Don Bosco es reconocido en Colombia como santo, sacerdote y taumaturgo pero sobre todo como el gran educador y maestro de la juventud vulnerable y necesitada.
Don Bosco es reconocido en Colombia como santo, sacerdote y taumaturgo pero sobre todo como el gran educador y maestro de la juventud vulnerable y necesitada.
Il sistema educativo di Don Bosco ha suscitato un notevole interesse in Germania, attirando l’attenzione di pedagogisti e studiosi fin dalla sua vita. Questo interesse è testimoniato dalle numerose citazioni e analisi presenti in opere di storia della pedagogia e in vari studi accademici tedeschi. Recentemente, due volumi hanno arricchito ulteriormente la comprensione del pensiero pedagogico di Don Bosco: “Pädagogik der Vorsorge” curato da Kurt Gerhard Fischer e “Pädagogische Visionen und Reflexionen” curato da Franz Pöggeler.
Questa operetta è divisa in tre parti.
La pedagogia di Don Bosco mira a una formazione integrale del giovane, finalizzata a creare “buoni cristiani e onesti cittadini”. Pur centrata sull’educazione religiosa, essa integra nella pratica quotidiana le necessità attuali e soggettive dei giovani, connettendosi così alle sfide contemporanee dell’educazione socio-politica. Questa forma di educazione non si limita alla politica sociale in senso stretto, ma comprende anche le dimensioni sociali e politiche della società, mirando a migliorare le condizioni di vita e promuovere la giustizia sociale.
Negli ultimi decenni, le trasformazioni radicali nei costumi e nella cultura sessuale, oltre che nelle metodologie educative, richiedono una rilettura dell’eredità pedagogica di Don Bosco per gli educatori salesiani. In passato, un rigido codice morale sostenuto dal consenso sociale si concentrava sull’interdizione dei comportamenti esterni riprovati, mentre oggi prevale una cultura permissiva che vede la sessualità come un’espressione personale o un bisogno fisiologico da esercitare liberamente. Questa nuova situazione presenta sfide e opportunità per l’educatore salesiano, che deve educare i giovani a una gestione umana e cristiana della sessualità e dell’amore.
Nel decorso del passato autunno per motivo del sacro ministero mi sono recato in un paese dove udii a raccontare cose che mi parvero assai interessanti di una giovinetta.
Si riporta il saluto della Segretaria Generale dell’Istituto delle FMA ai partecipanti al Convegno Internazionale di Storia dell’Opera Salesiana.
Questo documento esplora il concetto di libertà nel contesto educativo, con particolare riferimento alla pedagogia salesiana. La libertà è vista come un principio fondamentale, una condizione essenziale e un metodo centrale dell’educazione. Il testo discute come la pedagogia moderna e i movimenti educativi del XX secolo abbiano elevato la libertà a fondamento e obiettivo dell’educazione, affrontando le antinomie tra autorità e libertà, disciplina e spontaneità. La contestazione giovanile degli anni Sessanta ha rivelato la connessione tra autoritarismo sociale e pratiche educative.
Questo documento discute il cambiamento profondo nelle prospettive educative e pastorali, evidenziando i limiti dei tradizionali processi educativi e pastorali in ambito salesiano. Due principali limitazioni sono individuate: l’individualismo e la settorialità. L’educazione si è concentrata troppo sull’individuo, mentre la socializzazione giovanile era facilitata da istituzioni come la famiglia e la scuola, senza considerarle come luoghi di esperienza collettiva dei valori. La pastorale giovanile ha seguito una prassi simile, con approcci individuali piuttosto che collettivi. Inoltre, l’educazione era spesso settoriale e non integrata con il contesto sociale più ampio.
L’articolo esplora l’importanza della comunicazione interpersonale nell’educazione, sottolineando come la creazione di un’atmosfera positiva sia essenziale per superare le divergenze sociali e promuovere relazioni autentiche.
Il volume contiene un glossario di voci e locuzioni italiane antiquate, di termini dialettali, latini, stranieri o comunque di oscura accezione, reperibili nelle Memorie Biografiche e, nelle Memorie dell’Oratorio, nell’Epistolario e nelle Opere Edite. Continue reading “Natale Cerrato – Il linguaggio della prima storia salesiana. Parole e luoghi delle «Memorie biografiche di Don Bosco»”
Molti eventi nascono in forza della memoria o per rafforzare la memoria, come il Bicentenario della nascita di don Bosco.
“Stare allegri, fare il bene e lasciar cantare i passeri”. Questo detto di Giovanni Bosco è diventato una parola magica.
Il merito sicuro di questo saggio di Sabino M. Palumbieri è di essere riuscito a mettere in luce l’anticipazione, il precorrimento dei tempi, che contrassegna, nella semplicità carismatica della vita e nella sostanzialità di alcune intuizioni di fondo, la riconquista di Don Bosco di quella nuova consapevolezza dei rapporti umani (e del fatto educativo che ne è il paradigma sperimentale) della quale le filosofie dell’umanesimo personalistico del nostro secolo sono state le espressioni logicamente elaborate e la testimonianza esistenziale contro lo smarrimento nichilistico dell’età della tecnica.
Continue reading “Sabino Palumbieri – Don Bosco e l’uomo nell’orizzonte del personalismo”
Mi è sommamente gradevole lo zelo di varie pie persone di far ristampare quella parte del mio opuscoletto “L’educazione moderna” che tratta della carità del venerando D. Bosco.
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