Don Albert Druart ha proposto un’approfondimento sull’identità del Cooperatore Salesiano studiata negli atti dei congressi mondiali della fine del secolo scorso e dell’inizio del nostro.
Don Albert Druart ha proposto un’approfondimento sull’identità del Cooperatore Salesiano studiata negli atti dei congressi mondiali della fine del secolo scorso e dell’inizio del nostro.
Il primo giorno si è cercato di definire l ’identità del cooperatore lungo questi cento anni di storia salesiana. L’autore di queste pagine si è sforzato di individuarla con l ’analisi comparata dei testi successivi di Don Bosco, che dovevano sfociare nel regolamento dell’associazione dei Cooperatori del 1876.
Il sesto colloquio internazionale sulla vita salesiana si è tenuto a Friburgo, in Svizzera, dal 26 al 29 agosto 1974, sul tema: Il cooperatore nella società contemporanea. È stato la naturale continuazione del colloquio svoltosi nel 1973 a Lussemburgo riguardante La Famiglia salesiana e ha preparato, a breve scadenza, il centenario dell’associazione dei Cooperatori salesiani.
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Infine, dato che nessun programma è realizzabile senza persone preparate, Don Adrien van Luyn, vicario ispettoriale dei Salesiani d’Olanda, ha trattato di una delle questioni implicate nella preparazione all’azione salesiana: « la formazione di laici qualificati per l ’azione pastorale della Chiesa contemporanea ».
Una conferenza di Don Giovanni Raineri, consigliere generale dei Salesiani per la pastorale degli adulti, ha messo in chiaro un aspetto essenziale della missione salesiana, che mira ad assicurare un’« azione evangelizzatrice » originale nel mondo attuale.
Alcuni valori, alcune strutture e alcuni obiettivi comuni unificano questa la Famiglia Salesiana. Don Raimondo Frattallone ha descritto alcuni di questi valori nella sua relazione sullo « spirito della Famiglia salesiana ».
P. Robert Schiélé, di Parigi, ha presentato un modello possibile di organizzazione, illustrando « i Gruppi di Vita Evangelica in Francia ».
In una “ pastorale aperta e dinamica” (alcuni vescovi la definiscono “ carismatica”), i responsabili della Chiesa locale cercano innanzitutto di scoprire le forze spirituali e apostoliche presenti e operanti in loco o che stanno sorgendo, mirano a valorizzarle al massimo e a coordinarle in un programma concertato insieme con gli interessati.
P. Gustave Leclerc ha precisato il ruolo che giuocano nella Famiglia Salesiana il Rettor Maggiore e, in alcune circostanze, l’ispettore suo delegato.
Don Paolo Natali ha presentato « la Famiglia salesiana al capitolo generale dei Salesiani di Don Bosco » del 1971-1972.
La conferenza di Suor Maria Pia Bianco, ispettrice dell’ispettoria centrale delle FMA, ha trattato della religiosa salesiana nella Chiesa contemporanea.
La comunicazione di Clara Bargi ha illustrato al colloquio come il gruppo dei « non-religiosi viventi nel mondo » si diversificò a sua volta nel secolo ventesimo, e, dopo alcune peripezie, diede vita all’istituto secolare delle Volontarie di Don Bosco, riconosciute giuridicamente nel 1971.
in questa comunicazione sulle origini del movimento degli Ex-allievi a Barcellona P. Alberdi ha riconosciuto l ’importanza della confederazione mondiale degli Ex-allievi di Don Bosco nella Famiglia salesiana in senso largo.
Ci mancano studi riguardanti la storia locale dei Cooperatori Salesiani, dai quali possiamo venir a conoscere più da vicino come la loro Unione era organizzata e funzionava. È questo appunto l’oggetto principale della presente comunicazione: analizzare, in forma sintetica a partire dagli anni 1884-1886, come si formò e come funzionò il movimento dei CC salesiani in una città tanto salesianamente qualificata come Barcellona.
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