In questa lettera Don Paolo Albera racconta della sua udienza privata con il pontefice Benedetto XV, il quale mostrò la sua paterna benevolenza nell’accoglierlo. Egli di tutto si mostrò informato, e mentre visibilmente manifestava la sua paterna compiacenza per l’attività instancabile che i Figliuoli e le Figliuole di Don Bosco vanno svolgendo a benefizio di tanta gioventù, con singolare tratto di bontà voleva conoscere le difficoltà di vario genere che, oggi sopratutto, si oppongono allo sviluppo e all’efficacia dell’opera provvidenziale del Venerabile Padre. Per Don Bosco, il Papa era una sorgente inesauribile di attività e di bene: dal Papa egli attingeva il coraggio indomito nelle sue sante imprese, la costanza incrollabile nel fare il bene, anche quando ostacoli sopra ostacoli gli attraversavano la via. Continue reading “Paolo Albera – Udienza Pontificia – Preghiera a Maria SS. Ausiliatrice – Onoranze giubilari a S. Giuseppe”→
Nei primi anni settanta, allorché la Società salesiana viveva un felice momento di espansione oltre i confini piemontesi, grazie anche alle numerose vocazioni che vi affluivano, don Bosco, con il gruppo delle Figlie di Maria Immacolata raccolte a Mornese attorno a Maria Domenica Mazzarello (1837-1881), diede vita all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. In tempi rapidi esso, approvato dall’Ordinario diocesano e aggregato alla Società salesiana, si diffuse in Italia e all’estero. Di tale fondazione femminile pubblichiamo cinque documenti. Continue reading “Giovanni Bosco – Documenti della fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice”→
L’accessibilità dell’archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Suprema Congregazione del Sant’Uffizio) ha consentito di illuminare gli antecedenti dell’autonomia giuridica dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), che comportava la separazione dai Salesiani (1906), grazie alla disponibilità di alcune fonti inedite, ritrovate e qui pubblicate. Il periodo si concentra in particolare tra il 1901 e il 1904. Si tratta principalmente della Relatio et votum (1902) del redentorista Willem Marinus van Rossum, consultore del S. Uffizio, e di due altre relazioni redatte per la Congregazione dei Vescovi e Regolari (VV. e RR.), che supportano l’esito della valutazione.
Le lettere circolari di don Bosco ai Salesiani e alle Figlie di Maria Ausiliatrice sono piccoli capolavori di spiritualità. In esse il santo esprime la sua vigorosa visione della vita consacrata: con i voti ci si dona totalmente al Signore, pronti ad affrontare con forza d’animo fatiche e difficoltà pur di guadagnare anime a Dio, disposti a seguirlo sulla via delle tribolazioni fino alla morte se necessario. In tale prospettiva il salesiano e la salesiana sono esortati a rimanere fermi nella loro vocazione; a fuggire lo spirito del mondo; a praticare l’obbedienza e la povertà con magnanimità; a coltivare l’unione con Dio e la confidenza coi superiori; a sopportare serenamente, con fortezza ogni disagio pur di “salvare anime”; ad osservare esattamente le regole. Continue reading “Giovanni Bosco – Lettere circolari ai salesiani e alle Figlie di Maria Ausiliatrice”→
Queste brevi corrispondenze, redatte in forma dimessa e familiare, contengono semplici consigli di vita spirituale. Don Bosco conosce i suoi destinatari, il loro carattere, i loro difetti, le condizioni in cui lavorano. Con senso pratico li invita a concentrarsi su atteggiamenti concreti, essenziali per alimentare l’attaccamento alla vocazione salesiana, il costante orientamento del cuore a Dio e la carità. Continue reading “Giovanni Bosco – Lettere personali a salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice”→
Il primo documento contenuto in questa parte (n. 225) è il testo regolamentare più antico che possediamo. Fu scritto in bella copia dal chierico Michele Rua tra 1858 e 1859, a partire da un abbozzo precedente di don Bosco, che non è stato conservato. Da questa stesura si diramano tutte le altre redazioni costituzionali fino al documento definitivo del 1874.
La vita di don Giovanni Bosco e lo sviluppo del suo stile educativo si collocano inizialmente nel mondo rurale piemontese intessuto di tradizioni cattoliche secolari. I cambiamenti realizzati durante la sua vita e le scelte educative da lui via via operate, come il passaggio fondamentale dagli oratori ai collegi, denotano tuttavia un adattamento allo sviluppo della società liberale e laica dell’Italia durante il processo di unificazione.
Diversi furono, invece, i decenni posteriori del passaggio tra Ottocento e Novecento, caratterizzati da grandi e profondi mutamenti a livello mondiale, i quali suscitavano in molti l’aspettativa di un mondo nuovo proiettato nella direzione di un progresso illimitato sotto la spinta dello scientismo positivistico. Per un verso o per l’altro, il passaggio dei secoli sembrava anticipare a preparare un mondo intrinsecamente diverso dal passato. In questo contesto si trovò ad operare la prima generazione salesiana in un processo di espansione intercontinentale.
Video lezione di sintesi sul contesto e il pensiero pedagogico salesiano della prima generazione
La linea di fondo nel periodo in questione è di essere un altro don Bosco. Don Michele Rua, nella prima lettera da Rettor Maggiore don Rua esplicita il suo programma: “Noi dobbiamo stimarci ben fortunati di essere figli di un tal Padre. Perciò nostra sollecitudine dev’essere di sostenere e a suo tempo sviluppare ognora più le opere da lui iniziate, seguire fedelmente i metodi da lui praticati ed insegnati, e nel nostro modo di parlare e di operare cercare di imitare il modello che il Signore nella sua bontà ci ha in lui somministrato. Questo, o Figli carissimi, sarà il programma che io seguirò nella mia carica; questo pure sia la mira e lo studio di ciascuno dei Salesiani”.
Le risorse del periodo organizzate geograficamente
Bibliografia selezionata:
Albera P. – Gusmano C., Lettere a don Giulio
Barberis durante la loro visita alle case d’America (1900-1903), Introduzione, testo critico e note a cura
di Brenno Casali, LAS, Roma 2000.
Allievo, G., Studi
pedagogici in servigio degli studenti universitari delle scuole normali e degli
istituti educativi, Tipografia subalpina S. Marino, Torino 1893.
Allievo, G., La nuova scuola pedagogica ed i suoi pronunciamenti, Carlo Clausen, Torino 1905.