Giovanni Bosco – Espansione geografica nazionale e internazionale dell’Opera Salesiana

Dal 1863 in poi l’Opera salesiana si estese rapidamente, come si è già accennato, attraverso numerose fondazioni prima in Italia – Piemonte, Liguria (n. 18) e successivamente in altre regioni – e infine in Francia ed America Latina (nn. 21, 24, 25, 27). Tale ampio sviluppo fu favorito dalla nuova riforma scolastica in Italia, (1864), dalle difficoltà in cui versavano i seminari diocesani, dalle continue richieste di un’opera educativo-scolastica salesiana in località italiane, francesi (1875), spagnole (1881), inglesi (1887), anche a seguito della diffusione di un’immagine positiva di “una Congregazione nuova per i tempi nuovi” come da più parti si riteneva la Società di San Francesco di Sales. L’approvazione definitiva poi delle costituzioni salesiane (1874) finì per incoraggiare l’apertura di nuovi orizzonti carismatici in terre di missione sudamericane (1875). Ovviamente la rapida espansione fu resa possibile soprattutto dalla crescita vocazionale tanto maschile che femminile, ivi comprese le vocazioni adulte (n. 20). Per le Figlie di Maria Ausiliatrice il fondatore si attivò per l’acquisto della futura casa Madre di Nizza Monferrato (n. 22). Don Bosco cercava di incoraggiare tutti con una nuova narrazione della storia dell’Oratorio (n. 17) e con lettere circolari. L’entusiastica, ampia ed articolatissima esposizione di don Bosco alla Santa Sede sullo stato morale e materiale della Società salesiana del marzo del 1879 (n. 24), che indicava tutte le opere salesiane del momento e quelle in via di fondazione, suscitò più d’una preoccupazione e conseguente richiesta di schiarimenti nelle autorità pontificie, cui il fondatore cercò di rispondere con accuratezza (nn. 25, 26). Nello stesso tempo papa Leone XIII gli affidò la costruzione della chiesa e dell’opera del Sacro Cuore nella nuova capitale del Regno d’Italia (n. 28). E ciò mentre nella vecchia capitale, Torino, stava difendendo dalla chiusura, con ricorsi in tutte le sedi giudiziarie del Paese, le scuole ginnasiali di Valdocco (n. 23) e addirittura dallo “sfratto” i suoi giovani colà ricoverati. Della loro casa di educazione questi conservavano sempre grato ricordo, tanto che, diventati ormai ex allievi, molti di loro solevano annualmente recarvisi per festeggiare l’onomastico di don Bosco e ricevere ancora una sua parola (n. 29). Nell’espandersi fuori Piemonte e oltre i confini italiani l’Opera salesiana dovette affrontare difficoltà, ostilità e sofferenze. In Italia dai secondi anni settanta in poi ebbe infatti a confrontarsi con politici apertamente laicisti e non raramente anticlericali – e ciononostante non esitò a entrare in contatto con loro e anche a chiedere sussidi economici e protezione, vista la vasta azione dei salesiani a tutela degli emigrati italiani (n. 27) –; in Francia fondò le sue case in tempi di Terza Repubblica che si avviava verso una politica avversa alle congregazioni religiose (diversamente dalla Spagna della restaurazione borbonica); nei nuovi stati liberali del Sudamerica ebbe a trattare con governi ed autorità locali che non esitarono a rompere traumaticamente le relazioni diplomatiche con la Santa Sede e a legiferare in chiave anticlericale e massonica. Per tutto ciò non si può logicamente che rimandare agli studi dell’Opera salesiana nei singoli paesi e di singole case salesiane, oltre a qualche volume di sintesi.

Periodo di riferimento: 1863 – 1883

Istituto Storico Salesiano, Fonti salesiane 1: Don Bosco e la sua opera. Raccolta antologica, Roma, LAS, 2014, 56-109.

Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano
Istituto Storico Salesiano

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