In questo articolo viene messa in risalto come l’iniziativa d’amore di Dio, che è all’origine dell’esperienza di vita consacrata viene percepita dall’individuo come un appello, un invito che attiva e coinvolge tutte le dimensioni della personalità.
In questo articolo viene messa in risalto come l’iniziativa d’amore di Dio, che è all’origine dell’esperienza di vita consacrata viene percepita dall’individuo come un appello, un invito che attiva e coinvolge tutte le dimensioni della personalità.
In questo articolo viene presentato l’itinerario storico spirituale di Rosetta Marchese, settima superiora Generale delle Famiglie di Maria Ausiliatrice, come un “esistenza teologica” che permette di cogliere, nel tipico realismo di una vocazione genuinamente salesiana, la crescita graduale verso un’esperienza mistica.
L’autore riporta il contributo di Don Giuliano Barberis, il primo maestro dei novizi delle società salesiana, il quale, attraverso i suoi insegnamenti, mostra la continuità tra la spiritualità cattolica classica, l’esperienza di Don Bosco, la sua proposta spirituale fatta ai giovani e la vita quotidiana dei salesiani, manifestando i gradi di perfezionamento a cui essa può ascendere.
In questo articolo, Jack Finnegan descrive il nuovo profilo mistico, la persona che, attingendo all’esperienza spirituale e sacrale, ridefinisce la propria esistenza al fine di dedicarsi attivamente al proprio contesto socio-culturale.
In questo articolo l’autore si interessa di comprendere come Don Bosco si sia accostato spiritualmente all’Eucarestia. Dai sui scritti emergono interessanti delucidazioni, Don Bosco viene descritto come portatore della pietà cattolica del suo tempo, incarnando i valori cristiani e teologici dell’epoca che hanno dato sostegno al suo vissuto interiore fatto di tensioni emotive e una spiccata sensibilità romantica, la quale trova la sua concretizzazione nella vita pratica.
In questo articolo l’autore mette in rilievo come al centro della vita ecclesiale vi sia l’Eucarestia, attorno alla quale ruotano diverse pratiche religiose della vita consacrata, tra cui la consacrazione, la comunione e la contemplazione.
Nella Don Bosco Haus di Vienna opera, fin dall’inizio, un team formato da Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e laici, impegnati in un una feconda esperienza pedagogica e pastorale a vantaggio dei giovani. La casa è stata fondata nel 1986 con l’idea di costruire un ambiente di formazione spirituale per i giovani. È l’unico centro del genere per giovani nella diocesi di Vienna, una città che conta un milione e settecentomila abitanti, dei quali il cinquanta per cento sono cattolici. In questo momento l’équipe è composta da tre Salesiani, tre Figlie di Maria Ausiliatrice, una postulante e una collaboratrice laica.
Va crescendo il numero dei laici che, a vario titolo e con ruoli complementari, sono partecipi della missione educativa di don Bosco accanto ai Salesiani e alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Occupati a tempo pieno in qualità di insegnanti, educatori professionali, dirigenti scolastici, operatori pastorali, istruttori sportivi, oppure in attività di volontariato educativo e pastorale, adulti e giovani partecipano alla missione salesiana sui fronti più diversi e ne condividono gli ideali, lo stile e il metodo.
Quando Laura del Carmen Vicuña conclude la sua vicenda terrena, il 22 gennaio 1904, ha 12 anni, 9 mesi e 17 giorni. Breve il tempo di vita che le è stato regalato e ancora più breve quello entro il quale ha maturato e portato a pieno compimento il cammino della sequela Christi. Nonostante le limitazioni dovute al tempo e all’età, la Chiesa non ha esitato a riconoscere le virtù eroiche da lei vissute e a proporla come modello di vita cristiana soprattutto ai giovani e, il 3 settembre 1988, l’ha proclamata beata.
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Teresa di Gesù Bambino nasce il 2 gennaio 1873 e muore il 30 settembre 1897. Alla fine dell’anno 1894 Teresa scopre la sua «piccola via» verso la santità. Nel gennaio del 1895 incomincia la redazione della sua autobiografia con quello che viene chiamato il Manoscritto A. Il 9 giugno del 1895 Teresa si offre come «vittima di olocausto all’amore misericordioso».
Giovanni Cassiano è certamente un ascendente spirituale di prima grandezza nella storia della spiritualità monastica occidentale. I suoi insegnamenti, apprezzati tantissimo anche in Oriente – basti pensare allo spazio che gli viene dato nella tradizione fìlocalica – sono all’origine di tutto ciò che ancora oggi viene offerto ai monaci novizi nei primi mesi della loro formazione iniziale. Per questo motivo, parlando di caratteristiche monastiche del cammino spirituale, mi è sembrato opportuno riferirmi proprio a Cassiano. Dal momento poi che ogni cammino monastico non può prescindere dal collegamento fra ascesi propriamente detta e pratica della Lectio divina, ho scelto di commentare in questa occasione una conferenza, la XTV, di Giovanni Cassiano perché può essere considerata ima sorta di lex fundamentalis dell’intera struttura spirituale monastica. In realtà in questa conferenza cassianea abbiamo una delle sintesi più felici del cammino ascetico monastico cristiano.
“Militici est vita hominis super terroni” (Gb 7,1): così rende (con una lieve forzatura) il testo originale la traduzione latina della Volgata. L’espressione ha avuto fortuna, perché sintetizza bene sia la vicenda di Giobbe, sia quella di altri grandi personaggi della Bibbia: la vita umana è una lotta, un combattimento. Giobbe infatti è il terreno di scontro di una sfida che Satana lancia a Dio: l’uomo è capace di amare Dio gratuitamente? anche quando viene colpito nei beni materiali, negli affetti familiari, nella salute? Dio accetta la sfida e dà mano libera a Satana.
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