Gertrud Stickler – “Risanare e curare le «radici» perché si espanda la vita. Approccio psicologico” in “I giovani tra cultura della vita e cultura della morte. Problematica e orientamenti formativi”

Il testo riflette sulle sfide e le opportunità della crescita personale nella società contemporanea, utilizzando l’albero come metafora per esplorare la complessità dell’esperienza umana.

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Renato Mion – “Analisi fenomenologica e ipotesi interpretative” in “I giovani tra cultura della vita e cultura della morte. Problematica e orientamenti formativi”

L’analisi della condizione giovanile all’interno della cultura e della società contemporanea, spesso delineata attraverso categorie dicotomiche come “cultura di morte” e “cultura di vita”, può suscitare perplessità per la sua mancanza di considerazione della complessità e pluralità delle dimensioni e dei fattori sociali in gioco.

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Renato Mion – “L’immaginario giovanile nella relazione fra i sessi” in “Coeducazione e presenza salesiana. Problemi e prospettive”

L’analisi dell’immaginario giovanile nelle relazioni tra i sessi si concentra sulla prospettiva socio-culturale, privilegiando le dimensioni soggettive e personali, il vissuto e le percezioni dei giovani riguardo alle categorie di genere.
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Paolo Gariglio – “«Chi salirà il monte del Signore? Chi ha mani innocenti e cuore puro». Un’esperienza pastorale diocesana di ispirazione “donboschiana” in “Quaderni di spiritualità salesiana. Nuova serie-4”.

In questo articolo, viene riportata un’esperienza pastorale diocesana di ispirazione “donboschiana”, secondo la quale i giovani sono educatori e testimoni di Gesù per i loro stessi coetanei. In questo senso, dalla sua esperienza Don Paolo Gariglio ne ritrae una vera e propria pedagogia giovanile, dove i giovani formati cristianamente secondo una precisa metodologia diventano a loro volta pastori di altri giovani, costruendo un vero e proprio ponte tra i ragazzi e i sacerdoti e tra il sacerdote e Dio. 

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Autori Vari – Don Della Torre con i giovani in difficoltà

Il testo descrive l’esperienza personale con Don Della Torre, inizialmente presentato come un taumaturgo con fama di santità, ma successivamente rivelatosi un uomo più reale e umano. L’autore riflette sulla sua scoperta leggendo la “Lettera a Thomas Hall”, un libro in cui Don Della Torre esplora la sua vita e le sue convinzioni. Continue reading “Autori Vari – Don Della Torre con i giovani in difficoltà”

Domenico Ricca,Don Giovanni Fedrigotti,Gianni Filippin,Giovanni Battista Bosco,Juan Vecchi ,Nicola Palmisano,Renato Mion – I salesiani si interrogano su emarginazione e disagio giovanile

Il testo apre un convegno salesiano sulla “Emarginazione e disagio giovanile”, dando il benvenuto ai rappresentanti della Famiglia Salesiana. Sottolinea l’importanza di affrontare il problema del disagio giovanile in modo ampio, coinvolgendo educatori e pastori. Descrive il diffuso fenomeno del disagio e dell’emarginazione che colpisce scuole, parrocchie e centri giovanili. Continue reading “Domenico Ricca,Don Giovanni Fedrigotti,Gianni Filippin,Giovanni Battista Bosco,Juan Vecchi ,Nicola Palmisano,Renato Mion – I salesiani si interrogano su emarginazione e disagio giovanile”

Domenico Ricca,Don Giovanni Fedrigotti,Gianni Filippin,Giovanni Battista Bosco,Juan Vecchi ,Nicola Palmisano,Renato Mion – “I Parte” in “I salesiani si interrogano su emarginazione e disagio giovanile”

Il brano apre un convegno salesiano sulla “Emarginazione e disagio giovanile,” accogliendo rappresentanti della Famiglia Salesiana e sottolineando l’importanza di coinvolgere tutti gli educatori. Continue reading “Domenico Ricca,Don Giovanni Fedrigotti,Gianni Filippin,Giovanni Battista Bosco,Juan Vecchi ,Nicola Palmisano,Renato Mion – “I Parte” in “I salesiani si interrogano su emarginazione e disagio giovanile””

Jean-Marie Petitclerc – La pédagogie salésienne face aux défis du monde moderne

Le texte souligne la tendance à critiquer la jeunesse actuelle en la dépeignant comme irrespectueuse et difficile. Cependant, il révèle que ces critiques ont été formulées il y a des millénaires par des figures telles que Socrate, Hésiode et un prêtre égyptien. L’auteur remet en question la validité des reproches envers la jeunesse contemporaine. Continue reading “Jean-Marie Petitclerc – La pédagogie salésienne face aux défis du monde moderne”

Pietro Braido – Teddy-boys di sempre

La stampa non è venuta meno al suo dovere. Ha gridato all’allarme. Ha creato un’opinione; ed ogni tanto la rinnova. Non le mancano i fatti, talvolta anche tragici. Poi, com’è giusto e buono, tace. Altri problemi grandi e minuti l’impegnano altrove: altri avvenimenti, conferenze, incontri, cronache mondane con gli abituali divorzi e le separazioni, immancabili all’appuntamento quotidiano come i delitti e le disgrazie stradali. Si tratta, ancora, spesso di «teddy-boys», più attempati, più dignitosi, più « giudiziosi ». Sono adulti, persone per bene, uomini capaci e di
grandi iniziative. Per qualcuno, ad esempio, non è nemmeno cattiva azione involare ad un altro la moglie legittima, abbandonando la propria e reciprocamente.

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Pietro Braido – Appunti per una interpretazione pluridimensionale della «contestazione giovanile»

L’ occasione offerta da alcune forme particolarmente vistose nel tempo, nello spazio, nei metodi, della «contestazione» (tra cui quella «globale») invita a impostare il discorso secondo approcci molteplici con intenti prevalentemente pedagogici. Si proporranno qui alcune «proposte» che riguardano sostanzialmente i seguenti punti: 1) la descrizione del fenomeno; 2) le remote matrici psico-sociologiche; 3) condizioni più immediatamente « situazionali »; 4) orientamenti interpretativi più generali; 5) ipotesi di intervento in senso prevalentemente educativo.

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Pietro Braido – Don Bosco per i giovani: l’ « oratorio » una « congregazione degli oratori »

Piccole vicende, a un certo punto del tutto ovvie, hanno portato don Bosco a fermarsi a Torino, prete proveniente dalla campagna, perfettamente acclimatato col mondo della città. Erano stati ardui, al paese, i primi passi segnati dalle concrete difficoltà di studiare e seguire la vocazione ecclesiastica. Decisiva fu la scelta operata alla fine della sua formazione clericale, nel 1844. In teoria avrebbe potuto optare di nuovo per l’universo di origine, ritornare alle « radici » familiari, ambientali, culturali, come semplice potenziale « curato di campagna ». Ma in pratica le esperienze degli anni 1841-1844 lo avevano già preorientato in una certa direzione: l’occuparsi di ragazzi con particolari problemi morali e religiosi, diversi da quelli finora incontrati nelle sue terre e nella cittadina della sua formazione studentesca e seminaristica, la quieta Chieri, tradizionale, quasi « monacale ».

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