Grazia Loparco – “L’apporto educativo delle Figlie di Maria Ausiliatrice negli educandati tra ideali e realizzazioni (1878-1922)”, in “L’educazione salesiana dal 1880 al 1922. Istanze ed attuazioni in diversi contesti Volume I”

Tra ‘800 e ‘900 molte ragazze crebbero in un collegio. Rispetto agli antichi educandati monastici e alle nuove «case di educazione» laiche, più rare e costose, tra le religiose maturò una democratizzazione dell’utenza insieme a un graduale cambio di impostazione educativa.

La diffusione degli internati fu favorita dalla richiesta crescente di istruzione ed educazione, dalla scarsità delle scuole pubbliche e dalla diffidenza verso la mobilità delle allieve.

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Kamila Novosedlikova – L’attività delle FMA della Slovacchia nel travagliato periodo 1940-1950

Il saggio intende offrire una concisa esposizione dell’attività educativa ed apostolica dalla fondazione della prima presenza delle FMA in Slovacchia nel 1940 fino alla soppressione delle loro opere a favore delle giovani ad opera dei comunisti, nel 1950.

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Marinko Ivankovic – Le vicende dei Salesiani e delle loro istituzioni educative in Croazia 1941-1960

I salesiani in Croazia avviarono le attività educative in circostanze politiche e sociali molto difficili. I primi arrivarono nella regione durante la monarchia austroungarica, quando la Croazia come stato indipendente non esisteva ancora. Giunsero a Rovinj nel 1913, prima dello scoppio della Grande guerra e a Rijeka (Fiume) nel 1918 alla fine della prima guerra mondiale. Erano tutti salesiani italiani. A Rovinj e a Rijeka viveva una notevole minoranza nazionale italiana.

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Franz Schmid – L’influenza dei nazionalsocialisti sui concetti pedagogici e sulla prassi educativa dei Salesiani di Don Bosco e delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Austria

Lo stato delle fonti è insoddisfacente. Negli anni della maggiore tensione e
del più grande pericolo, la consultazione delle Cronache e la cura degli Archivi
non soddisfano le esigenze degli storici. Un numero imprecisato di documenti è
andato perso con lo scioglimento delle strutture, o è stato distrutto a causa della guerra.

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Jesùs-Graciliano Gonzàlez Miguel – L’educazione Salesiana negli anni particolarmente difficili della II Repubblica Spagnola (1931-1936)

L’ACSSA Spagnola ha risposto al tema proposto dalla Presidenza dell’ACSSA per il Seminario Europeo di Cracovia sull’educazione salesiana nei tempi difficili con uno studio di insieme dei SDB e delle FMA. In questa nota vogliamo precisare:

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Johannes Wielgoß – Assistenza educativa Salesiana sotto l’influsso della dittatura nazionalsocialista. L’esempio della “Eduardstift” di Helenenberg

L’Ispettoria germanico-austriaca dei salesiani di don Bosco, durante il periodo
della dittatura nazionalsocialista (1933-1945), ebbe due case a Helenenberg
e Marienhausen che erano Istituti di assistenza educativa. L’illustrazione della
loro storia, per lo spazio di tempo di cui sopra e la ricerca del ritrovamento delle
fonti, è rimasta fino ad oggi molto insoddisfacente.

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Lorenzo Macario – “L’ambiente, fattore educativo”, in “Progetto Educativo Pastorale”

Il giovane fin dal primo istante di vita cresce necessariamente già in una società, sia pure minuscola, una famiglia, almeno di fatto anche se non sempre tale dal punto di vista morale, psicologico, giuridico, pedagogico. Il giovane cresce anche inevitabilmente in un contesto sociale più vasto: la piccola comunità che lo circonda oltre la famiglia, la comunità locale, regionale, statale, supernazionale, la grande famiglia a cui è irrevocabilmente legato.

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Riccardo Tonelli – “Comunità educativa”, in “Progetto Educativo Pastorale”

Sulla esigenza di educare in termini di comunità educativa c’è oggi un largo consenso.

Se però ci guardiamo attorno con attenzione critica, costatiamo che le realizzazioni concrete della comunità educativa sono tutt’altro che omogenee. Il passaggio dalla sensibilità generica alla prassi viene infatti filtrato dalla visione antropologica e teologica di coloro che, nelle istituzioni formative, di fatto detengono già la responsabilità educativa formale.

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Lorenzo Macario – “L’esperienza, mezzo educativo”, in “Progetto Educativo Pastorale”

Il fatto educativo si presenta come rapporto dinamico tra persone, in un contesto ambientale, sociale, culturale: genitori e figli, insegnanti e alunni, educatori ed educandi; società familiare, civile, religiosa, professionale e sudditi, fedeli, membri, generazione adulta e generazione immatura.

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Natale Zanni – “Professionalità”, in “Progetto Educativo Pastorale”

Le osservazioni fatte nel presente paragrafo non sono sufficienti per esaurire il discorso sulla professionalità. Ci permettono però di rilevare in primo luogo che il termine esprime una realtà dinamica, un qualcosa che varia, che si arricchisce con il tempo.

Non è perciò pensabile poter acquisire tutto a 20/30 anni, ma è necessario continuare a confrontare quanto acquisito con osservazioni, rilievi che via via vengono fatti da studiosi dei problemi che caratterizzano l’ambiente educativo.

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Carlo Nanni – “Educazione”, in “Progetto Educativo Pastorale”

Nella storia umana c’è stato sempre un tempo per allevare, formare, educare. Tuttavia l’emergenza del fatto educativo sembra essere una caratteristica dell’età moderna, concomitante all’affermazione della centralità dell’uomo nel cosmo, all’accentuazione delle sue capacità operative e trasformatrici del reale mediante la ragione, la scienza, la tecnica.

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Chiara Giaccardi – Giovani, media digitali e sfide educative

Il mio intervento si sviluppa in una premessa e quattro passaggi:
La premessa riguarda alcuni luoghi comuni di cui liberarsi se si vogliono affrontare le sfide educative che l’ambiente digitale ci pone.
Il primo passaggio riguarda la concezione del digitale come ambiente anziché strumento: contiene una sintetica rassegna delle principali insidie che questo ambiente presenta per i giovani, soprattutto rispetto alle questioni dell’identità e delle relazioni.

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