Questo studio si propone di presentare le premesse e gli inizi delle opere salesiane a Costantinopoli e Smirne dalla prima proposta fatta a don Bosco (1815-1888) a quelle fatte al suo successore don Michele Rua (1837-1910).
Questo studio si propone di presentare le premesse e gli inizi delle opere salesiane a Costantinopoli e Smirne dalla prima proposta fatta a don Bosco (1815-1888) a quelle fatte al suo successore don Michele Rua (1837-1910).
I due autori presentano una loro riflessione in merito a “L’Opera salesiana dal 1880 al 1922. Significatività e portata sociale“, Atti del 3° Convegno Internazionale di Storia dell’Opera salesiana, a cura di F. Motto. 3 voll. Roma, LAS 2001. Si veda la presentazione di F. Casella a p. 363. Nanni, docente di filosofia dell’educazione, analizzando i volumi sotto il profilo pedagogico e constatato il “fenomeno salesiano”, va alla ricerca delle motivazioni, scoprendole nella capacità dei salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice di dare una risposta alle esigenze formative in un contesto difficile, in una sorta di “patente pedagogica” loro attribuita all’epoca e in alcune linee-forza della loro azione educativa. Non manca di rilevare la necessità di ulteriori approfondimenti di tale aspetto pedagogico-culturale.
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È lo stesso direttore del Museo che ne fa la presentazione, illustrandone i precedenti, le varie collezioni attualmente presenti, gli aspetti tecnici, economici e turistici, le prospettive future e soprattutto il grande significato culturale per la società non solo cilena.
Alla vita della Facoltà teologica nell’Università di Torino per gli anni che vanno dall’Università Imperiale napoleonica alla soppressione (1800-1873) non pare sia stata finora dedicata un’attenzione particolare se si eccettuano gli accenni reperibili in La Chiesa in Piemonte dal 1798 ai giorni nostri (Torino 1887-1904) del canonico Tommaso Chiuso, in qualche memoria sul Seminario o in alcune biografie di membri del clero torinese dell’età della Restaurazione e del Risorgimento.
È uscito il secondo volume dell’Epistolario di don Bosco nell’edizione
critica curata, come per il primo, da Francesco Motto, direttore dell’Istituto
Storico Salesiano di Roma. Contiene il testo, corredato dal relativo apparato
delle varianti e da copiose note storiche, di 537 lettere.
Di esse 144 (il 26,8%) sono inedite.
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