Gladys Díaz,Jorge Iván Pérez,Mario Peresson,Mónica Jiménez,Vilma Parra – “Figura de don Bosco en Colombia” in “Percezione della figura di don Bosco all’esterno dell’Opera Salesiana dal 1879 al 1965”

Joaquín Torres – “Iconografia edilizia di don Bosco nella Spagna” in “Percezione della figura di don Bosco all’esterno dell’Opera Salesiana dal 1879 al 1965”

Attraverso lo studio di queste opere d’arte, delle loro origini, partendo dalle iniziative e dai progetti, e notando le modifiche della loro collocazione, lo sviluppo o messa a punto, si è potuto vedere come sia stata percepita la figura di don Bosco in luoghi tanto distinti e tanto distanti, dell’ampia geografia spagnola.

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William John Dickson – “Don Bosco, Trade Union Patron in Scotland: how the Scottish catholic teachers’ guild took don Bosco as their patron” in “Percezione della figura di don Bosco all’esterno dell’Opera Salesiana dal 1879 al 1965”

Sergio Todeschini – “Un grande amico don Bosco raccontato ai ragazzi e ai giovani. L’editoria non salesiana confrontata con quella salesiana dal 1920 fino agli anni ’50” in “Percezione della figura di don Bosco all’esterno dell’Opera Salesiana dal 1879 al 1965”

Lo scopo di questa indagine era quello di vedere come l’editoria laica attraverso un periodo temporale che copre una trentina o poco più di anni, dal 1920 fino agli anni ’50, ha presentato la figura di don Bosco ai ragazzi e ai giovani e quali erano gli aspetti del santo educatore che maggiormente emergevano dalla lettura dei libri per ragazzi non di editoria salesiana.

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Maria Concetta Ventura – “Il “volto” di don Bosco nella stampa italiana non salesiana nel 1888, 1929, 1934″ in “Percezione della figura di don Bosco all’esterno dell’Opera Salesiana dal 1879 al 1965”

In occasione del bicentenario della nascita, è parso utile un accostamento alla figura di don Bosco attraverso la stampa non salesiana, cattolica e laica o laicista, con uno sguardo a tutta la Penisola per cogliere gli elementi che più colpivano l’immaginario collettivo, in positivo e in negativo, e quelli che ne hanno fatto un santo conosciutissimo e venerato anche fuori dalla Famiglia Salesiana.

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Bogdan Kolar – “Il Santo per il nostro tempo. L’immagine di Don Bosco tra gli sloveni fino al 1934” in “Percezione della figura di don Bosco all’esterno dell’Opera Salesiana dal 1879 al 1965”

Tre fattori sono stati decisivi per la formazione dell’immagine di san Giovanni Bosco tra gli sloveni: 1) la stampa, sia quella salesiana sia altra, è stata una fonte di informazioni sugli avvenimenti nel mondo cattolico, tuttavia, i redattori sloveni non si sono limitati a trasmettere o riassumere le notizie, ma le hanno corredate delle loro interpretazioni e comprensioni; 2) i contatti personali, più frequenti a partire dal 1894; 3) la corrispondenza tra don Bosco e i Cooperatori salesiani sloveni.

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Francesco Casella – “Il Mezzogiorno d’Italia e le istituzioni educative salesiane. Richieste e Fondazioni (1879-1922). Fonti per lo studio”

La società salesiana tra ottocento e novecento ha posto le sue radici nel Mezzogiorno d’Italia; chiamata, pregata, supplicata da decine e decine di personalità ha risposto positivamente in numerose occasioni, lasciando il segno in vari settori della vita religiosa e sociale.

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Eugenia Meardi – “Don Michele Rua e la casa-madre di Nizza Monferrato”, in “Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”.

La casa-madre di Nizza Monferrato – erede riconosciuta, continuatrice e centro di diffusione del carisma del fondatore, a cui egli stesso conferì un solido impianto culturale – negli anni in cui fu sede del consiglio generalizio (1879- 1929), ebbe un ruolo di primo piano nella storia dell’istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e quindi rapporti privilegiati con il rettor maggiore don Michele Rua, specialmente da parte della madre, Caterina Daghero, e del suo consiglio. Continue reading “Eugenia Meardi – “Don Michele Rua e la casa-madre di Nizza Monferrato”, in “Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”.”

Guillermo Luis Basañes – “Prefazione” in “Storia e identità salesiana in Africa e Madagascar. Questioni di conservazione del patrimonio culturale”

Sebbene non sia stato don Bosco a spedire i primi membri della Famiglia Salesiana (i SDB e le FMA), il suo interesse per l’Africa è documentato; senza dubbio ci aveva pensato tante volte e ciò fu decisivo per i suoi successori.

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Amador Anjos – “Os salesianos em Moçambique primeira fase (1907-1913) – Escola e missão”, in “L’Opera Salesiana dal 1880 al 1922. Esperienze particolari in Europa, Africa, Asia”.

Na utilização das fontes tivemos em vista chamar a atenção para as vicissitudes por que passaram os salesianos no breve espaço de tempo entre 1907 e 1913, durante o qual trabalharam na Escola de Artes e Ofícios (ilha de Moçambique) e, desde 1909, na vizinha missão (território continental), localizada primeiro na Mochélia, junto ao rio Monapo, e depois na vizinha localidade de Lunga. Continue reading “Amador Anjos – “Os salesianos em Moçambique primeira fase (1907-1913) – Escola e missão”, in “L’Opera Salesiana dal 1880 al 1922. Esperienze particolari in Europa, Africa, Asia”.”

Jorge Atarama Ramírez – “Aporte de los salesianos a la educación técnica en Arequipa (1891-1924)” in “L’opera salesiana dal 1880 al 1922. Significatività e portata sociale”

El presente trabajo es un estudio sobre el aporte salesiano a la educación técnica en Arequipa. El motivo que me llevó a introducirme en este campo de la investigación fue el contraste que existe entre los especialistas en educación e historiadores: los primeros reconocen un aporte importante de los Salesianos en el campo educativo, por el contrario, los historiadores casi no hablan de los Salesianos, haciéndolos desaparecer del horizonte histórico.

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Leonardo Andrade Acosta – “Escuelas profesionales salesianas, promoción educativa artesanal: Cartago-Costa Rica (1907-1924)” in “L’opera salesiana dal 1880 al 1922. Significatività e portata sociale”

Las Escuelas Salesianas de Artes y Oficios de Costa Rica no surgieron como una fundación previamente estudiada y técnicamente estructurada con personal administrativo y docente pleno, con programas y reglamentos acabados, como es propio de las fundaciones que nacen «grandes». Estas escuelas nacieron sin altivez, teniendo como modesta cuna el Hospicio de Huérfanos de Cartago.

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