Aldo Giraudo – Don Bosco ci insegna a pregare. C’è un nucleo caratterizzante della preghiera salesiana?

Il tema della preghiera in don Bosco potrebbe essere indagato percorrendo strade diverse: don Ceria si è domandato: Quando e come pregava don Bosco? Altri hanno tentato di ricostruirne
la “dottrina”, di ordinare i contenuti dei suoi interventi in uno schema teologico. Pietro Stella, applicando un procedimento storico-critico, ha collocato don Bosco nella storia della religiosità cattolica. Sarebbe possibile anche studiarne l’eredità spirituale, vagliando sfumature e accentuazioni particolari dei vari servi di Dio e beati della Famiglia salesiana, alla ricerca di tratti comuni. Ognuno di questi itinerari ha le sue giustificazioni e i suoi vantaggi.

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Joseph Gevaert – Venga il tuo Regno! L’amore personale per Dio alimenta la preghiera e sostiene l’azione

In un libro, uscito nel 1993 (Catechesi e cultura contemporanea. L’insegnamento della fede in un mondo secolarizzato), Joseph Gevaert si diceva molto preoccupato e reagiva contro alcune tendenze presenti nella catechesi e nella pastorale, che riducono il cristianesimo ad una specie di nobile etica e vedono Gesù Cristo quasi unicamente sotto il profilo del servizio verso il prossimo, dimenticando totalmente il suo prioritario rapporto con Dio.

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Otto Wahl – Assistenza: una parola chiave del metodo educativo di Don Bosco di grande rilevanza biblica. Quaderni di spiritualità salesiana 1.

Il concetto “assistenza”, che si trova al centro della prassi salesiana e che ha avuto un posto così rilevante nella vita e nell’insegnamento di San Giovanni Bosco, non è propriamente esclusivo del suo metodo educativo.

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Pina del Core – Pregare fa problema? Individuazione di punti chiave e nodi critici

È proprio vero che la preghiera nella vita salesiana oggi fa problema? Perché sembra che sia diventato più problematico di ieri vivere la preghiera, nucleo centrale di ogni vocazione e di ogni spiritualità? La preghiera non è più lo spazio e l’interesse primario che, prima di ogni
altra cosa, crea la comunità e rende feconda ogni attività e missione?

 

Questi ed altri interrogativi si addensano intorno a questa realtà così importante per la vita consacrata salesiana e che sembra “fare problema”. Eppure siamo profondamente convinti che la preghiera, sia nella sua forma individuale che comunitaria, è essenziale se vogliamo attraversare, senza eccessive perdite, la crisi vocazionale – che è soprattutto crisi di fede – che ha investito la cultura e la società in cui siamo immersi.

Indice:

  • 1. Un disagio sommerso e persistente
    • 1.1. Preghiera e relazioni
    • 1.2. Preghiera e spiritualità
  • 2. Alcune difficoltà comuni
    • 2.1. Il rischio della dispersione
    • 2.2. La fatica del rientrare in se stessi
    • 2.3. È solo questione di “attivismo”?
    • 2.4. La fuga dalla solitudine e dal silenzio
    • 2.5. Non saper “perdere tempo”: il tempo delle relazioni e
      dell’ascolto
  • 3. Verso una interiorità “ritrovata”

Periodo di riferimento: 2003

P. Del Core, Pregare fa problema? Individuazione di punti chiave e nodi critici, in «Quaderni di spiritualità salesiana 1», Nuova serie-1, Roma, 2003, 13-28.

Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana
Università Pontificia Salesiana

Aldo Giraudo,Cosimo Semeraro,Fabio Attard,Giorgio Zevini,Jesús Manuel García,Juan Picca,Morand Wirth,Octavio R. Balderas,Rafael Vicent – Accompagnare, tra educazione, formazione e spiritualità

Quando parliamo di accompagnamento o di direzione spirituale, ci ricolleghiamo a un’esperienza che nella storia si è espressa in forme molto ricche, articolate e varie. Nell’ambito cristiano l’esercizio sistematico della “direzione spirituale” è iniziato – come sembra – con la vita anacoretica e cenobitica. I primi monaci, quando non esistevano istituzioni e strutture formative, avviavano alla vita monastica e formavano i neofiti affidandoli all’autorità morale e spirituale di un monaco riuscito, riconosciuto come “padre spirituale”. In questo contesto l’accompagnamento spirituale supponeva un rapporto interpersonale ricco e profondo. Un rapporto di paternità spirituale come partecipazione alla paternità di Dio. Anche se la “direzione spirituale” è nata in ragione della formazione dei monaci, non si è ridotta ad essa. Vi sono stati, fin dal principio, cristiani assetati di Dio che andavano dai monaci a chiedere luce. Soprattutto nel Medioevo, con la fondazione degli Ordini mendicanti e dei Terz’ordini, la direzione spirituale si estese ai laici.

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Roberto Carelli – “Ha fatto tutto lei”. La Madonna nell’esperienza spirituale di don Bosco

Don Bosco è uno di quei santi che meglio hanno messo in luce la figura di Maria come elemento centrale e non periferico del disegno di Dio, e hanno dimostrato con la prova dei fatti che la devozione mariana è una dimensione costitutiva e non accessoria della fede. Non lo ha fatto sul piano teorico, riflessivo, teologico-spirituale, ma su un piano pratico, testimoniale, educativo-pastorale. Lo sconfinato affetto e l’illimitata fiducia di don Bosco nei confronti di Maria ci sembrano una singolare realizzazione di quell’universale sentimento che fin dalle origini il popolo cristiano tributa a colei che è Madre di Dio e Madre della Chiesa. Continue reading “Roberto Carelli – “Ha fatto tutto lei”. La Madonna nell’esperienza spirituale di don Bosco”

Paolo Ripa di Meana – Un “bel tipo di padre”. Don Bosco nella predicazione del card. Anastasio Ballestrero

Il cardinale Ballestrero, noto per la solidità degli interventi magisteriali (omelie, predicazioni di esercizi spirituali, discorsi diversi), non scriveva i suoi testi: i suoi discorsi erano frutto di una previa meditazione interiore, una vera e propria ruminatio, dalla quale scaturiva un discorso fecondo e profondo. Il presente studio si fonda, dunque, su alcune trascrizioni fatte da registrazioni dal vivo: la lettera pastorale al clero della diocesi di Torino San Giovanni Bosco, sacerdote di Cristo e della Chiesa (1988); due omelie fatte in Maria Ausiliatrice il 31 gennaio 1988 e 1989; un corso di esercizi spirituali agli Ispettori Salesiani del 1987: Don Bosco prete per i giovani. Continue reading “Paolo Ripa di Meana – Un “bel tipo di padre”. Don Bosco nella predicazione del card. Anastasio Ballestrero”

Andrea Bozzolo – La “forma di santità” di don Bosco. Lettura teologica delle deposizioni nei processi di beatificazione e canonizzazione

Lo studio ha lo scopo di delineare la forma di santità che emerge nei processi di beatificazione e canonizzazione di san Giovanni Bosco attraverso un’ermeneutica teologica delle deposizioni fatte dai testimoni. Con l’espressione forma di santità si intende mettere inevidenza due elementi strettamente uniti: la natura della santità cristiana (la sua identità teologale) e la sua espressione del tutto originale nel vissuto del singolo santo. La santità è l’incontro riuscito tra l’infinita novità di Dio e la libertà di un soggetto storico che si apre alla forza rinnovatrice dell’evento pasquale e accetta di diventare un “uomo nuovo”. Continue reading “Andrea Bozzolo – La “forma di santità” di don Bosco. Lettura teologica delle deposizioni nei processi di beatificazione e canonizzazione”

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