Je ne crois pas pour ma part que les jeunes d’aujourd’hui soient plus difficiles que leurs aînés.
Continue reading “Jean-Marie Petitclerc – La pédagogie salésienne face aux défis du monde moderne”
Je ne crois pas pour ma part que les jeunes d’aujourd’hui soient plus difficiles que leurs aînés.
Continue reading “Jean-Marie Petitclerc – La pédagogie salésienne face aux défis du monde moderne”
En effet, s’il fallait résumer en une phrase l’essentiel de la démarche entreprise tout au long de ces pages, je proposerai celle-ci: l’éducation n’est pas un problème, mais un mystère.
Il punto focale per contemplare Domenico Savio è la sua adolescenza. Ma allora l’adolescente è il più adatto a comprendere il nostro santino? Continue reading “Ferdinando D’Ambrosio – “Domenico Savio santo. L’adolescente di Gesù o Gesù adolescente?””
In seguito hanno trovato spazio le analisi di due specialisti di problemi educativi, direttamente inseriti in ambienti giovanili legati in forma diversa al complesso mondo del lavoro: la prima è quella di Albert Van Hecke, riguardo alla scuola tecnica di Hechtel in Belgio.
Carla Bargi, Volontaria italiana, ha riassunto le esperienze delle VDB impegnate nel mondo dei giovani.
P. Mario Midali, teologo dell’Ateneo salesiano di Roma, ha voluto abbordare il difficile tema della libertà, del rispetto che l’educatore ne deve avere e del cambiamento di prospettiva che questo rispetto può esigere dalla mentalità religiosa tradizionale.
P. Michel Mouillard, direttore del Centro salesiano mondiale della pastorale giovanile, ha espresso i valori propri dell’educatore salesiano, quale sembrano desiderare i giovani da lui conosciuti in Europa ed in America.
Il P. Schoch ha analizzato lo smacco dei religiosi impegnati, talvolta da molto tempo, nella educazione salesiana, e che, in questi ultimi anni, hanno visto crollare in qualche modo la loro ragione d’essere sociale.
Don Bosco ha mostrato l’importanza di incontrare i ragazzi nei luoghi della loro vita, piuttosto che pretendere di accoglierli all’interno di strutture o proposte precostituite. Questo ha consentito di conoscere e riconoscere chi altrimenti non sarebbe mai arrivato ai servizi o agli interventi predefiniti costruendo un modo di lavorare fondato sull’incontro con la persona prima che sulla risoluzione del disagio.
Continue reading “Andrea Zampetti – Come Don Bosco camminare con i giovani. La presenza educativa”
Analysing the educational presence, like presented by Don Bosco in the biographies, means that we have to analyse these documents to see how he in a narrative way describes his own role in the lives of these youngsters. Even if he doesn’t mention himself by his own name, sometimes we find, certainly in the lives of Savio, Magone and Besucco, direct and indirect references to himself.
Educating is not an activity you do alongside other activities. It is intertwined in the daily interaction with each other. Presence plays a crucial role in this. That you are there and how you are there as an educator, makes or breaks the whole upbringing event.
Continue reading “Colette Schaumont – Presence in ordinary life”
A great advocate of the theory of presence is Andries Baart, professor at the Catholic Theological University in Utrecht. In the nineties, he did very detailed research among pastoral workers in poverty areas of a big city. He was interested in the question how the loving and attentive closeness of pastors ‘without a desk, a room or a consultation hour’, functions with people in disadvantaged neighbourhoods.
Proudly powered by WordPress | Theme: Baskerville 2 by Anders Noren.