La storia delle istituzioni sorte a scopo di insegnamento per opera di congregazioni
religiose è molto ricca e complessa.
La storia delle istituzioni sorte a scopo di insegnamento per opera di congregazioni
religiose è molto ricca e complessa.
«Maria, aiutatemi». Con queste due semplici parole, vergate con mano pesantissima in calce ad un foglio di appunti di mons. Lorenzo Gastaldi, don Bosco svelava la profonda angoscia e la forte preoccupazione per il futuro che gravavano sul suo spirito in quel mese di maggio del 1867, allorché seppe che un suo libretto, Il Centenario di S. Pietro Apostolo, correva il rischio di finire nell’elenco dei libri proibiti dalla Chiesa.
«L’atteggiamento di Don Bosco nei confronti di quei fatti ch’egli stesso chiamò sogni è ancora in buona parte da scandagliare e da scoprire […] E tuttavia che certi sogni appartenessero, nell’estimazione di Don Bosco, alla categoria dei doni speciali di Dio, è fuori dubbio: certe previsioni di morti, certi pronunziamenti sul futuro d’individui, d’istituzioni, di nazioni avevano in lui all’origine talora un sogno che era a suo giudizio diverso dagli altri».
Don Bosco si impegnò a scrivere le sue Memorie dell’Oratorio nel 1873 quando, per le preoccupazioni quotidiane di un’opera ormai multipla, furono aggiunti i problemi causati dalla necessità di far approvare la sua Regola dalla Santa Sede. Ha dovuto rifare il suo testo tenendo conto delle osservazioni della Congregazione dei Vescovi e dei Regolari, preparare un memoriale storico e giustificare le sue scelte, alcune delle quali in disaccordo con la congregazione.
Torino nel 1862 era da poco la capitale del nuovo regno d’Italia, in attesa però di trasmettere a Roma quel titolo con le relative incombenze; dunque una città sulla quale si addensava una notevole valanga di problemi a vari livelli. In generale si potrebbe dire che essa era alla ricerca di una nuova identità, tenuto conto che quella acquisita un anno prima era votata a annullarsi in tempi che si presumevano brevi, e quella originaria, di capitale dello Stato sabaudo, era irrimediabilmente caduta per la scelta risorgimentale che il Piemonte aveva fatto. Si tratta – a pensarci bene – di un dramma profondo, destinato a scuoterla fin nei recessi più nascosti.
Nella commemorazione dei 100 anni di presenza salesiana a Siviglia, – Casa Provinciale della Santissima Trinità, 1893-1993 -, ho potuto sentire la consegna del vescovo, allora arcivescovo Marcelo Spinola, alla Famiglia salesiana (Ep 15) e, di cui Era orgoglioso di farne parte.
Il periodo preso in esame è, forse, il più significativo per quanto riguarda il coinvolgimento di don Bosco nell’attività assistenziale e educativa: esso è immediato, totale, esclusivo. Il sistema preventivo nasce in questa esperienza diretta. Il passaggio tra gli anni ’50 e ’60 rappresenta da questo punto di vista una svolta. In seguito egli sarà assorbito in misura crescente in attività che lo sottrarranno in parte all’impegno educativo immediato, che sarà svolto più direttamente dai suoi collaboratori.
Aumentava la popolazione delle province e si formavano tanti nuovi paesi, piccoli e grandi. Per rispondere ai loro bisogni il presidente Miguel Juárez Celman presentò al Congresso argentino il 15 ottobre 1887 un progetto di creazione delle nuove diocesi de La Plata e di Tucumán. La commissione del senato incaricata dello studio del progetto propose che, per le stesse ragioni, si creasse la diocesi di Santa Fé. Il progetto fu approvato al senato senza discussione e il 25 novembre si creavano per legge le diocesi de La Plata, Tucumán e Santa Fé. Toccava al potere esecutivo la determinazione delle diocesi alle quali sarebbero state incorporati i vari territori federali.
Con la nota si vogliono presentare alcune delle motivazioni che furono alla base delle richieste, avanzate ai salesiani di don Bosco, di aprire delle opere nei paesi dell’impero asburgico alla fine dell’ottocento e all’inizio di questo secolo. Il breve saggio ci permetterà di vedere l’acquisita percezione delle finalità della società salesiana e l’immagine che essa aveva sia presso gli ecclesiastici che presso i laici cattolici nei territori considerati.
Continue reading “Stanisław Zimniak – Motivazioni delle fondazioni salesiane nell’impero asburgico”
Il 12 aprile 1846, Don Bosco — dopo aver iniziato l’opera sua nella sacrestia di S. Francesco d’Assisi e di aver pellegrinato, durante cinque anni, al Rifugio, a S. Pietro in Vincoli, a S. Martino dei Molassi, a casa Moretta, al prato dei fratelli Filippi — giungeva finalmente alla tettoia Pinardi, al luogo destinato dalla Divina Provvidenza a essere la culla e la Casa Madre di tutte le Opere Salesiane.
Continue reading “Pietro Ricaldone – Il primo Centenario della Casa Madre”
Si avvicinano le Feste Natalizie e Don Ricaldone desidera giunga la sua parola di paterno affetto, di augurio, di benedizione. Gli preme invitare a innalzare lo sguardo al Cielo, perchè da esso scende tra armonie di pace, quel Gesù che a tutti porta amore e salvezza.
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