Se, nella vicenda spirituale del Savio, l’autore riconosce, insieme ai meriti dell’educazione familiare, “i lavori che la grazia divina aveva già operato in così tenera età”, grazie alla straordinaria recettività del ragazzo, nell’avventura spirituale di Michele Magone egli evidenzia inequivocabilmente l’efficacia del proprio metodo educativo. La trasformazione morale e spirituale dell’adolescente e i suoi rapidi progressi appaiono, di fatto, in gran parte frutto del suo impegno come educatore e guida spirituale, risultato della strategia formativa messa in atto e della fervente comunità giovanile di Valdocco in cui il “generale” di Carmagnola viene inserito. Nel prologo di questo profilo biografico l’autore non si limita a suggerire l’imitazione di uno o dell’altro aspetto virtuoso; indica un processo più profondo e personale, suggerisce la dinamica evangelica dell’ascolto e della corrispondenza. In questa biografia, scrive don Bosco, «noi abbiamo un giovanetto che abbandonato a se stesso era in pericolo di cominciar a battere il tristo sentiero del male; ma che il Signore invitò a seguirlo. Ascoltò egli l’amorosa chiamata e costantemente corrispondendo alla grazia divina giunse a trarre in ammirazione quanti lo conobbero, palesandosi così quanto siano meravigliosi gli effetti della grazia di Dio verso di coloro che si adoperano per corrispondervi». Solo la docilità operativa agli impulsi della grazia è in grado di produrre frutti di «zelo, amore e carità»; permette di vivere «buoni, casti, devoti, virtuosi» e «di morire lieti, sereni, calmi, fidenti nelle divine misericordie».
Periodo di riferimento: 1861 – 1866
G. Bosco, “Cenno biografico sul giovanetto Magone Michele allievo dell’Oratorio di S. Francesco di Sales” in “Fonti salesiane.1. Don Bosco e la sua opera“, LAS, Roma, 2014,1090-1129.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano