Francesco Motto – L’azione mediatrice di Don Bosco nella questione delle sedi vescovili vacanti in Italia

Il presente studio intende entrare nel merito di un problema storiografico non ancora pienamente indagato, vale a dire la reale consistenza e portata storica dell’azione di don Bosco negli anni 1858-1878 in seno alla politica ecclesiastica del regno di Sardegna prima, e del regno d’Italia dopo.

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Maria Concetta Ventura – L’immagine di Don Bosco sulla stampa italiana

Il volume raccoglie gli articoli dei diversi giornali che hanno parlato di Giovanni Bosco durante le tappe del cammino verso la santità. Dopo un inquadramento storico-politico e un accenno alla stampa periodica italiana dei decenni 1888-1934 si sofferma l’attenzione su tre momenti: la morte di Don Bosco, la beatificazione, la santificazione. Di ognuno se ne tratta a partire dalle diverse testate giornalistiche, ognuna proponendo titoli e fatti diversi i quali risaltano tutti l’unicità di quest’uomo.

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Francesco Motto – Storia di un proclama. Milano 25 aprile 1945: appuntamento dai Salesiani

Con la liberazione di Milano il 25 aprile 1945 si concludeva, dopo venti mesi di lotta, la resistenza italiana contro il fascismo e le truppe di occupazione tedesche. Sei mesi dopo, il 22 ottobre, don Pietro Berruti, vicario del Superiore generale dei Salesiani, scrivendo al superiore di Roma perché invitasse i suoi confratelli a mettere per iscritto quanto era stato fatto
«per venire incontro ai gravissimi bisogni dell’ora presente» aggiungeva: «Sappiamo per esperienza che i Salesiani sono assai pronti a fare il bene a costo anche di gravi sacrifici, ma che sono piuttosto ritrosi, e alle volte del tutto refrattari, a stendere
la relazione di ciò che fanno».

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Francis Desramaut – “VII. La grande expansion (1878-1883)” in “Cahier Salésiens. Etudes préalables à une biographie de saint Jean Bosco”

Ce volume fait partie d’une collection de texts, écrits en français, qui racontent la vie de Don Bosco. Dans le premier chapitre les sujets abordés sont les suivants: 1) Le rapport entre Don Bosco et le Pape Léon XIII et l’invitation à l’audience privée avec le pontife 2) L’affaire Gastaldi: un nouveau litige entre Don Bosco et Gastaldi, l’archevêque de Turin, à cause de la célébration de la mort de Pie IX 3) L’abrogation des principeaux privilèges des Salésiens

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Iván Ariel Fresia – Carlo Conci, catolicismo social y movimiento obrero en Argentina (1915-1930) in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

Abordamos el movimiento de los católicos sociales desde 1915 hasta 1930, fecha
en que los Circulos de Obreros (CCOO) y la Union Popular Católica Argentina (UPCA) pierden influencia en las luchas sociales cediendo lugar a la emergente Acción Católica Argentina. En este contexto situamos la experiencia del salesiano Carlo Conci (1877-1947)2 en la conducción de la Junta Central de los CCOO y corno presidente de la UPCA.

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Giorgio Rossi – “La politica culturale italiana all’estero e l’idealità della “patria”: i salesiani in Argentina e in Medio Oriente” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

La drammatica situazione dei cristiani in Medio Oriente, e soprattutto del cristianesimo arabo, ci induce a riflettere su un tema che, almeno in parte, è strettamente inerente a ciò che i recenti avvenimenti ci hanno suggerito. La finalità, in particolare, che ci prefiggiamo con il presente intervento non è tanto quella di evidenziare il rapporto tra salesianità e politica in determinate zone del mondo salesiano, quanto quella di analizzare come i salesiani fuori l’Italia si sono rapportati con la politica largamente “culturale” messa in atto all’estero dai governi italiani del periodo crispino, giolittiano e soprattutto fascista.

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Silvano Oni – “Salesiani e l’educazione dei giovani durante il periodo del fascismo” in ” Salesiani di Don Bosco in Italia”.

Gli anni che la storiografia italiana, a proposito della propria storia nazionale, denomina come Età fascista, sono anni particolarmente difficili per quanto riguarda la situazione politica, caratterizzata in Italia dal totalitarismo imposto da Mussolini, con tutte le gravi conseguenze che ne sono derivate. Ma si possono, senza dubbio, intendere come particolarmente difficili anche per quel che riguarda il tema che più direttamente desidero affrontare: l’educazione dei giovani. In pochi momenti della sua storia, infatti, la Chiesa è stata sfidata in modo così risoluto sul campo dell’educazione dei giovani come è avvenuto, in questi anni, da parte del regime fascista: con un progetto di uomo nuovo alternativo a quello cristiano, con un’organizzazione per fascia d’età che entrava in diretta concorrenza con le organizzazioni ecclesiali, con una disponibilità di mezzi e strutture che era decisamente superiore a quella di cui il mondo ecclesiale in generale, e salesiano in particolare, potevano disporre, con la pretesa, infine, di riservare l’educazione giovanile alla propria esclusiva competenza. Continue reading “Silvano Oni – “Salesiani e l’educazione dei giovani durante il periodo del fascismo” in ” Salesiani di Don Bosco in Italia”.”

Pietro Stella – Religiosità vissuta in Italia nell’800

Nel triennio giacobino e negli anni immediatamente successivi la religiosità individuale e collettiva, così come si era andata ponendo ed esprimendo, era stata un fatto complesso, ambivalente o anche ambiguo. Nella costernazione generale prodotta dall’incombere in Italia delle armate francesi nel 1796, varie immagini della Vergine furono viste piangere o muovere gli occhi nelle Marche, in Umbria, a Roma, nel Lazio e
persino in Puglia presso Taranto. A Imola il cardinale vescovo Barnaba Chiaramonti, preoccupato di disordini luttuosi, in un’omelia, che ebbe subito larga risonanza, pose in luce le radici evangeliche ch’era possibile scorgere nella fraternità democratica.

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Pietro Braido – Politica dell’educazione e educazione politica

Nell’articolo in questione si discute dell’educazione politica nella scuola italiana intorno al 1980, analizzandone la situazione critica. In particolare le riflessioni vertono su due punti centrali: l’esistenza e l’educazione politica non è una realtà (o un compito) chiusa in se stessa, ma si inserisce in una più ampia gamma di rapporti sociali e in un orizzonte più vasto di vitalità personale; e la gestione democratica della scuola può offrire elementi validi per superare alcune delle difficoltà indicate ma a patto che venga inserita in un quadro operativo e istituzionale molto più vasto e articolato, che riconosce, ricupera e potenzia altri fattori antichi e nuovi: famiglia, associazionismo, forze economiche e politiche, ispirazioni e strutture di orientamento culturale, morale e religioso.

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Pietro Braido – Ancora educazione politica

L’attenzione quotidiana è polarizzata e sollecitata da fatti di cronaca, eventi pubblici più o meno drammatici, talvolta scadenze diversamente decisive (terrorismo ricorrente, scandali nel campo tributario e finanziario, crisi di governo, elezioni amministrative, referendum …), che suscitano interrogativi e reazioni o impongono scelte inevitabili e doverose di carattere non solo morale, ma anche schiettamente politico. Sono continuamente richieste, perciò, valutazioni e formulazioni di giudizi dalle componenti complesse.

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