Ora, a cent’anni dall’apertura della casa di Manouba e ormai da più di trent’anni, la comunità delle FMA è totalmente a servizio della popolazione autoctona.
Ora, a cent’anni dall’apertura della casa di Manouba e ormai da più di trent’anni, la comunità delle FMA è totalmente a servizio della popolazione autoctona.
Le but de notre contribution est double: 1° retracer brièvement l’historique de la fondation de l’oeuvre salésienne au Congo belge, dans la région du Katanga; 2° mener une enquête sommaire sur le “projet éducatif” et la “pratique éducative” spécifiques des Salésiens de don Bosco, en privilégiant la pensée des principaux protagonistes: le provincial de la Province belge, don Francesco Scaloni (1861-1926) et le père Joseph Sak (1875-1946), chef de la première expédition missionaire envoyée au Congo.
Il 2° convegno-seminario di studio si propone modestamente di tracciare la storia di alcuni dei primi insediamenti salesiani o di alcune loro attività particolarmente significative in aree geografiche più ampie, al fine di poter giungere ad individuare – grazie al confronto fra diversi metodi liberamente adottati o indicati dai relatori – alcune linee orientatrici per quanti intendessero in futuro operare nell’ambito di analoghe ricerche.
Si riporta la prefazione dell’ex Rettor Maggiore Juan Edmundo Vecchi al convegno-seminario “Insediamenti e iniziative salesiane dopo don Bosco” svoltosi a Roma dal 1 al 5 novembre 1995.
Il volume raccoglie gli interventi effettuati da docenti e studiosi al 2° convegno-seminario internazionale di “Storia dell’Opera salesiana nel mondo”, promosso dall’Istituto Storico Salesiano e tenutosi dal 1° al 5 novembre 1995 nella sede dell’Istituto stesso (Roma, via della Pisana 1111).
Il “sondaggio” compiuto dai relatori intervenuti al convegno ha dato gli esiti previsti.
O encontro deste ano teve como temática a Percepção da imagem de Dom Bosco fora da obra salesiana entre 1879 e 1965.
O encontro deste ano teve como temática a Percepção da imagem de Dom Bosco fora da obra salesiana entre 1879 e 1965.
Mi sono perciò interrogata sulla percezione della figura di don Bosco in una parrocchia tenuta da sacerdoti diocesani e in una diocesi del Mali (Africa Ovest).
Il volume raccoglie gli interventi effettuati da docenti e studiosi al 2° convegno-seminario internazionale di “Storia dell’Opera salesiana nel mondo”, promosso dall’Istituto Storico Salesiano e tenutosi dal 1° al 5 novembre 1995 nella sede dell’Istituto stesso (Roma, via della Pisana 1111).
Continue reading “Francesco Motto – “Insediamenti e iniziative salesiane dopo Don Bosco””
Presentiamo in sintesi gli ultimi sviluppi della casa di Alessandria, fino alla seconda visita di don Rua nel 1908, a soli due anni prima della sua morte. I primi 65 allievi (33 studenti e 32 artigiani) del primo anno scolastico 1897-98 andranno crescendo di anno in anno, fino ad
arrivare ai 1.200 di oggi. Nel 1907 si iniziò finalmente anche l’oratorio festivo, che ha sempre prosperato fino ad oggi. Continue reading “Pier Giorgio Gianazza – “Don Rua e la fondazione salesiana di Alessandria d’Egitto”, in “Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”.”
Si riporta la bibliografia di riferimento per Storia e identità salesiana in Africa e Madagascar. Questioni di conservazione del patrimonio culturale.
Il Rettor Maggiore, don J. E.Vecchi, che già nel 1997 aveva sottolineato l’importanza della storiografia salesiana (lett. Io per voi studio, ACG 361), nel 1998 è ritornato sull’argomento.
The Rector Major, Fr J. E. Vecchi, had already in 1997 emphasized the importance of the study of salesian history (cf. Letter For you I study, AGC 361), and in 1998 he came back once more to the same argument.
Durant le 1er séminaire international d’histoire de l’oeuvre Salésienne pour l’Afrique et Madagascar, qui a eu lieu du 11 au 14 octobre 2011 à Karen (Nairobi – Kenya), nous avons eu la possibilité de réfléchir spécialement sur les questions liées à la production et à la conservation de la mémoire salésienne. Il a été constaté qu’en ce qui concerne le soin des archives provinciales, (à part quelques exceptions comme celles des archives provinciales de l’Afrique Centrale) il reste beaucoup à faire, soit par rapport aux personnes responsables de ce secteur de notre congrégation, soit par rapport à l’état des structures nécessaires pour garder la mémoire de l’oeuvre des SDB de manière convenable. On rencontre plutôt une situation alarmante qui requiert des interventions avant qu’il ne soit trop tard, sans renvois indéterminés.
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