Voi, o cari amici, nel decorso del 1860 stavate attenti se le mie profezie avevano il loro compimento, forse per darmi il nome di buono o cattivo almanacco.
Voi, o cari amici, nel decorso del 1860 stavate attenti se le mie profezie avevano il loro compimento, forse per darmi il nome di buono o cattivo almanacco.
Alcuno di voi, cari amici, mi dimanderà: o Galantuomo, in quest’anno avremo la pace o la guerra? Ma i tuoi presentimenti, o Galantuomo, quali sono? che ne pensi? avremo in quest’anno la pace o la guerra? Se volete sapere il mio pensiero, da buon amico ve lo dirò.
Voi mi avete più volte dimandato, Giovani carissimi, di scrivervi qualche cosa intorno al vostro compagno Savio Domenico: ed io ho fatto quello che ho potuto per appagare questo vostro pio desiderio.
Eccovi, Lettori cortesi, il solito umil Almanacco che v’offriamo qual pegno della nostra gratitudine per la vostra cooperazione al sostenimento delle Letture Cattoliche, le quali certamente, se non fosse stato del vostro benevolo concorso, non si sarebbero potute pubblicare sino ad ora.
Giovanni Bosco riporta una canzone in lingua piemontese.
L’espansione della Congregazione alla fine dell’Ottocento, inizi del Novecento portò i salesiani a rafforzare la loro presenza in America Latina, ad iniziare ad operare in America Centrale, negli stati Uniti, in Africa, in India e in Cina. Nel nostro paese, dal 1890 al 1910, ci fu un aumento complessivo di circa 75 case. Continue reading “Stefano Martoglio – “L’opera salesiana in Piemonte durante il rettorato di don Rua (1888-1910). Spunti di indagine a partire dalle opere fondate e dalle richieste di presenze salesiane” in “Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”.”
Accennato così lo stato di questi Oratorii si può facilmente conoscere ove sia diretto il provento della Lotteria: le spese dei fitti dei rispettivi locali, la manutenzione delle scuole, e delle chiese, dar pane ai centocinquanta ricoverati sono oggetti di gravi dispendi.
Giovanni Bosco riporta una canzone in lingua piemontese, riguardante un pasticcere chiamato Tomà.
Don Rua rettor maggiore ha governato per ventidue anni la società di San Francesco di Sales, che comprendeva, fino al 1906, l’istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Continue reading “Francis Desramaut – “Il governo secondo don Rua” in “Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”.”
Per il mondo salesiano il volume di don Giovanni Battista Francesia, D. Michele Rua. Primo successore di don Bosco. Memorie del Sac. G. B. Francesia, uscito nel 1911, costituì a lungo una fonte primaria di notizie. Una fonte autorevole, perché redatta da un testimone oculare, che per quasi sessant’anni godette della vicinanza e dell’amicizia del biografato. Si tratta di una monografia dedicata al protagonista della nascita della Società Salesiana, dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dell’Associazione dei Cooperatori Salesiani. Continue reading “Stanisław Zimniak – “La “biografia” di don Rua scritta da Giovanni Battista Francesia (1911). Valore storiografico e immagine diffusa” in “Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”.”
Del resto qui si vedrà quale forza abbia la buona educazione sul destino della figliuolanza; si vedrà una madre modello, un figlio esemplare. Una madre che in mezzo a mille difficoltà riesce a dare la migliore educazione al figlio, e ricondurre il marito traviato al buon sentiero.
Le richieste di nuove presenze educative, inoltrate alla direzione generale della Società Salesiana durante il rettorato di don Michele Rua (1888-1910), documentano la variegata rete di intese e consensi cresciuta attorno all’opera salesiana e alla sua missione. Continue reading “Mario Fissore – “Problemi sociali, preoccupazioni educative e prospettive di soluzione nelle richieste per l’apertura di opere salesiane in Piemonte durante il rettorato di Michele Rua (1888-1910)” in “La Parola e la Storia: uno sguardo Salesiano. Studi in onore del prof. Morand Wirth””
Cattolico allontanato dalla Confessione e abbandonato a se medesimo cammina da abisso in abisso, e qual debole pianta senza riparo, esposta alla gagliardìa dei venti, giunge ai più deplorabili eccessi. Per distruggere dalle fondamenta l’idea della Confessione i protestanti stampano e gettano di continuo in faccia ai cattolici, che la Confessione non è stata instituita da Dio, epperciò doversi riprovare.
Questo scritto proposto alla gente di campagna è perfettamente applicabile a qualunque Cristiano educato e colto, e per conseguenza il titolo del medesimo non deve dissuadere
alcuno dalla più attenta lettura.
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