D. Bosco, per certi atteggiamenti, è come tutti coloro che interpretano come male, come eticamente riprovevole, socialmente e pedagogicamente infecondo quanto avvertono prescindere dalla religione o quanto trovano dichiaratamente avverso alla Religione Cattolica, vista nel suo aspetto storico di società gerarchicamente costituita e con prerogative di valore socio-politico. Fatti luttuosi nei quali incorrono Pio IX, l’arcivescovo Fransoni, da lui vengono interpretati come prove di Dio o come insidia diabolica permessa per purificare e fortificare i buoni. Lutti invece che toccano Vittorio Emanuele II o altri che appaiono persecutori della Chiesa o conniventi con le forze avverse, vengono giudicati come tremendi castighi di Dio.
Le persone e i fatti sono valutati da D. Bosco secondo un giudizio etico determinato da un previo giudizio religioso. È pienamente conforme a questa mentalità quanto viene espresso nell’oracolo del Gran Guerriero al Pastore dei Pastori: la definizione dell’infallibilità pontificia «farà tremare la terra e l’inferno, ma il mondo sarà assicurato e tutti i buoni esulteranno». In altre parole D. Bosco attribuisce alla pratica religiosa anche un valore strumentale in ordine a qualsiasi bene umano, tanto spirituale che fisico, sia individuale sia collettivo, sia morale sia politico. Come la religione è strumento di buona educazione, così anche è strumento di buona politica. Questa mentalità, così attenta ai valori religiosi, bada più all’origine divina dei fatti e ai loro effetti «in favore della religione», che non alla loro natura oggettiva. Nel caso dell’oracolo all’imperatore d’Austria tutto porta a ritenere ch’egli pensasse soprattutto all’origine sacra e agli effetti vantaggiosi alla Chiesa che risoluzioni per sé politiche potessero avere. Non deve sfuggire il fatto che il messaggio venne indirizzato alla persona dell’imperatore e in forma segreta, in modo che l’unica pressione venisse esercitata dall’oracolo celeste con esclusione di cause «umane» estrinseche.
Indice:
- 1. Il contenuto dei messaggi
- 2. I testi manoscritti
- 3. In sintonia con altri ambienti cattolici del tempo
- 4. L ’interpretazione delle “profezie”
Periodo di riferimento: 1870 – 1873
Periodo di riferimento: 1870 – 1873
P. Stella, Per una storia del profetismo apocalittico cattolico ottocentesco. Messaggi profetici di don Bosco a Pio IX e all’imperatore d’Austria (1870-1873), in «Rivista di storia e letteratura religiosa» 4 (1968) 448-469.