José Manuel Prellezo – “Educatore” in “Progetto Educativo Pastorale”

Il termine educatore presenta nella storia della pedagogia e nel linguaggio comune sfumature diverse. L’attenzione dedicata all’argomento dai grandi pedagogisti (Quintiliano, Vives, Comenio, Herbart, Pestalozzi, Fröbel…), pur conservando ancora molti elementi validi, si inserisce oggi in un discorso assai complesso e articolato.

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Mario Pollo,Riccardo Tonelli – “Animazione” in “Progetto Educativo Pastorale”

Con il termine animazione alcuni indicano un insieme di attività di tipo ricreativo-ludico, altri attività di tipo espressivo quali quelle teatrali e infine altri ancora attività di tipo psico-sociale volte a innescare processi vagamente terapeutici e/o di apprendimento nei gruppi umani.

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Guglielmo Malizia – “Partecipazione” in “Progetto Educativo Pastorale”

«Col termine “partecipazione” […] non si intende il semplice fatto di “far parte della vita sociale”, fatto che da quando esiste il rapporto comunitario ha sempre avuto luogo, ma si vuole qualificare un certo tipo di presenza, in base al quale l’uomo contemporaneo riesce ad avere nella complessa società, dinamica ed evolutiva, in cui è immerso, una posizione tale che gli consenta di essere ed operare non come semplice “ oggetto” , ma quale “soggetto” in qualche misura “corresponsabile” e “condeterminante” di tutte le decisioni sociali che, sempre più direttamente e pesantemente lo coinvolgono» (Mattai, 1976, 884).

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Franco Lever – “Comunicazione sociale e educazione” in “Progetto Educativo Pastorale”

Nel parlare di comunicazione sociale è abbastanza facile assumere un punto di vista piuttosto riduttivo e — per questo — fuorviante: per comunicazione sociale si finisce per intendere l’insieme dei messaggi diffusi dai mass-media e ricevuti da un numero enorme di singoli ascoltatori, insieme considerato come un tutto coerente, quasi fosse il messaggio inviato da un super-emittente ed accolto passivamente da ciascuno di noi.

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Klement Poláček – “Orientamento” in “Progetto Educativo Pastorale”

Lo scopo di questo lavoro è di esporre i fini e i metodi dell’orientamento e delinearne così il concetto. Per poterlo fare occorre però prima chiarire il significato di alcuni termini più ricorrenti riguardo all’argomento. Il termine “orientamento” esprime bene la realtà che intende significare. Infatti esso indica la tensione verso una determinata direzione per trovare, tra quelle possibili, la direzione giusta.

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Lorenzo Macario – “L’esperienza, mezzo educativo” in “Progetto Educativo Pastorale”

Il fatto educativo si presenta come rapporto dinamico tra persone, in un contesto ambientale, sociale, culturale: genitori e figli, insegnanti e alunni, educatori ed educandi; società familiare, civile, religiosa, professionale e sudditi, fedeli, membri, generazione adulta e generazione immatura.

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Pietro Gianola – “Metodo” in “Progetto Educativo Pastorale”

Metodo è fare cose giuste (valide) in modo giusto (efficace). La «validità» di un progetto d’educazione dipende dal valore degli obiettivi che si propone di realizzare, dal valore dei contenuti che elabora e comunica, dalla disponibilità degli strumenti e dei mezzi necessari per tradurre le intenzioni in processi attuanti. La sua «efficacia» dipende in gran parte dalla correttezza del metodo usato dagli operatori.

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Natale Zanni – “Professionalità” in “Progetto Educativo Pastorale”

Le osservazioni fatte nel presente paragrafo non sono sufficienti per esaurire il discorso sulla professionalità. Ci permettono però di rilevare in primo luogo che il termine esprime una realtà dinamica, un qualcosa che varia, che si arricchisce con il tempo. Non è perciò pensabile poter acquisire tutto a 20/30 anni, ma è necessario continuare a confrontare quanto acquisito con osservazioni, rilievi che via via vengono fatti da studiosi dei problemi che caratterizzano l’ambiente educativo.

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