adulti, non autonomi, dipendenti, in certo senso
«in balia» della società (o privi di «società civile», i «selvaggi»), sono in qualche
modo potenzialmente «abbandonati» e «pericolanti».

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Pietro Braido – L’esperienza pedagogica di Don Bosco

 

II «sistem a educativo» o, più comprensivamente, /’esperienza preventiva di Don Bosco è un progetto, che è cresciuto e si è progressivamente dilatato e specificato nelle più svariate istituzioni e opere realizzate dai molti collaboratori e discepoli. E ovvio che la sua vitalità perativa può essere garantita nel tempo soltanto dalla fedeltà alla legge di ogni autentica crescita: il rinnovamento (l’approfondimento e l’adattamento) nella continuità. Il rinnovamento resta affidato al persistente e ripetuto impegno teorico e pratico dei singoli e delle comunità. È compito sempre aperto. La continuità, invece, può essere assicurata soltanto dall’alacre confronto con le origini. Iniziare al vivificante contatto con le «radici» primitive dell’esperienza preventiva e dei suoi tratti fondam entali è lo scopo della presente
rapida sintesi. Essa, quindi, non intende offrire programmi di azione immediatamente applicabili; ma, semplicemente, descrivere gli elementi originali essenziali, pur storicamente condizionati e limitati, dai quali, soltanto, derivano validità e credibilità progetti presenti e futuri, destinati a spazi e a contesti diversi. E una condizione ineludibile perché possa verificarsi, senza arresti o soluzioni di continuità, la legittima aspirazione di operare «con Don Bosco e coi tempi».

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