Guy Avanzini – Don Bosco’s pedagogy in the context of the 19th century in «Don Bosco’s place in history»

The author of the essay noted how in France Don Bosco is not mentioned (except for the French Salesian Desramaut who conducted in-depth studies on the Saint) among the great names of those who made the history of pedagogy. The young people Don Bosco helped were poor and abandoned, misfits. The Preventive System approach that contrasted the repressive system used in those days, undoubtedly revolutionized the field of education.

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Luciano Pazzaglia – Don Bosco’s option for youth and his educational approach in «Don Bosco’s place in history»

This essay deals with the educational method adopted by Don Bosco. The Saint saved many young workers from dangerous environments and of dubious morality by involving them in learning useful trades for their future through workshops.

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Jozef Heriban – Lo stile pastorale salesiano alla luce dell’insegnamento e della prassi apostolica di san Paolo. Quaderni di spiritualità salesiana 7

 

Indice:

  • Lo Spirito salesiano
  • Il Cristo, Buon pastore, modello dello spirito salesiano
  • Paolo, imitatore autentico del Cristo Buon Pastore
  • Principio metodologico ed ermeneutico
  • 2. Il profilo spirituale di Paolo
    •  Una figura poliedrica
    • Le competenti del ritratto spirituale di Paolo
    • L’importanza di paolo nella storia del cristianesimo
  • 3. Il metodo pastorale di Paolo
    • Il metodo fondato sull’annuncio del vangelo
    • La testimonianza di vita
    • Le dimensioni dell’attività pastorale di Paolo
    • La crescita e la maturazione cristiana
  • 4. Lo stile pastorale di Paolo
    • L’esistenza per gli altri
    • La parrhesia
    • L’uomo di preghiera
    • L’attività pastorale in collaborazione
    • L’essere tutto per tutti
    • L’apertura e docilità allo Spirito
    • L’educazione e formazione dei credenti
    • La fede come sorgente della vera gioia
  • 5. Conclusione

Periodo di riferimento: 1986 – 1987

J. Heriban, Lo stile pastorale salesiano alla luce dell’insegnamento e della prassi apostolica di san Paolo, in «Quaderni di spiritualità salesiana 7», Roma, 1992, 21-34.

Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana
Università Pontificia Salesiana

Fausto Perrenchio – «Indossate le armi della luce» Il combattimento spirituale nella Bibbia

“Militici est vita hominis super terroni” (Gb 7,1): così rende (con una lieve forzatura) il testo originale la traduzione latina della Volgata. L’espressione ha avuto fortuna, perché sintetizza bene sia la vicenda di Giobbe, sia quella di altri grandi personaggi della Bibbia: la vita umana è una lotta, un combattimento. Giobbe infatti è il terreno di scontro di una sfida che Satana lancia a Dio: l’uomo è capace di amare Dio gratuitamente? anche quando viene colpito nei beni materiali, negli affetti familiari, nella salute? Dio accetta la sfida e dà mano libera a Satana.

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Silvio Tramontin – Don Bosco and the world of work in «Don Bosco’s place in history»

Silvio Tramontin, in his essay, analyzes the concept of “work” according to the vision of Don Bosco.The Saint saved many young workers from dangerous environments and of dubious morality by involving them in learning useful trades for their future. The work was also accompanied by recreational moments (games and physical activity) and religious instruction. 

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Johannes Wielgoß,Maria Maul – “L’inserimento delle FMA e dei Salesiani nella realtà dei paesi di lingua tedesca” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

Nella ricerca storica, l’introduzione e conoscenza di don Bosco nell’ambiente tedesco porta la data dell’anno 1883, anno di pubblicazione di un’opera francese, tradotta in tedesco, sulla persona e le opere di don Bosco, da parte del medico dott. Charles D’Espiney. Il suo desiderio di promuovere l’unione dei Cooperatori salesiani lo spinse a scrivere un libretto con la narrazione di fatti riguardanti la vita di don Bosco. Il libretto capitò nelle mani del vescovo Dr. Johannes Laurent, che ne propose la traduzione in tedesco e scrisse una premessa datata “Pasqua 1882”.

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Waldemar Witold Żurek – “Le scuole salesiane tra le due guerre mondiali come risposta ai bisogni del popolo in un periodo di significativi cambiamenti sociali e culturali” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

Nella Polonia, che scomparve nel 1795 dalla carta politica dell’Europa e vi riapparve nel 1918, la Società Salesiana incominciò la sua attività nel 1892 a Miejsce, paese sperduto, nella diocesi di Przemysl, della regione Galizia, all’epoca politicamente appartenente all’impero Austro-Ungarico. A fondarla fu uno dei primi salesiani polacchi don Bronisiaw Markiewicz, che per motivi di forti contrasti con i Superiori di Torino, inerenti all’interpretazione e all’applicazione nella prassi del carisma salesiano in un altro contesto sociale e culturale, decise di fondare una propria congregazione religiosa, rifacendosi allo spirito originario di don Bosco, e lasciò i salesiani nel 18973.

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Miguel Rodriguez – “Il discorso del buon pastore. Esposizione biblio-teologica e applicazione salesiana alla luce delle Costituzioni” in “Quaderni di spiritualità salesiana 7”

Il presente elaborato vuole essere una presentazione dei contenuti biblico- pastorali di Gv 10 e della sua proiezione nelle Costituzioni salesiane.

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Jesús Manuel García – “«Ero straniero e mi avete accolto». Accoglienza e ascolto nel cammino di accompagnamento spirituale” in “Quaderni di spiritualità salesiana. Nuova serie-2”

Non stupisce che Gesù si sia presentato in veste di straniero. Lo straniero è una persona diversa, che ha un’ altra cultura o un’ altra fede; lo straniero disturba perché non entra nel nostro schema di pensiero e nelle nostre abitudini. Accogliere lo “straniero” è far sì che si senta a casa sua, a suo agio; che trovi uno spazio libero dove poter entrare e scoprire se stesso come creatura libera. Accogliere, in questo senso, non vuol dire cambiare le persone ma offrire lo spazio in cui, chi accoglie e chi viene accolto, vivono un momento di comunione e di pace nuova. Lo “straniero”, certe volte, è profetico; fa cadere le nostre barriere e le nostre paure; oppure ci fa prendere coscienza che queste esistono e le rinforza ancora di
più. Accogliere quindi è sempre un rischio, un incomodo. Ma Gesù non viene forse a disturbare le nostre abitudini, le nostre comodità, le nostre stanchezze? (Vanier, 2002, 299-318)

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