A cavallo dell’Ottocento e Novecento avvennero le prime fondazioni salesiane nei paesi di lingua tedesca. Ivi si verificò un rapido propagarsi dell’opera di don Bosco tra le due guerre mondiali.
A cavallo dell’Ottocento e Novecento avvennero le prime fondazioni salesiane nei paesi di lingua tedesca. Ivi si verificò un rapido propagarsi dell’opera di don Bosco tra le due guerre mondiali.
Scorrendo i numerosi interventi contenuti nei tre ponderosi volumi dedicati all’attività dei Salesiani nel mondo dal 1888 al 1922 (“L’Opera Salesiana dal 1880 al 1922. Significatività e portata sociale“, a cura di F. Motto. Roma, LAS 2001), ritroviamo un tema che ricorre molto spesso e che potremmo intitolare: “Giovani e formazione professionale nella prassi salesiana”.
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Di don Bosco oggi diremmo che fu “un grande comunicatore”, sia che parlasse ai giovani nei sermoncini della sera, le buone notti, che dall’Oratorio di Torino passarono nella tradizione salesiana, sia che si rivolgesse al grande pubblico che incontrava percorrendo i paesi di Europa, per far conoscere le opere, destinate ai suoi giovani bisognosi. Lo stesso don Bosco scrive d’aver chiesto, divenuto sacerdote, «l’efficacia della parola, per poter far del bene alle anime», e aggiunge: «mi pare che il Signore abbia ascoltato la mia umile preghiera».
Continue reading “Germano Proverbio – La parola di don Bosco”
Nell’ambito degli studi sui Cattolici e la Resistenza, l’«esigenza di disporre di dati quantitativi e accertati e di una documentazione coeva e convalidata dagli opportuni riscontri, al fine di superare un’attività di studio molto spesso in larga parte ancora basata sulla memorialistica e sulla letteratura successiva», è stata recentemente sottolineata nel corso di un convegno nazionale organizzato dall’Istituto Sturzo; convegno nazionale che concludeva cinque convegni interregionali di studio, nei quali si era anche affermato che all’interno del mondo ecclesiastico era «stato fin troppo trascurato dagli storici il ruolo ricoperto dagli ordini e dagli istituti religiosi».
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La personalità di don Carlo Maria Baratta (1861-1910), pur nota ad alcuni settori della cultura italiana, non è ancor stata adeguatamente approfondita in tutte le sue dimensioni. L’occasione propizia per colmare tale lacuna storiografica sarà il convegno di studio previsto a Parma nella primavera 1999. “Ricerche Storiche Salesiane” anticipa un inedito profilo del personaggio, redatto verosimilmente nel venticinquesimo anniversario della morte (1935), all’indomani della canonizzazione di don Bosco (1934).
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Nell’approccio alla storia della scuola e delle istituzioni educative si deve spesso costatare che sono scarsi i materiali superstiti capaci di fornire “elementi chiari per la ricostruzione della vita interna dell’istituto” di cui si vogliono conoscere la genesi e lo sviluppo. D’altra parte, non è un fatto eccezionale verificare che determinati documenti custoditi negli archivi e citati magari da qualche monografia scientifica rimangano tuttavia poco fruibili, per lo meno da parte di una più vasta cerchia di potenziali lettori interessati ai contenuti di quei documenti.
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