Nel sistema educativo di don Bosco riveste particolare importanza la predicazione, sia quella legata al contesto liturgico o catechistico, sia quella informale e familiare. Il santo si rivolgeva spesso alla comunità giovanile, con brevi e fervidi discorsi, mirati a muovere gli affetti, a nutrire l’intelletto, a eccitare buoni propositi e sentimenti di devozione, a prospettare orizzonti stimolanti. Nei familiari colloqui comunitari prima del riposo serale (le “buone notti”) si mescolava il genere oratorio del fervorino spirituale, il racconto fantastico e allegorico, la comunicazione, il richiamo educativo e l’esortazione. Abbiamo scelto alcuni discorsi che offrono una panoramica dei temi preferiti da don Bosco e del suo stile espressivo. Nelle “buone notti” ai giovani, don Bosco fa ampio uso del racconto di sogni. Narratore abilissimo e suggestivo, in questo modo egli riusciva ad imprimere stabilmente nella mente degli ascoltatori i messaggi che gli stavano a cuore. Nel racconto di sogni alla comunità educativa di Valdocco “il motivo pedagogico risulta spesso intrecciato con quello ritenuto soprannaturale o scopertamente provvidenziale”. Lo vediamo nei quattro esempi qui riportati (nn. 210, 213, 217, 223) che, “nella loro costruzione allegorica”, sono un eccellente esempio del suo stile comunicativo e delle sue preoccupazioni pastorali. I discorsetti serali e la predicazione domenicale vertono generalmente sui temi ricorrenti del peccato e della grazia, della purificazione del cuore attraverso il sacramento della confessione, della frequente comunione, del fervore spirituale, dell’impegno nel compimento esatto dei propri doveri e nell’operare il bene, della tranquillità di coscienza (nn. 211, 214, 216, 218, 219, 220). L’ istruzione sulla “bella virtù” (n. 209) – una delle tematiche preferite – è un sermoncino domenicale particolarmente interessante per la particolare prospettiva spirituale ed escatologica in cui viene presentata la verginità: virtù “bella” che introduce al gusto della vita spirituale; permette un rapporto di intimità amorosa con Dio; rende capaci di una sequela integrale di Cristo; introduce nelle schiere degli spiriti beati che fanno “corona all’Agnello divino e lo seguono dovunque egli vada”.
Periodo di riferimento: 1858 – 1878
G. Bosco, “Formazione spirituale dei giovani attraverso la predicazione, le «buone notti» e il racconto di sogni” in “Fonti salesiane.1. Don Bosco e la sua opera“, LAS, Roma, 2014, 707-741.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano