L’estratto riporta una descrizione storica delle pratiche religiose e liturgiche seguite dai salesiani, membri dell’Ordine Salesiano, durante la celebrazione della messa e altre pratiche di pietà.
L’estratto riporta una descrizione storica delle pratiche religiose e liturgiche seguite dai salesiani, membri dell’Ordine Salesiano, durante la celebrazione della messa e altre pratiche di pietà.
Durante il rettorato di don Rua si operarono scelte fondamentali in ordine alla configurazione della prima fase formativa e si chiarificarono aspetti istituzionali di rilevante importanza rimasti in sospeso. Continue reading “Mario Fissore – “L’organizzazione della formazione iniziale nel periodo di Don Rua” in “Don Michele Rua nella storia (1837-1910)””
Dagli storici più accreditati come Eugenio Ceria, Angelo Amadei e Augusto Ferdinando Auffray veniva definito “l’altra metà di don Bosco”, “La regola vivente”, “colonna dell’Oratorio” “il religioso perfetto”, “il sacerdote modello”, “reliquia vivente di don Bosco” e, recentemente “altro don Bosco”, “icona di don Bosco”, e, magari anche “confondatore” con don Bosco della Pia Società salesiana. Continue reading “Pietro Zovatto – “La spiritualità di Don Rua tra ’800 e ’900” in “Don Michele Rua nella storia (1837-1910)””
This article explores two traditions on Marriage from the New Testament to Francis de Sales. It shows that although the Doctor of love’s position that marriage is a vocation and sacramental way to fully live in Jesus is at odds with the council of Trent, which holds that religious life is the highest state, the Salesian theology of marriage is in fact robustly represented in a multifaceted Patristic Tradition. Continue reading “Terence McGoldrick – “The ascent of marriage as vocation and sacrament. Francis de Sales’ christian humanist theology of marriage. A new and old Vision between two competing traditions on the highest vocation from the Apostolic Church to Erasmus” in “Salesianum””
Questa è la sostanza e il contenuto del documento, e la sua preziosità è riposta nell’aver voluto Don Bosco consegnarvi il suo pensiero e le sue vedute: il suo programma.
Nel centenario della prima edizione del Mese di Maggio scritto da Don Bosco ci sia lecito ricordare questo opuscolo fortunato, che nel giro di un anno potè avere quattro edizioni; ricordarlo come opera di un santo volgarizzatore di dottrina ascetica e divulgatore della caratteristica divozione del Mese mariano.
La rapida ricognizione fatta ha lumeggiato i vari tasselli di un mosaico dalla cui corretta composizione emergono alcuni lineamenti inconfondibili di don Bosco fondatore:
La parola Kenitra, in arabo, significa “piccolo ponte”, è il diminutivo della parola “ponte” “Kàntara”. Il nome della nostra città esprime perfettamente la nostra missione. Vogliamo essere un piccolo ponte teso tra il nord (Europa) ed il sud (Africa), tra la civiltà occidentale e la civiltà arabo-islamica, tra cristiani e musulmani.
Da qualche anno, sempre più insistentemente, si auspica, accanto all’abbondante produzione storiografica e pedagogica su don Bosco, anche una più attenta riflessione teologica, condotta con strumenti appropriati, tali da mettere in risalto, a partire dall’esperienza del Fondatore, le costanti e i tratti connotativi della spiritualità salesiana.
Fin dagli inizi dell’Oratorio stabilito in Valdocco (1846-47), don Bosco propose ai giovani l’esercizio mensile della buona morte come mezzo ascetico mirato a stimolare – attraverso una visione cristiana della morte – un costante atteggiamento di conversione e di superamento dei limiti personali e assicurare, con una confessione e una comunione ben fatte, le condizioni spirituali e psicologiche favorevoli per un fecondo cammino di vita cristiana e di costruzione delle virtù, in docile cooperazione con l’azione della grazia di Dio.
The text explores the changing perception of obedience in modern society, acknowledging skepticism and individualism. It argues for a nuanced understanding of obedience rooted in shared responsibility and faith, contrasting it with false autonomy and manipulation. Emphasizing obedience as integral to the Salesian tradition, it calls for a renewed reflection on its theological foundation and relevance in contemporary contexts. Continue reading “Juan Edmundo Vecchi – “«I have come to do your will». Our obedience: a sign and prophecy” in “Acts of the General Council of the Salesian Society of St John Bosco””
Il brano esamina i cambiamenti nella spiritualità salesiana durante il XX secolo, evidenziando l’influenza di fattori socio-culturali. Continue reading “Francis Desramaut – “Nuove perspettive della spiritualità salesiana nella seconda parte del secolo ventesimo” in “La spiritualità salesiana in un mondo che cambia””
Firstly, I will state my position regarding a feminist Christian spirituality in relation to embodiment.
L’esperienza di don Giulio Barberis, primo maestro dei novizi della Congregazione salesiana, risulta paradigmatica perché maturata sotto la guida diretta di don Bosco.
As Spiritual Director General between 1892 and 1910, Fr Paolo Albera had to guide the initial and ongoing formation of the Salesians. He also did this by preaching retreats and spiritual exercises.
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