Tante volte ci viene posta, da persone che avvicinano la figura spirituale di Don Bosco attraverso la missione di noi suoi figli, una domanda: dove sta il segreto dello stretto legame tra Don Bosco e i giovani? La risposta è semplice: il legame risiede nella fedeltà che il nostro Padre ha avuto al progetto che Dio gli aveva preparato. Egli soleva dire ai suoi primi collaboratori dell’Oratorio: “Il padrone delle mie opere è Dio e Don Bosco non è altro che lo strumento” (MB, IV, 251). Il presente quaderno di spiritualità salesiana (= QSS), che intendiamo offrire all’intera Famiglia Salesiana, si sofferma proprio su questo “patrimonio spirituale”, ispirato alla carità di Gesù, buon Pastore. Don Bosco ha certamente contemplato a lungo il Gesù del Vangelo, colui che è stato l’amico dei fanciulli e dei giovani, colui che voleva che questi andassero da lui, quel personaggio del sogno dei 9 anni, figlio di colei che Giovannino salutava tre volte al giorno. L’azione “pastorale” di Don Bosco va capita alla luce di Cristo, buon Pastore.