Natale Zanni – “Orientamenti e attuazioni delle scuole professionali salesiane” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

Allora le scuole professionali erano poco sviluppate e poco considerate nella società. La maggior parte della formazione professionale, se non la totalità, avveniva attraverso l’apprendistato presso la bottega di artigiani. Non vi era interesse per una “scuola professionale” strutturata, anche perché l’industria non era molto sviluppata. Lo stesso don Bosco non chiamava le sue opere dedicate alla formazione dei giovani operai: “scuole professionali salesiane”, ma Laboratori, Officine, Ospizi per arti e mestieri, Casa per artigiani.

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Vittorio Chiari – “Arese 1955-1972: casa per i perdenti nella vita-terra natale dell’operazione mato grosso” in “Salesiani di Don Bosco in Italia. 150 anni di Educazione”

“La trasformazione della casa di rieducazione Cesare Beccaria di Arese in centro giovanile salesiano sembrerà tra qualche anno una favola, nella migliore delle ipotesi verrà narrata
come un fioretto francescano o un sogno di don Bosco. E invece storia: non un semplice fat- to, ma un evento. Molti protagonisti sono ancora viventi. Alcuni non sono più: Paolo VI, Don
Della Torre, il prof. Bontadini, Aldo Moro, Ezio Vigorelli, l’ing. Setti, tanti giovani d’allora”.

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Waldemar Witold Żurek – “Le scuole salesiane tra le due guerre mondiali come risposta ai bisogni del popolo in un periodo di significativi cambiamenti sociali e culturali” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

Nella Polonia, che scomparve nel 1795 dalla carta politica dell’Europa e vi riapparve nel 1918, la Società Salesiana incominciò la sua attività nel 1892 a Miejsce, paese sperduto, nella diocesi di Przemysl, della regione Galizia, all’epoca politicamente appartenente all’impero Austro-Ungarico. A fondarla fu uno dei primi salesiani polacchi don Bronisiaw Markiewicz, che per motivi di forti contrasti con i Superiori di Torino, inerenti all’interpretazione e all’applicazione nella prassi del carisma salesiano in un altro contesto sociale e culturale, decise di fondare una propria congregazione religiosa, rifacendosi allo spirito originario di don Bosco, e lasciò i salesiani nel 18973.

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Silvano Oni – “Salesiani e l’educazione dei giovani durante il periodo del fascismo” in ” Salesiani di Don Bosco in Italia”.

Gli anni che la storiografia italiana, a proposito della propria storia nazionale, denomina come Età fascista, sono anni particolarmente difficili per quanto riguarda la situazione politica, caratterizzata in Italia dal totalitarismo imposto da Mussolini, con tutte le gravi conseguenze che ne sono derivate. Ma si possono, senza dubbio, intendere come particolarmente difficili anche per quel che riguarda il tema che più direttamente desidero affrontare: l’educazione dei giovani. In pochi momenti della sua storia, infatti, la Chiesa è stata sfidata in modo così risoluto sul campo dell’educazione dei giovani come è avvenuto, in questi anni, da parte del regime fascista: con un progetto di uomo nuovo alternativo a quello cristiano, con un’organizzazione per fascia d’età che entrava in diretta concorrenza con le organizzazioni ecclesiali, con una disponibilità di mezzi e strutture che era decisamente superiore a quella di cui il mondo ecclesiale in generale, e salesiano in particolare, potevano disporre, con la pretesa, infine, di riservare l’educazione giovanile alla propria esclusiva competenza. Continue reading “Silvano Oni – “Salesiani e l’educazione dei giovani durante il periodo del fascismo” in ” Salesiani di Don Bosco in Italia”.”

Pietro Braido – Sergio Hessen e la scuola moderna

Nell’ultimo dopoguerra la figura di Sergio Hessen ha assunto un particolare significato nella storia della cultura pedagogica italiana, che ha potuto mettersi a contatto con la quasi totalità della sua produzione scientifica ed è stata evidentemente influenzata da alcune delle sue caratteristiche istanze in rapporto alla soluzione di acuti problemi della scuola.

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Pietro Braido – Insegnanti e educatori

Non c’è da stupirsi che nell’agitarsi delle questioni educative e scolastiche, le discussioni oscillino quasi prevalentemente tra due poli: alunni e insegnanti, giovani e adulti. In una delle fasi più torride, anche climaticamente, si è parlato e scritto molto, polemicamente, di «gioventù bruciata» o di «teddy-boys» e di «somari in cattedra». Sono seguite immediatamente le giuste e doverose rettifiche, le riserve, le smentite. I «giovani d’oggi», nella gran massa, nella quasi totalità, sono come furono sempre, un impasto di virtù, di positive speranze, di belle energie, inscindibili da difetti, debolezze e incertezze preoccupanti.

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Pietro Braido – Una politica della gioventù

Nel discorso programmatico pronunciato dal Capo del Governo italiano il 2 agosto u. s. ci ha colpito tra gli altri un impegnativo riferimento ai giovani: «La politica della scuola deve poi avere un coronamento in una politica della gioventù. Essa scaturirà dalle politiche dei Ministeri della Pubblica Istruzione, del Lavoro, della Difesa, dell’Interno, del Turismo e dello Spettacolo, della Sanità, se esse saranno con opportuno coordinamento, volte a offrire ai giovani il migliore
ambiente e le più serene prospettive di formazione civica, di istruzione professionale, di lavoro, di ricreazione, che riaprano il cuore dei giovani alla speranza, e li inseriscano come forze rinnovatrici nella vita nazionale».

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Pietro Stella – Giovanni Bosco, Santo

G IO VAN N I Bosco, santo. – Stando ai propri ricordi personali G. nacque
il 15 ag. 1815, festa religiosa dell’Assunta e perciò beneaugurante secondo la mentalità ecclesiastica; stando ai registri parrocchiali di Castelnuovo d’Asti (dal 1930 Castelnuovo Don Bosco) nacque dalle seconde nozze di Francesco con Margherita Occhiena il 16 agosto, festa di s. Rocco, ugualmente propizio secondo la mentalità contadina, e fu battezzato il giorno successivo con i nomi di Giovanni Melchiorre.

Periodo di riferimento: 1815 – 1999

P. Stella, «Giovanni Bosco, Santo», in «Treccani» (2014), 1-13.

Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana
Università Pontificia Salesiana

Pietro Braido – Libertà uguaglianza laicità nei progetti scolastici della rivoluzione francese

Iniziati gli Stati generali con la seduta di apertura (5 maggio 1789) e il compito di risolvere problemi specifici, l’Assemblea Nazionale, rapidamente costituita (17 giugno), mirò a obiettivi più radicali: «stabilire la Costituzione del regno e operare la rigenerazione dell’ordine pubblico». Era inevitabile che a un certo punto dovesse sentirsi impegnata a riorganizzare su nuove basi e con un nuovo spirito l’intero sistema scolastico, incominciando a innovare rispetto alle «piccole scuole» d’ancien regime. Dei vari progetti furono spesso sottolineate le carenze, le contraddizioni, la frammentarietà e soprattutto l’inefficacia. Sono tematiche rilevanti, tanto più incisive quanto più vengono dibattute in   un clima «rivoluzionario», ricco di passioni e di violenze, legali e illegali, che anche in seguito talora impediranno confronti e discussioni pacati e razionali. Sembra essere anche questo un aspetto non secondario della «eredità della Rivoluzione francese». Continue reading “Pietro Braido – Libertà uguaglianza laicità nei progetti scolastici della rivoluzione francese”

Pietro Braido – Educazione, liberazione, impegno politico

Nel corso della breve ricerca « speculativa » non si dimenticherà che la riflessione è in funzione dell’azione e che anche il pensiero può e deve diventare elemento essenziale di questa; si vorrebbe essere in qualche modo « filosofi » che non interpretano soltanto il mondo, ma che intendono contribuire a mutarlo, come richiede Marx nell’XI tesi su Feuerbach.Perciò, sebbene le considerazioni che seguono si propongano semplicemente di esplicitare i termini « educazione, liberazione, impegno politico »
e i nessi reali di dipendenza reciproca, si cercherà di non dimenticare mai che,
in definitiva, soltanto nella prassi i concetti analizzati dovranno trovare la più
convincente verifica. In questa direzione anche la ricerca della verità si traduce in un atto di giustizia e di amore, in un fatto politico

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