Don Pietro Ricaldone il primo dello scorso febbraio ebbe la gioia di prostrarsi ai piedi del Santo Padre Pio XI, di s. m., che lo accolse e trattenne con benevolenza veramente straordinaria. Ebbe parole di sovrana compiacenza pel lavoro compiuto ch’egli dimostrò di conoscere appieno. Si rallegrò in particolare di aver constatato che l’apostolato della scuola e dell’assistenza venga svolto negli Istituti, fatte poche eccezioni, con personale totalmente salesiano, ed esortò a far sì che una simile direttiva sia costantemente osservata e perfezionata. Pochi giorni dopo però, il grande Pontefice della Conciliazione, delle Missioni, dell’Azione Cattolica, il Papa di Don Bosco, era chiamato al premio della sua vita santa e santamente operosa. Continue reading “Pietro Ricaldone – Regolamenti”→
Il 23 giugno c.a., il nostro Rettor Maggiore don Egidio Viganò, 7° successore di Don Bosco, è tornato alla casa del Padre. Si è spento alla Casa Generalizia, assistito dai fratelli don Angelo e don Francesco, confortato dalla preghiera e dall’affetto di confratelli e consorelle e circondato dai segni di stima di numerosi amici. Il Santo Padre gli aveva fatto giungere personalmente per telefono la sua parola di conforto e la sua benedizione. Continue reading “Egidio Viganò – In memoria di don Egidio Viganò: un messaggio di speranza”→
La Madre comunica la desolante notizia della tragica morte delle Consorelle Suor Ilaria Salmoiraghi, Direttrice; Suor Anna Bruna e Suor Margherita Ciceri – scomparse nel disastro del 13 corr. che ha rasi al suolo, con la città di Avezzano, diversi paesi, fra cui Gioia dei Marsi. In quella nostra Casa, divenuta ora un mucchio di rovine, si compiva da ben 15 anni una vera missione di bene. La Madre spera quindi, che gli Angeli tutelari di gioia avranno presentate quelle anime al trono della Misericordia di Dio. E ’ persuasa che il luttuoso avvenimento oltre a stimolare ognuna ad inviare abbondanti suffragi alle care Sorelle che ne furono vittima, avrà ricordato a ciascuna l ‘estote parati del Vangelo, facendo rinnovare il proposito di vivere sempre più da vere religiose, a fine di trovarsi ognora pronte alla divina chiamata.”
Il presente quaderno riporta gli ultimi mesi di vita di Mons. Luigi Lasagna; descrive il ritmo regolare della sua vita come Ispettore salesiano, dando un po ‘di enfasi al servizio di animazione dell’Istituto FMA che, in quegli inizi, era anche istituzionalmente più vicino alla congregazione salesiana. Ad eccezione dei soliti disaccordi con D. Joaquim Arcoverde, vescovo di San Paolo, non visse grossi problemi. Continue reading “Antonio Ferreira da Silva – Cronistoria o Diario di Monsignor Luigi Lasagna 3-1893 – 11-1895”→
Don Filippo Rinaldi in questa lettera annuncia la morte di Don Paolo Albera il 29 ottobre dell’anno corrente. Paolo Albera nato a None (Torino) il 6 giugno 1845, fu accolto da D. Bosco all’Oratorio nel 1858. Si fece notare subito per la sua delicata figura, che pareva rispecchiare la delicatezza verginale dell’animo: la sua serietà composta rivelava il suo spirito di raccoglimento interno e gli dava un aspetto di maturità edificante. Dotato di ingegno sodo e profondo e di memoria forte e precisa, rivolse tutta la sua attività a formare il suo spirito alla pietà soda e illuminata che doveva essere la sua vita. Si formò alla scuola di D. Bosco. Continue reading “Filippo Rinaldi – Lettera Mortuaria pel R.mo Sac. Paolo Albera”→
Della vita di Francesco Besucco, Il Pastorello delle Alpi, riportiamo soltanto la seconda parte, poiché i primi quattordici capitoli sono ricalcati quasi alla lettera sulla lunga testimonianza inviata dal parroco di Argentera. Don Bosco interviene soltanto dal capitolo XV in poi, ma in modo efficacissimo, al punto che Alberto Caviglia considera questo testo un prezioso “documento costruttivo della pedagogia spirituale e morale del santo educatore […], in quanto l’autore, più che in ogni altro libro congenere, scende alla teoria, ed esprime le sue idee con l’espressa intenzione d’insegnarle”.
La vita di Domenico Savio (1859) e i profili biografici di Michele Magone (1861) e Francesco Besucco (1864), sono tra i documenti pedagogici e spirituali più importanti di don Bosco, efficace illustrazione narrativa delle convinzioni e della pratica formativa del santo, nel primo ventennio di attività. Qui riproduciamo la piccola biografia di Domenico Savio nell’ultima edizione curata personalmente da don Bosco (1878). Continue reading “Giovanni Bosco – Vita del giovanetto Savio Domenico allievo dell’Oratorio di S. Francesco di Sales”→
Se, nella vicenda spirituale del Savio, l’autore riconosce, insieme ai meriti dell’educazione familiare, “i lavori che la grazia divina aveva già operato in così tenera età”, grazie alla straordinaria recettività del ragazzo, nell’avventura spirituale di Michele Magone egli evidenzia inequivocabilmente l’efficacia del proprio metodo educativo. La trasformazione morale e spirituale dell’adolescente e i suoi rapidi progressi appaiono, di fatto, in gran parte frutto del suo impegno come educatore e guida spirituale, risultato della strategia formativa messa in atto e della fervente comunità giovanile di Valdocco in cui il “generale” di Carmagnola viene inserito.
La vita di don Giovanni Bosco e lo sviluppo del suo stile educativo si collocano inizialmente nel mondo rurale piemontese intessuto di tradizioni cattoliche secolari. I cambiamenti realizzati durante la sua vita e le scelte educative da lui via via operate, come il passaggio fondamentale dagli oratori ai collegi, denotano tuttavia un adattamento allo sviluppo della società liberale e laica dell’Italia durante il processo di unificazione.
Diversi furono, invece, i decenni posteriori del passaggio tra Ottocento e Novecento, caratterizzati da grandi e profondi mutamenti a livello mondiale, i quali suscitavano in molti l’aspettativa di un mondo nuovo proiettato nella direzione di un progresso illimitato sotto la spinta dello scientismo positivistico. Per un verso o per l’altro, il passaggio dei secoli sembrava anticipare a preparare un mondo intrinsecamente diverso dal passato. In questo contesto si trovò ad operare la prima generazione salesiana in un processo di espansione intercontinentale.
Video lezione di sintesi sul contesto e il pensiero pedagogico salesiano della prima generazione
La linea di fondo nel periodo in questione è di essere un altro don Bosco. Don Michele Rua, nella prima lettera da Rettor Maggiore don Rua esplicita il suo programma: “Noi dobbiamo stimarci ben fortunati di essere figli di un tal Padre. Perciò nostra sollecitudine dev’essere di sostenere e a suo tempo sviluppare ognora più le opere da lui iniziate, seguire fedelmente i metodi da lui praticati ed insegnati, e nel nostro modo di parlare e di operare cercare di imitare il modello che il Signore nella sua bontà ci ha in lui somministrato. Questo, o Figli carissimi, sarà il programma che io seguirò nella mia carica; questo pure sia la mira e lo studio di ciascuno dei Salesiani”.
Le risorse del periodo organizzate geograficamente
Bibliografia selezionata:
Albera P. – Gusmano C., Lettere a don Giulio
Barberis durante la loro visita alle case d’America (1900-1903), Introduzione, testo critico e note a cura
di Brenno Casali, LAS, Roma 2000.
Allievo, G., Studi
pedagogici in servigio degli studenti universitari delle scuole normali e degli
istituti educativi, Tipografia subalpina S. Marino, Torino 1893.
Allievo, G., La nuova scuola pedagogica ed i suoi pronunciamenti, Carlo Clausen, Torino 1905.