Maria Dosio – Laura Vicuña. L’impegno e il dono di sé

Quando Laura del Carmen Vicuña conclude la sua vicenda terrena, il 22 gennaio 1904, ha 12 anni, 9 mesi e 17 giorni. Breve il tempo di vita che le è stato regalato e ancora più breve quello entro il quale ha maturato e portato a pieno compimento il cammino della sequela Christi. Nonostante le limitazioni dovute al tempo e all’età, la Chiesa non ha esitato a riconoscere le virtù eroiche da lei vissute e a proporla come modello di vita cristiana soprattutto ai giovani e, il 3 settembre 1988, l’ha proclamata beata.

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Octavio R. Balderas – L’ascesi della “piccola via” di Teresa del Bambino Gesù. La semplicità dell’amore e le sue grandi esigenze

Teresa di Gesù Bambino nasce il 2 gennaio 1873 e muore il 30 settembre 1897. Alla fine dell’anno 1894 Teresa scopre la sua «piccola via» verso la santità. Nel gennaio del 1895 incomincia la redazione della sua autobiografia con quello che viene chiamato il Manoscritto A. Il 9 giugno del 1895 Teresa si offre come «vittima di olocausto all’amore misericordioso».

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Morand Wirth – «Ogni vocazione ha le sue virtù particolari». L’esercizio delle virtù alla scuola di san Francesco di Sales

Nella visione del cocchio divino, Ezechiele descrive quattro esseri animati, i quali, curiosamente, «sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d’uomo» (Ez 1,8). Di questo testo si serve san Francesco di Sales, in una esortazione alle suore della Visitazione, per focalizzare un punto importante della vita spirituale: «I quattro animali non soltanto avevano ali per
volare, ma anche mani al di sotto delle stesse, per farci capire che non dobbiamo accontentarci di avere delle ali per volare in Cielo con santi desideri e meditazioni, se contemporaneamente non abbiamo mani che ci portino alle opere ed alla realizzazione dei nostri desideri, essendo garantito che i soli buoni propositi e le sante risoluzioni non ci condurranno in paradiso, se non sono accompagnati da azioni coerenti». Non c’è perfezione né santità senza l’esercizio attivo delle virtù. Il dono della grazia richiede la collaborazione attiva dell’uomo. Per questo Francesco non si limita a raccomandare a Filotea di accogliere come volontà di Dio tutti i casi imprevisti della giornata, ma la invita fin dal mattino a cercare di prevedere: «gli affari, gli incontri, le situazioni in cui ti troverai nel corso della giornata, per servire Dio, e quali tentazioni potranno sopraggiungere per offenderlo: a causa della collera, della vanità o di qualche altra mancanza di controllo; e, con un fermo proposito, preparati a impiegare bene i mezzi che ti saranno offerti di servire Dio e progredire nella devozione».

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Innocenzo Gargano – Ascesi e pratica della “Lectio divina” La scuola di Giovanni Cassiano

Giovanni Cassiano è certamente un ascendente spirituale di prima grandezza nella storia della spiritualità monastica occidentale. I suoi insegnamenti, apprezzati tantissimo anche in Oriente – basti pensare allo spazio che gli viene dato nella tradizione fìlocalica – sono all’origine di tutto ciò che ancora oggi viene offerto ai monaci novizi nei primi mesi della loro formazione iniziale. Per questo motivo, parlando di caratteristiche monastiche del cammino spirituale, mi è sembrato opportuno riferirmi proprio a Cassiano. Dal momento poi che ogni cammino monastico non può prescindere dal collegamento fra ascesi propriamente detta e pratica della Lectio divina, ho scelto di commentare in questa occasione una conferenza, la XTV, di Giovanni Cassiano perché può essere considerata ima sorta di lex fundamentalis dell’intera struttura spirituale monastica. In realtà in questa conferenza cassianea abbiamo una delle sintesi più felici del cammino ascetico monastico cristiano.

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Fausto Perrenchio – «Indossate le armi della luce» Il combattimento spirituale nella Bibbia

“Militici est vita hominis super terroni” (Gb 7,1): così rende (con una lieve forzatura) il testo originale la traduzione latina della Volgata. L’espressione ha avuto fortuna, perché sintetizza bene sia la vicenda di Giobbe, sia quella di altri grandi personaggi della Bibbia: la vita umana è una lotta, un combattimento. Giobbe infatti è il terreno di scontro di una sfida che Satana lancia a Dio: l’uomo è capace di amare Dio gratuitamente? anche quando viene colpito nei beni materiali, negli affetti familiari, nella salute? Dio accetta la sfida e dà mano libera a Satana.

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Miguel Rodriguez – “Il discorso del buon pastore. Esposizione biblio-teologica e applicazione salesiana alla luce delle Costituzioni” in “Quaderni di spiritualità salesiana 7”

Il presente elaborato vuole essere una presentazione dei contenuti biblico- pastorali di Gv 10 e della sua proiezione nelle Costituzioni salesiane.

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Jesús Manuel García – “«Ero straniero e mi avete accolto». Accoglienza e ascolto nel cammino di accompagnamento spirituale” in “Quaderni di spiritualità salesiana. Nuova serie-2”

Non stupisce che Gesù si sia presentato in veste di straniero. Lo straniero è una persona diversa, che ha un’ altra cultura o un’ altra fede; lo straniero disturba perché non entra nel nostro schema di pensiero e nelle nostre abitudini. Accogliere lo “straniero” è far sì che si senta a casa sua, a suo agio; che trovi uno spazio libero dove poter entrare e scoprire se stesso come creatura libera. Accogliere, in questo senso, non vuol dire cambiare le persone ma offrire lo spazio in cui, chi accoglie e chi viene accolto, vivono un momento di comunione e di pace nuova. Lo “straniero”, certe volte, è profetico; fa cadere le nostre barriere e le nostre paure; oppure ci fa prendere coscienza che queste esistono e le rinforza ancora di
più. Accogliere quindi è sempre un rischio, un incomodo. Ma Gesù non viene forse a disturbare le nostre abitudini, le nostre comodità, le nostre stanchezze? (Vanier, 2002, 299-318)

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Gabriele Mana – “L’accompagnamento spirituale nelle comunità ecclesiali. L’esperienza di un pastore nei quartieri torinesi” in “Quaderni di spiritualità salesiana. Nuova serie-2”

L’autore riporta la sua esperienza pastorale, mettendo l’accento sull’importanza fondamentale di costituire e di fare esperienza, per il giovane, di una comunità viva, prima ancora di iniziare un cammino spirituale. Relativamente a quest’ultimo dedica, tuttavia, maggiore importanza delineando alcuni atteggiamenti necessari, i diversi livelli e gradi di maturazione personale, concludendo con l’importanza del rapporto interpersonale caratterizzante l’accompagnamento spirituale e il discernimento vocazionale. 

Indice:

  • 1. Il cammino comunitario
  • 2. Alcuni atteggiamenti necessari
  • 3. Il programma della direzione spirituale
    • 3.1. Maturazione umana
    • 3.2. Maturazione affettivo-sessuale
    • 3.3. Maturazione della fede
  • 4. Accompagnamento spirituale e discernimento vocazionale
  • 5. Domande e risposte

Periodo di riferimento: 2004

G. Mana, L’accompagnamento spirituale nelle comunità ecclesiali. L’esperienza di un pastore nei quartieri torinesi, in «Quaderni di spiritualità salesiana», Nuova serie-2, Roma, 2004, 85-94.

Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana
Università Pontificia Salesiana

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