In questa lettera, il Rettor Maggiore Paolo Albera si concentra sull’importanza della pietà come fondamento della vita religiosa e della missione educativa.
In questa lettera, il Rettor Maggiore Paolo Albera si concentra sull’importanza della pietà come fondamento della vita religiosa e della missione educativa.
A Novembre 1903 il Rettor Maggiore fu a Roma dove ebbe la grande fortuna di poter avvicinare il Santo Padre Pio X. Egli lo accolse con la più squisita bontà, ed avendolo ricevuto nelle ore antimeridiane con vari altri Direttori, non potendosi allora comodamente trattare di affari particolari, ebbe l’insigne degnazione d’invitarlo a tornare nuovamente in Vaticano nel pomeriggio, ed in questa seconda udienza lo trattenne da solo per circa tre quarti d’ora, dimostrandosi confidente: volle essere informato delle opere salesiane, e concesse quanto si domandò. Continue reading “Michele Rua – “Udienza del Santo Padre Pio X. Capitolo generale X” in “Lettere circolari di Don Michele Rua ai salesiani””
Il buon Padre D. Bosco iniziò l’opera sua nel giorno dell’Immacolata, della data di essa festa volle improntati i più grandi fatti e le principali disposizioni riguardanti la Pia Società. All’Immacolata amò intitolare parecchie Case.
Il Rettor Maggiore prende l’occasione delle feste Natalizie per rivolgersi agli Ispettori, cercando di stringersi sempre più a loro, ed esponendogli varie cose di rilevante importanza, che riguardano il bene universale della Pia Società e specialmente l’ultima e definitiva sistemazione delle Ispettorie.
Nel Capitolo Generale che si tenne sul principio del Settembre scorso si presero importanti deliberazioni, che io ora vi posso comunicare, e che spero produrranno un effetto salutare per la nostra Pia Società.
La notizia principale che ho da darvi è l’elezione fatta del nuovo Prefetto Generale della nostra Pia Società. Il vuoto lasciato attorno a me dalla perdita dell’indimenticabile Don Belmonte, di sempre cara memoria, è grande, e non era assolutamente possibile lasciare per lungo tempo scoperto quel posto, che egli con tanta competenza teneva, senza che le cose nostre ne soffrissero gravi danni.
Nei tempi nostri il Signore non tenne una via diversa da quella tenuta in antico. Che anzi, o fosse che ove abbondò l’iniquità volle che abbondasse la grazia, o che all’abisso dei nostri mali si richiedesse un abisso di misericordia, ci fornì di un aiuto poderoso sopra ogni altro, e che tutte sopravanza le altre misericordie.
Da lungo tempo e da molte parti mi fu chiesto con grande insistenza di consacrare la nostra Pia Società al Sacro Cuore di Gesù, con atto solenne e perentorio. Specialmente insistettero in questo assunto le nostre Case di Noviziato e di Studentato, congiunte in lega santa, e la cara memoria di quell’indimenticabile nostro Confratello che fu Don Andrea Beltrami. Dopo un lungo ritardo, consigliatomi dalla prudenza, credo opportuno esaudire queste suppliche ora, che il secolo decimonono volge al termine, e si avanza, lieto di molte speranze, il secolo ventesimo.
L’anno scolastico volge al fine anzi in alcuni dei nostri istituti per particolari ragioni già furono dati gli esami e distribuiti i premi, e gli allievi ed anche alcuni Confratelli, per ragioni loro particolari, partirono per le loro case. Per questo motivo desidero che questa lettera non solo sia letta ora, ma venga riletta al principio del nuovo anno scolastico. Si avvicina il tempo in cui per bontà del Signore ci sarà dato di occuparci con maggior impegno del nostro profitto spirituale facendo gli esercizi annuali.
“Già l’anno scorso avrei dovuto e voluto indirizzarvi la presente circolare; ma voi sapete bene quale fosse allora lo stato delle comunicazioni nel mondo intero. L’argomento però non era così strettamente legato a quella data da non poterlo trattare anche ora: mi accingo pertanto a parlarvene in conformità a quanto annunziai nel N. 126 degli Atti del Capitolo. Nel 1944 si compivano cento anni dacché Don Bosco, pubblicando la Vita di Luigi Comollo e un opuscolo sui Sette dolori di Maria, inaugurava quel suo apostolato della stampa, al quale avrebbe dedicato per più di trent’anni la forza dell’ingegno, il suo spirito d’iniziativa e l’ardore del suo zelo sacerdotale.
Le feste del S. Natale e l’incominciamento dell’anno nuovo hanno avvicinati e stretti i cuori dei figli al cuore del Padre in palpiti di affetto, di fermi propositi, di voti augurali di felicità. Giunga a tutti l’espressione della riconoscenza e scendano sul campo dell’apostolato le più copiose benedizioni.
Don Ricaldone sa che in tutte le Case si fecero e si fanno speciali preghiere per la preziosa salute del S. Padre. Questo, che è un dovere per tutti i figli della Chiesa, dev’esserlo particolarmente per tutti che, in tante e così solenni e indimenticabili circostanze, si è sperimentato tutta la paterna e speciale benevolenza del grande cuore del Papa Pio XI. Continue reading “Pietro Ricaldone – Atti del Capitolo superiore della Società salesiana”
Tra ‘800 e ‘900 molte ragazze crebbero in un collegio. Rispetto agli antichi educandati monastici e alle nuove «case di educazione» laiche, più rare e costose, tra le religiose maturò una democratizzazione dell’utenza insieme a un graduale cambio di impostazione educativa.
La diffusione degli internati fu favorita dalla richiesta crescente di istruzione ed educazione, dalla scarsità delle scuole pubbliche e dalla diffidenza verso la mobilità delle allieve.
Nel secondo CG del 1880, presieduto da don Bosco, fu affidato al prefetto generale il compito di “mantenere cogli ispettori una corrispondenza mensuale”, con lo scopo di “essere informato e, a sua volta, informare il Rettor Maggiore dell’andamento delle sue ispettorie”.
Nel secondo CG del 1880, presieduto da don Bosco, fu affidato al prefetto generale il compito di “mantenere cogli ispettori una corrispondenza mensuale”, con lo scopo di “essere informato e, a sua volta, informare il Rettor Maggiore dell’andamento delle sue ispettorie”.
Nel presente articolo, si presenta il contributo del Rettor Maggiore dei Salesiani, Pascual Chávez Villanueva, a conclusione del Giubileo per il centenario della morte del beato Michele Rua, iniziato formalmente il 31 gennaio u.s. nella solennità liturgica del nostro caro Padre fondatore, ricordando il 31 gennaio del 1888, giorno in cui, alla morte di don Bosco, don Rua divenne di fatto il suo primo Successore.
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