Una volta un giornalista chiese al filosofo storico e sociologo tedesco Jürgen Habermas, cosa pensasse della “postmodernità”.
Una volta un giornalista chiese al filosofo storico e sociologo tedesco Jürgen Habermas, cosa pensasse della “postmodernità”.
La vita di Domenico Savio (1859) e i profili biografici di Michele Magone (1861) e Francesco Besucco (1864) sono tra i documenti pedagogici più significativi di don Bosco, efficaci rappresentazioni narrative delle convinzioni e della pratica formativa del santo, nel primo ventennio di attività nell’Oratorio di Torino. Offrono gli elementi essenziali per comprenderne il messaggio educativo: la religiosità come centro unificante e vitalizzante; la comunanza paterna e fraterna di vita dell’educatore con gli allievi; l’intreccio dinamico di amore, letizia e impegno; l’efficacia del coinvolgimento attivo dei giovani nella comunità. Continue reading “Aldo Giraudo – Le “Vite” di giovani scritte da don Bosco”
Il missionologo Juan Bottasso ha parlato del contesto ecclesiale nel quale è iniziata e si è sviluppata l’opera di Bolla, mettendo in evidenza la novità del suo modello missionario
La teologa e antropologa Anna Meiser, docente presso l’Istituto di Etnologia dell’Università «Albert Ludwig» a Friburgo, ha illustrato lo stile di presenza e di azione evangelizzatrice di Yánkuam’ tra gli Achuar.
Luis Bolla (Yáankuam’), missionario salesiano nella Selva Amazzonica (Schio 1932 – Lima 2013). Affascinato dall’esperienza di Charles de Foucauld, nel 1971 dopo 10 anni di lavoro pastorale a Taisha tra gli Shuar dell’Ecuador, ottenne di potersi stabilire come ospite tra gli Achuar di Wichim, nella selva amazonica ecuadoriana. Continue reading “Luis Bolla – Giornata di studio sul missionario salesiano Luis Bolla (Yánkuam’)”
In questa lettera, il Rettor Maggiore Paolo Albera scrive a riguardo della prima guerra mondiale, di Mons. Giovanni Cagliero e di pedagogia.
Continue reading “Paolo Albera – Un mazzetto di notizie care”
L’articolo fa parte di uno studio interdisciplinare sul legame tra gratitudine ed educazione.
Accostare la figura e l’opera di Giovanni Bosco con il tema dell’educazione alla gratitudine non e certamente una forzatura. Nella sua vicenda umana e spirituale, infatti, la dimensione della gratitudine ha un ruolo centrale.
L’articolo fa parte di uno studio interdisciplinare sul legame tra gratitudine ed educazione.
Nella storia e nella tradizione riguardanti la fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice la nota consegna di san Giovanni Bosco: “Il vostro Istituto dovrà essere il monumento vivo della gratitudine di don Bosco alla gran Madre di Dio, invocata sotto il titolo di Aiuto dei cristiani”, ha connotato un aspetto imprescindibile del modo di essere e di agire delle FMA, la loro identità e missione educativa.
L‘articolo è estratto dalla pubblicazione degli atti del Convegno internazionale e interculturale promosso dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” (1997).
L’esperienza “preventiva” di don Bosco nacque da preoccupazioni morali e religiose di un prete, sollecito della salvezza eterna e temporale di giovani e adulti. Essa si è acuita a Torino già nei primi anni ’40 dinanzi all’“emarginazione” di giovani in difficoltà o a rischio di differenti categorie: carcerati o ex carcerati, “corrigendi” o ex-corrigendi, immigrati stagionali o stabili, ragazzi e ragazze “pericolanti” a rischio o già “sulla strada”, “pericolati/e” (di queste ragazze aveva avuto conoscenza diretta al Rifugio della Barolo), analfabeti o esposti al proselitismo valdese, garzoni e artigiani potenziali vittime di società operaie e mutue di tendenza laica, studenti in pericolo di finire in scuole di ispirazione laicistica o massonica.
L‘articolo è estratto dalla pubblicazione degli atti del Convegno internazionale e interculturale promosso dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” (1997).
L’intento della relazione, al di là di ogni pretesa esaustiva, è quello di focalizzare la proposta di educazione preventiva delle FMA, mettendo in evidenza le ispirazioni, le scelte prioritarie, le fatiche, le prospettive.Dopo una breve introduzione di carattere storiografico, si presenta l’esperienza educativa di Maria Domenica Mazzarello a cui segue un excursus sulle interpretazioni date al “sistema preventivo” nell’Istituto.
L’obiettivo che stiamo cercando in questa ricerca è quello di avvicinarci a una panoramica del lavoro sviluppato in campo scientifico dagli educatori salesiani del primo periodo in Uruguay, e di approfondire il significato e le ragioni che li hanno portati ad avventurarsi in questa attività.
In Brasile, la pedagogia è influenzata da una doppia corrente, che proviene dall’Europa, a cominciare dal lavoro dei gesuiti e da quello che proviene dagli Stati Uniti. Quindi la parola educazione ha un doppio significato, non sempre percepito dagli autori e dalla legislazione.
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