Paolo Ripa di Meana – Un “bel tipo di padre”. Don Bosco nella predicazione del card. Anastasio Ballestrero

Il cardinale Ballestrero, noto per la solidità degli interventi magisteriali (omelie, predicazioni di esercizi spirituali, discorsi diversi), non scriveva i suoi testi: i suoi discorsi erano frutto di una previa meditazione interiore, una vera e propria ruminatio, dalla quale scaturiva un discorso fecondo e profondo. Il presente studio si fonda, dunque, su alcune trascrizioni fatte da registrazioni dal vivo: la lettera pastorale al clero della diocesi di Torino San Giovanni Bosco, sacerdote di Cristo e della Chiesa (1988); due omelie fatte in Maria Ausiliatrice il 31 gennaio 1988 e 1989; un corso di esercizi spirituali agli Ispettori Salesiani del 1987: Don Bosco prete per i giovani. Continue reading “Paolo Ripa di Meana – Un “bel tipo di padre”. Don Bosco nella predicazione del card. Anastasio Ballestrero”

Andrea Bozzolo – La “forma di santità” di don Bosco. Lettura teologica delle deposizioni nei processi di beatificazione e canonizzazione

Lo studio ha lo scopo di delineare la forma di santità che emerge nei processi di beatificazione e canonizzazione di san Giovanni Bosco attraverso un’ermeneutica teologica delle deposizioni fatte dai testimoni. Con l’espressione forma di santità si intende mettere inevidenza due elementi strettamente uniti: la natura della santità cristiana (la sua identità teologale) e la sua espressione del tutto originale nel vissuto del singolo santo. La santità è l’incontro riuscito tra l’infinita novità di Dio e la libertà di un soggetto storico che si apre alla forza rinnovatrice dell’evento pasquale e accetta di diventare un “uomo nuovo”. Continue reading “Andrea Bozzolo – La “forma di santità” di don Bosco. Lettura teologica delle deposizioni nei processi di beatificazione e canonizzazione”

Stefano Mazzer – «Tu non hai più padre». Orfanezza e paternità nell’esperienza spirituale di don Bosco a partire dalle “Memorie dell’Oratorio di san Francesco di Sales”

Lo studio affronta un aspetto poco indagato, nelle implicanze teologico-spirituali del carisma di don Bosco, che è l’intreccio continuo tra l’esperienza di orfanezza e quella di paternità nella storia del santo, così come viene restituita dalle autografe “Memorie dell’Oratorio”, per individuarne alcuni spunti teologico-spirituali. Continue reading “Stefano Mazzer – «Tu non hai più padre». Orfanezza e paternità nell’esperienza spirituale di don Bosco a partire dalle “Memorie dell’Oratorio di san Francesco di Sales””

Pietro Braido – Educazione ecumenica

Non c’ è anno tra gli ultimi che si apra con tante sollecitazioni e aspirazioni di accordi e di intese universali come il 1960. Non è solo il fatto che la terra si fa sempre più piccola nell’ orizzonte dischiuso da ardite conquiste umane, acquisite o prospettate. Poiché i problemi di comprensione vicendevole tra gli uomini non sono per questo resi più facili. Le barriere che si creano sul piano delle intelligenze e della volontà sono molto meno frantumatili di quelle
che può rapidamente dissolvere un’alluvione o costruire e rafforzare la tecnica.

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Pietro Braido – Teddy-boys di sempre

La stampa non è venuta meno al suo dovere. Ha gridato all’allarme. Ha creato un’opinione; ed ogni tanto la rinnova. Non le mancano i fatti, talvolta anche tragici. Poi, com’è giusto e buono, tace. Altri problemi grandi e minuti l’impegnano altrove: altri avvenimenti, conferenze, incontri, cronache mondane con gli abituali divorzi e le separazioni, immancabili all’appuntamento quotidiano come i delitti e le disgrazie stradali. Si tratta, ancora, spesso di «teddy-boys», più attempati, più dignitosi, più « giudiziosi ». Sono adulti, persone per bene, uomini capaci e di
grandi iniziative. Per qualcuno, ad esempio, non è nemmeno cattiva azione involare ad un altro la moglie legittima, abbandonando la propria e reciprocamente.

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Pietro Braido – Insegnanti e educatori

Non c’è da stupirsi che nell’agitarsi delle questioni educative e scolastiche, le discussioni oscillino quasi prevalentemente tra due poli: alunni e insegnanti, giovani e adulti. In una delle fasi più torride, anche climaticamente, si è parlato e scritto molto, polemicamente, di «gioventù bruciata» o di «teddy-boys» e di «somari in cattedra». Sono seguite immediatamente le giuste e doverose rettifiche, le riserve, le smentite. I «giovani d’oggi», nella gran massa, nella quasi totalità, sono come furono sempre, un impasto di virtù, di positive speranze, di belle energie, inscindibili da difetti, debolezze e incertezze preoccupanti.

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Pietro Braido – Tecnica pedagogica e primato dello spirituale

In clima idealistico fu di moda irridere alla metodologia pedagogica e didattica, facilmente scambiata con il «pedagogismo» e il «didattismo». E si dimenticò, forse, che da quando ci fu educazione, essa non potè attuarsi, nel nostro piccolo mondo umano, fatto di umili cose, di brevi gesti, di incerte parole, se non con elementari mezzi di comunicazione, che potevano esprimere realtà grandi, assolute, ma non erano essi stessi nè grandi nè assoluti.

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Pietro Braido – Ritorno alle “idee di Dio” sulla famiglia

«Siccome tutto si deve riportare alla legge e alle idee di Dio, perchè si ottenga una generale e stabile restaurazione del matrimonio, dobbiamo considerare di primaria importanza che i fedeli siano ben istruiti circa il matrimonio, a voce e con lo scritto, non una volta sola e superficialmente, ma spesso e con sodezza, con argomenti chiari e solidi, in modo che queste verità s’imprimano bene nell’intelletto e penetrino fino al fondo al cuore».

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Pietro Braido – Una politica della gioventù

Nel discorso programmatico pronunciato dal Capo del Governo italiano il 2 agosto u. s. ci ha colpito tra gli altri un impegnativo riferimento ai giovani: «La politica della scuola deve poi avere un coronamento in una politica della gioventù. Essa scaturirà dalle politiche dei Ministeri della Pubblica Istruzione, del Lavoro, della Difesa, dell’Interno, del Turismo e dello Spettacolo, della Sanità, se esse saranno con opportuno coordinamento, volte a offrire ai giovani il migliore
ambiente e le più serene prospettive di formazione civica, di istruzione professionale, di lavoro, di ricreazione, che riaprano il cuore dei giovani alla speranza, e li inseriscano come forze rinnovatrici nella vita nazionale».

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Pietro Braido – Nuovi orizzonti di pedagogia familiare

Quando sorgono problemi giovanili di particolare gravità o attualità — stampa e divertimenti, cinema e televisione, scuola e ambiente di lavoro, costume pubblico e delinquenza minorile — è spontaneo e inevitabile il riferimento alla famiglia. Ma non è meno inevitabile, spesso, la tentazione dello scetticismo e il sospetto che il ricorso rischi di apparire platonico e formale. Esiste veramente — dappertutto e sempre — la famiglia con la mentalità, con la sensibilità, che le presta o le vorrebbe prestare il teorico, il moralista, il giurista, l’educatore? La famiglia capace di rivendicare precisi diritti e, soprattutto, consapevole di ben definiti compiti e in grado di chiederne a se stessa, o a chi spetta, l’attuazione?

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Pietro Braido – Incidenze educative dei mezzi audiovisivi

L’aspetto educativo, com’è naturale, venne particolarmente sottolineato nella XXXV Settimana Sociale dei Cattolici italiani, svoltasi a Siena dal 23 al 29 settembre sul tema: «Le incidenze sociali dei mezzi audiovisivi». Opportunamente, nelle relazioni e negli interventi non si parlò soltanto di preservazione e di difesa, ma anche e soprattutto di utilizzazione e di arricchimento
in funzione della persona umana, specialmente nelle fasi più decisive dello sviluppo: nell’ambito della vita familiare e nel mondo giovanile. In queste direzioni, non unilaterali nè facilmente evasive, potrà, quindi, orientarsi la fattiva meditazione degli educatori, in linea anche con alcune delle «conclusioni» più notevoli dal punto di vista pedagogico.

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