William John Dickson – “The educational impact of the salesian work in South Africa. A preliminary survey” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

The focus of this article is the question, what has been the educational impact of the Salesian work in South Africa since its foundation until the 1950s? This article begins with the foundation that the Salesians made in Cape Town, yet it focuses on the educational models that the Salesians were working with and the South African educational context in which this work developed.

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Juan Bottasso – “I salesiani e l’educazione in America Latina” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

Nell’ambito del tema dell’educazione salesiana in America Latina il saggio tratta dello sviluppo di quelle linee che hanno guidato l’attività della Congregazione nel continente, fino alla metà del secolo ventesimo, segnalando i fattori che hanno condizionato i cambiamenti di rotta nei vari momenti storici. Continue reading “Juan Bottasso – “I salesiani e l’educazione in America Latina” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014””

Tadeusz Lewicki – “Il volto e la missione del teatro educativo” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

È ben nota e studiata l’intuizione pedagogica di san Giovanni Bosco di riconoscere il valore educativo del teatro e di introdurlo nella vita quotidiana delle istituzioni educative da lui fondate; e l’attività del Santo in veste di adattatore-scrittore di opere teatrali e dei relativi allestimenti, in diverse occasioni, ha fornito un ottimo esempio per i salesiani educatori che seguirono le orme del fondatore nelle loro attività teatrali, sia come scrittori, sia come registi, o per usare l’espressione delle costituzioni di allora, come direttori del teatrino.

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Mara Borsi – “L’oratorio festivo delle figlie di Maria Ausiliatrice per l’educazione integrale delle ragazze (1888-1950)” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

La formazione di donne intraprendenti e responsabili di fronte a se stesse, alla famiglia, alla società, alla Chiesa è la finalità che orienta le Figlie di Maria Ausiliatrice nell’animazione degli oratori, delle scuole, delle associazioni, delle opere di formazione al lavoro e di assistenza. Dalle origini dell’istituto l’oratorio è un importante campo di attività promozionale e formativa, ma non è l’unico.

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Natale Zanni – “Orientamenti e attuazioni delle scuole professionali salesiane” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

Allora le scuole professionali erano poco sviluppate e poco considerate nella società. La maggior parte della formazione professionale, se non la totalità, avveniva attraverso l’apprendistato presso la bottega di artigiani. Non vi era interesse per una “scuola professionale” strutturata, anche perché l’industria non era molto sviluppata. Lo stesso don Bosco non chiamava le sue opere dedicate alla formazione dei giovani operai: “scuole professionali salesiane”, ma Laboratori, Officine, Ospizi per arti e mestieri, Casa per artigiani.

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John Itzaina – “The «Epistolario» of Don Bosco: fifty-eight letters to Clara Louvet” in “Don Bosco’s place in history”

The contents of the 58 letters exchanged between Don Bosco and the French Salesian Cooperator, Claire Louvet (their first meeting took place in 1881), reveal much about the Saint’s character, as Itzaina points out in her essay: his interests and his curious nature, his humor, his sensitivity and delicacy in approaching a woman and his opinions on various topics. In addition, the portrait emerges of a man who knows how to laugh at himself, but also of a guide who, with fatherly affection, instructs, corrects and exhorts the other to establish a closer union with God.

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Silvano Oni – “Salesiani e l’educazione dei giovani durante il periodo del fascismo” in ” Salesiani di Don Bosco in Italia”.

Gli anni che la storiografia italiana, a proposito della propria storia nazionale, denomina come Età fascista, sono anni particolarmente difficili per quanto riguarda la situazione politica, caratterizzata in Italia dal totalitarismo imposto da Mussolini, con tutte le gravi conseguenze che ne sono derivate. Ma si possono, senza dubbio, intendere come particolarmente difficili anche per quel che riguarda il tema che più direttamente desidero affrontare: l’educazione dei giovani. In pochi momenti della sua storia, infatti, la Chiesa è stata sfidata in modo così risoluto sul campo dell’educazione dei giovani come è avvenuto, in questi anni, da parte del regime fascista: con un progetto di uomo nuovo alternativo a quello cristiano, con un’organizzazione per fascia d’età che entrava in diretta concorrenza con le organizzazioni ecclesiali, con una disponibilità di mezzi e strutture che era decisamente superiore a quella di cui il mondo ecclesiale in generale, e salesiano in particolare, potevano disporre, con la pretesa, infine, di riservare l’educazione giovanile alla propria esclusiva competenza. Continue reading “Silvano Oni – “Salesiani e l’educazione dei giovani durante il periodo del fascismo” in ” Salesiani di Don Bosco in Italia”.”

Mario Filippi – “Il CCS e l’elledici: un centro e un’editrice a servizio di una formazione integrale dei giovani(1939-1980)” in ” Salesiani di Don Bosco”.

L’opera salesiana che viene presentata in queste pagine, per molti versi è singolare
rispetto alle comuni opere nelle quali i salesiani svolgono la loro missione; per questo parlare della Elledici e del Centro Evangelizzazione e Catechesi Don Bosco, a prima vista, sembrerebbe solo un discorso interno o “di famiglia”, che interessa quasi esclusivamente i salesiani. L’opera svolta da queste due istituzioni, infatti, è chiaramente una attività di indole intra-ecclesiale, dove si parla di catechismi, di testi di religione cattolica, di evangelizzazione, di spiritualità.

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Guglielmo Malizia,Mario Tonini – “La federazione CNOS- FAP in Italia. Il retaggio di 30 anni di storia e di esperienza (1980-2010)” in ” Salesiani di Don Bosco in Italia”.

Il seguente elaborato ripropone una riflessione salesiana in campo professionale, servendosi delle parole di uno dei nostri maggiori esperti in materia, José Manuel Prellezo: “Nel lungo e laborioso cammino percorso dai laboratori di Valdocco alle scuole tecnico-professionali
salesiane sono riscontrabili tappe differenziate nelle quali, pur con qualche ombra o incertezza, emerge sempre più chiaramente l’impegno per i giovani operai come aspetto essenziale della missione dei figli di don Bosco”.

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Vittorio Chiari – “Arese 1955-1972: casa per i perdenti nella vita-terra natale dell’operazione mato grosso” in “Salesiani di Don Bosco in Italia. 150 anni di Educazione”

“La trasformazione della casa di rieducazione Cesare Beccaria di Arese in centro giovanile salesiano sembrerà tra qualche anno una favola, nella migliore delle ipotesi verrà narrata
come un fioretto francescano o un sogno di don Bosco. E invece storia: non un semplice fat- to, ma un evento. Molti protagonisti sono ancora viventi. Alcuni non sono più: Paolo VI, Don
Della Torre, il prof. Bontadini, Aldo Moro, Ezio Vigorelli, l’ing. Setti, tanti giovani d’allora”.

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Albino Ronco – Aspetti psicologici emergenti dalla “Vita” di Domenico Savio

Una lettura della Vita di Domenico Savio scritta da don Bosco dal punto di vista psicologico presenta evidenti problemi di metodo. In primo luogo non si tratta di osservare e interpretare la condotta di una persona presente, ma di utilizzare la descrizione lasciataci da altri, in
questo caso da don Bosco. Oltre ad affidare ai competenti la valutazione della oggettività di
questa descrizione, resta il fatto che don Bosco si è servito di categorie descrittive, utili per i suoi intenti educativi, in un periodo in cui la psicologia scientifica doveva ancora nascere.

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Carlo Nanni – Destinazione educativa, convinzioni pedagogiche e idea di educazione: lettura pedagogica della “Vita”.Domenico Savio raccontato da don Bosco: riflessioni sulla Vita. Atti del Simposio

Leggerò la Vita del giovanetto Savio Domenico scritta da don Bosco in linea con quelli che mi sembrano i modi prevalenti della coscienza pedagogica contemporanea (attenta ai diritti umani, ad interventi che promuovano il diritto di tutti e ciascuno all’apprendimento per tutta la vita in vista di una esistenza e di uno sviluppo umanamente degno; e che opera a livello di educazione formale, non formale e informale, ricercando l’integrazione tra scuola, famiglia, sistema della comunicazione sociale e vita sociale nella sua globalità).

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Guido Gatti – Dall’osservanza della legge alla crescita: lettura etica della “Vita”. Domenico Savio raccontato da don Bosco: riflessioni sulla Vita. Atti del Simposio

In certe zone d’Italia, le ragazze orfane o trovatelle, ospitate negli istituti di carità pubblica venivano in passato chiamate popolarmente le “pericolanti”. Era naturalmente un termine brutalmente lesivo della dignità di quelle poverette che, a così caro prezzo, venivano mantenute. Questo anche a prescindere dal fatto che il termine rispondesse o meno alla realtà.
Don Bosco, pur usando raramente, e magari senza un significato così crudo, la stessa parola, presentava spesso ai suoi benefattori, nel chiedere il loro sostegno materiale alla sua opera, un quadro abbastanza simile dei ragazzi da lui ospitati.

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Andrea Bozzolo – Missione e santità di Domenico Savio. Domenico Savio raccontato da don Bosco: riflessioni sulla Vita. Atti del Simposio

L’esperienza spirituale dei santi è un dono incomparabile che Dio offre alla sua Chiesa, non soltanto come motivo di ammirazione e di imitazione, ma più profondamente come luogo teologico in cui vedere riflessa, attraverso la splendida tavolozza della loro diversità, la multiforme ricchezza del suo mistero. Il senso della presenza dei santi all’interno della comunità cristiana, infatti, non consiste ultimamente nel richiamare la sua attenzione sulla grandezza delle loro imprese, la ricchezza dei loro carismi e l’eroicità della loro virtù, ma piuttosto nell’indirizzare il suo sguardo alla contemplazione del volto di Cristo che, proprio attraverso ciò che lo Spirito compie in loro, offre al mondo un riverbero della sua Gloria.

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