Phạm Xuân Uyển – , Hồi ký Nguyện xá thánh Phanxixô Salê

Don Bosco sinh năm 1815 tại Becchi, nước Ý. Năm 1841, Don Bosco thành lập Nguyện xá tại Tôrinô dành cho các thanh thiếu niên và trẻ em nghèo, cho các công nhân từ miền quê lên thành phố làm việc. Năm 1846, Nguyện xá thánh Phanxicô Salê chính thức có trụ sở tại Valdocco (Tôrinô, Italia), gọi là “Nguyện xá Valdocco”. Năm 1847, Don Bosco bắt đầu mở lưu xá, xưởng dạy nghề và các lớp học tại đây. Công cuộc của Nguyện xá Valdocco dần dần phát triển.  Sau đó, ngài thành lập Tu hội thánh Phanxicô Salê (dòng Salêdiêng Don Bosco) vào năm 1859. Continue reading “Phạm Xuân Uyển – , Hồi ký Nguyện xá thánh Phanxixô Salê”

Michal Vojtáš – Pedagogia salesiana dopo don Bosco: Dalla prima generazione fino al Sinodo sui giovani (1888-2018)

  La pedagogia salesiana sviluppa riflessioni che superano la ricostruzione storica dei contesti, delle esperienze e delle visioni originarie di don Bosco sull’educazione. La ricerca pubblicata in questo volume, proseguendo su tale traiettoria, studia primariamente le formulazioni pedagogiche delle generazioni salesiane successive e, a livello di metodo, tenta di superare la sterilità delle pure ricostruzioni documentaristiche. Continue reading “Michal Vojtáš – Pedagogia salesiana dopo don Bosco: Dalla prima generazione fino al Sinodo sui giovani (1888-2018)”

Michal Vojtáš – Pédagogie salésienne après Don Bosco: De la première génération au synode des jeunes (1888-2018)

La pédagogie salésienne élabore des réflexions qui vont au-delà de la reconstruction historique des contextes, des expériences et des visions originales de Don Bosco sur l’éducation. Les recherches publiées dans le présent volume, poursuivant cette trajectoire, étudient principalement les formulations pédagogiques des générations salésiennes successives et, en termes de méthode, tentent de dépasser la stérilité des reconstitutions purement documentaires. Continue reading “Michal Vojtáš – Pédagogie salésienne après Don Bosco: De la première génération au synode des jeunes (1888-2018)”

Michal Vojtáš – Salesian Pedagogy after Don Bosco: From the first generation up to the Synod on Young People (1888–2018)

The research published in this volume studies the pedagogical formulations of successive Salesian generations and, in terms of method, attempts to overcome the sterility of purely documentary reconstructions. The intention to connect John Bosco with today’s educational challenges passes through different time periods with their various ways of thinking. These mentalities reinforce some new pedagogical ideas while neglecting others, prefer certain modes of action, develop reflections, some prophetic and courageous, others rather leaning towards the current mentality or to certain crisis management solutions. Continue reading “Michal Vojtáš – Salesian Pedagogy after Don Bosco: From the first generation up to the Synod on Young People (1888–2018)”

Sara Cecilia Sierra Jaramillo – “Desarrollo del carisma salesiano a través de la escuelas normales que estuvieron bajo la direcciòn y animaciòn de las FMA en Colombia en la primera mitad del siglo XX” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

A partir de 18972, llegan las primeras Hijas de Maria Auxiliadora (FMA) a Bogotà y con ellas, la propuesta educativa salesiana femenina, proveniente de Europa y generada en condiciones históricas particulares para insertarse, a partir de entonces, en la dinàmica de la sociedad colombiana, mediante un proceso de apropiación, donde lo apropiado se recrea permanentemente, porque este proceso no se limita a la recepción de saberes y pràcticas, sino que supone ademàs lo que emerge de la acción ejercida por el nuevo contexto cultural sobre lo que llega.

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Guy Avanzini – Don Bosco’s pedagogy in the context of the 19th century in «Don Bosco’s place in history»

The author of the essay noted how in France Don Bosco is not mentioned (except for the French Salesian Desramaut who conducted in-depth studies on the Saint) among the great names of those who made the history of pedagogy. The young people Don Bosco helped were poor and abandoned, misfits. The Preventive System approach that contrasted the repressive system used in those days, undoubtedly revolutionized the field of education.

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Luciano Pazzaglia – Don Bosco’s option for youth and his educational approach in «Don Bosco’s place in history»

This essay deals with the educational method adopted by Don Bosco. The Saint saved many young workers from dangerous environments and of dubious morality by involving them in learning useful trades for their future through workshops.

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Pietro Braido – Poveri e abbandonati, pericolanti e pericolosi: pedagogia, assistenza, socialità nell’esperienza preventiva di Don Bosco

Due eventi di diversa portata agli inizi e verso la fine dell’esperienza educativa di don Bosco illuminano alcune fondamentali valenze della sua proposta «preventiva»: assistenziale, pedagogica, sociale. Il primo risale agli anni ‘50 e viene rievocato da uno dei primi «oratoriani», Giuseppe Brosio (1829-1883)1, che verso il 1880 rilascia una testimonianza su una contestazione avvenuta all’Oratorio intorno agli anni ‘50. Il secondo evento è legato a certe campagne giornalistiche degli anni 1882-83 che lanciano contro don Bosco l’accusa di «politico» o «politicante» occulto. Don Bosco non respinge del tutto l’addebito; anzi, non esita a sottolineare in più occasioni la finalità e la portata sociale e politica della sua scelta «educazionista».

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Francesco Traniello – Don Bosco e l’educazione giovanile: la «storia d’Italia»

Quando Giovanni Bosco decise di cimentarsi con una Storia d’Italia dai suoi primi abitatori ai nostri giorni, “raccontata alla gioventù”, egli aveva già alle sue spalle due opere di divulgazione storica, la Storia ecclesiastica, “ad uso delle scuole, utile per ogni ceto di persone”, pubblicata nel 1845, e la Storia sacra, “per uso delle scuole, utile ad ogni stato di persone”, uscita per la prima volta nel 1847.

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Pietro Braido – «Poveri e abbandonati, pericolanti e pericolosi»: pedagogia, assistenza, socialità nell’«esperienza preventiva» di don Bosco

Due eventi di diversa portata agli inizi e verso la fine dell’esperienza educativa di don Bosco illuminano alcune fondamentali valenze della sua proposta «preventiva»: assistenziale, pedagogica, sociale.
Il primo risale agli anni ’50 e viene rievocato da uno dei primi «oratoriani»,
Giuseppe Brosio (1829-1883)1, che verso il 1880 rilascia una testimonianza su
una contestazione avvenuta all’Oratorio intorno agli anni ’50. Alcuni dei frequentanti si erano sentiti offesi «nell’onore» perché, a loro parere, don Bosco aveva dato loro «del vagabondo e del ladro nei pubblici fogli»: su di essi, infatti, aveva diffuso una circolare per una lotteria «a favore di tanti poveri giovani raccolti nell’Oratorio che andavano vagabondi per le vie e piazze della Città», senza tener conto «che frammezzo a questi vagabondi v’erano anche degli onesti
giovani appartenenti a buone ed agiate famiglie». Tutto potrebbe indurre a un rinnovato approfondimento storico e teorico del «sistema», non offuscato da attuazioni elitarie o «idealizzate». Don Bosco non parte da giovani «selezionati» né arriva ad essi. La sua «esperienza preventiva» tende a diventare «sistema» universale di assistenza, educazione e socializzazione, così com’è stata vista dalla generalità degli osservatori, ammiratori, collaboratori, «cooperatori», biografi. Dalla considerazione dei «giovani più poveri» e
«più pericolanti» egli passa ben presto alla constatazione e alla persuasione che
tutti i giovani in quanto tali, non adulti, non autonomi, dipendenti, in certo senso
«in balia» della società (o privi di «società civile», i «selvaggi»), sono in qualche
modo potenzialmente «abbandonati» e «pericolanti».

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Pietro Braido – L’esperienza pedagogica di Don Bosco

 

II «sistem a educativo» o, più comprensivamente, /’esperienza preventiva di Don Bosco è un progetto, che è cresciuto e si è progressivamente dilatato e specificato nelle più svariate istituzioni e opere realizzate dai molti collaboratori e discepoli. E ovvio che la sua vitalità perativa può essere garantita nel tempo soltanto dalla fedeltà alla legge di ogni autentica crescita: il rinnovamento (l’approfondimento e l’adattamento) nella continuità. Il rinnovamento resta affidato al persistente e ripetuto impegno teorico e pratico dei singoli e delle comunità. È compito sempre aperto. La continuità, invece, può essere assicurata soltanto dall’alacre confronto con le origini. Iniziare al vivificante contatto con le «radici» primitive dell’esperienza preventiva e dei suoi tratti fondam entali è lo scopo della presente
rapida sintesi. Essa, quindi, non intende offrire programmi di azione immediatamente applicabili; ma, semplicemente, descrivere gli elementi originali essenziali, pur storicamente condizionati e limitati, dai quali, soltanto, derivano validità e credibilità progetti presenti e futuri, destinati a spazi e a contesti diversi. E una condizione ineludibile perché possa verificarsi, senza arresti o soluzioni di continuità, la legittima aspirazione di operare «con Don Bosco e coi tempi».

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Giovanni Bosco – Scritti sul sistema preventivo nell’educazione della gioventù

Nel presente lavoro si è cercato di ricomporre l’immagine di Don Bosco ricorrendo alle fonti più varie, non solo alle trattazioni «teoretiche», ma anche alle cronache, alle biografie, alla letteratura giovanile e popolare, a regolamenti e formulazioni di carattere direttivo e organizzativo. Per questo la terza e la quarta parte, dove si troveranno gli scritti «pedagogicamente» più elaborati e intenzionali, sono precedute e seguite da documentazioni più aderenti alla storia vissuta e all’azione realizzata: il racconto, fatto da Don Bosco stesso, delle origini della sua vocazione e della sua opera, insieme ai motivi che ne definirono successivamente gli scopi e i metodi.

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Pietro Braido – Don Bosco educatore delle moltitudini

 

La singolarità della «presenza» di don Bosco nel mondo sembra un fatto incontestabile, scandito, a partire dal 31 gennaio 1888, da alcune date salienti: la morte (1888), la dichiarazione di venerabilità (1907), il centenario della nascita (1815), la beatificazione (1929), la canonizzazione (1934), il centenario della morte. Parallelamente, con lo sviluppo delle sue opere e la diffusione delle biografie, si sono succeduti i tentativi di esposizione organica e di approfondimento del «sistema» o «metodo» educativo, da lui in qualche modo ufficializzato nel 1877 con la pubblicazione delle pagine sul sistema preventivo nella educazione della gioventù. Sembra ragionevole ricercare e approfondire ciò che di valido egli ha attinto da una tradizione secolare, che è bene comune di tutti; accogliere quel tanto di originale, di nuovo, che egli offre alla comunità ecclesiale e civile; e accettare coraggiosamente anche l’invito al superamento che è insito nell’intera sua esperienza di vita. La ripetuta esortazione a operare secondo «i bisogni dei tempi» potrà apparire generica, ma, accolta con intelligenza e confrontata con la quotidiana realtà in movimento, può tradursi in programmi vitali e tempestivi.

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