Dopo la vita di s. Lino, s. Cleto e s. Clemente, il racconto della vita dei sommi pontefici prosegue con le figure di s. Anacleto, s. Evaristo e s. Alessandro I.
Dopo la vita di s. Lino, s. Cleto e s. Clemente, il racconto della vita dei sommi pontefici prosegue con le figure di s. Anacleto, s. Evaristo e s. Alessandro I.
Dopo la vita di s. Pietro io intendo di proseguire a raccontare le azioni degli altri sommi Pontefici, che dopo di lui governarono la Chiesa.
La relazione della seconda giornata di J. Aubry aiutò a riflettere sugli anziani partendo dai dinamismi spirituali della condizione dell’anziano.
S. Pietro è il principe degli Apostoli, primo Papa, Vicario di Gesù Cristo sopra la terra. Egli fu stabilito capo della Chiesa; ma la sua missione era particolarmente diretta alla conversione degli Ebrei. San Paolo poi è quell’Apostolo che fu da Dio in maniera straordina richiamato a portare la Luce del Vangelo ai Gentili.
Mezzo molto efficace mi sembrò la conoscenza dei fatti che riguardano la vita di quei supremi pastori stabiliti a fare le veci di G. C. sopra la terra e a guidare le nostre anime per la via del Cielo. Egli è con questo pensiero, o cattolico lettore, che ho divisato d’intraprendere il racconto delle azioni dei Sommi Pontefici che da G. C. governarono la Chiesa fino ai nostri giorni.
Carla Barberi s’era imposta di fare un sondaggio (attraverso un questionario) tra le allieve delle scuole salesiane dell’Italia. Ha tirato le conclusioni a partire da circa cinquecento risposte sovente significative per il loro anticonformismo.
Don Giovanni Raineri ha trattato il tema di « come rendere giustizia all’emigrato nella società contemporanea », tema che l ’azione salesiana deve oggi affrontare.
Clara Bargi, volontaria italiana, spiegò in un testo molto vivace: 1) che cosa pensano le Volontarie dei Cooperatori, 2) le note che accomunano e quelle che distinguono le due vocazioni di Cooperatori e di Volontarie, 3) le possibilità di collaborazione apostolica tra Cooperatori e Volontarie.
Un esposto documentato di Maria Pia Onofri, giovane cooperatrice romana, ha presentato « i Giovani Cooperatori d’Italia e le loro prospettive ».
In una “ pastorale aperta e dinamica” (alcuni vescovi la definiscono “ carismatica”), i responsabili della Chiesa locale cercano innanzitutto di scoprire le forze spirituali e apostoliche presenti e operanti in loco o che stanno sorgendo, mirano a valorizzarle al massimo e a coordinarle in un programma concertato insieme con gli interessati.
La comunicazione di Clara Bargi ha illustrato al colloquio come il gruppo dei « non-religiosi viventi nel mondo » si diversificò a sua volta nel secolo ventesimo, e, dopo alcune peripezie, diede vita all’istituto secolare delle Volontarie di Don Bosco, riconosciute giuridicamente nel 1971.
P. José Luis Pérez ha riportato come vedeva la gioventù della seconda metà del xx secolo, mettendo a profitto la sua esperienza di apostolo nella regione di Bilbao e le sue letture sulle nuove generazioni nel mondo.
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