Trento, settembre 1955: XXVIII Settimana Sociale dei Cattolici d’Italia.
Tema di studio: Società e Scuola.
Trento, settembre 1955: XXVIII Settimana Sociale dei Cattolici d’Italia.
Tema di studio: Società e Scuola.
La soluzione dei concreti problemi educativi e scolastici non può sempre porsi come risultato logico e lineare di una deduzione razionale da premesse astratte incontrovertibili. Quanto più ci si accosta alla realtà individua tanto più occorre l’adattamento alle situazioni storiche, sociologiche, psicologiche contingenti.
Non è possibile nascondere quanto, nella impostazione di questo fascicolo di «Orientamenti Pedagogici», ci abbia lasciato perplessi la reminiscenza di uno dei geniali «Pensieri sull’educazione» di Gino Capponi, diretto contro l’infatuazione del metodismo e della pedagogia scientifica:
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«II problema della scuola se altrove può assumere essenzialmente l’aspetto di dibattito di principii didattici e pedagogici, nei Paesi latini è problema squisitamente politico. Il contrasto fra Chiesa e Stato forma così il substrato latente del problema della Scuola». Mai avevamo pensato che la «scienza laica» potesse giungere ad analisi così acute della situazione attuale. Incominciamo a comprendere perchè l’anima del laicismo sia il problematicismo, il dubbio critico, il «dialogo» mai conclusivo. Con simili conclusioni!. A qualche vero assoluto ha il diritto di arrivare soltanto chi onestamente e impegnativamente ricerca, facendosi discepolo della verità e non imponendo schemi alla realtà.
Dal 28 aprile al 1° maggio si è svolto a Padova e a Venezia il Congresso dell’Associazione Pedagogica Italiana intorno al duplice tema: 1) La tradizione umanistica e il problema dell’integrazione della cultura tecnico-scientifica nell’educazione contemporanea; 2) Corresponsabilità delle forze produttive del paese nella soluzione del problema scolastico italiano. Non vogliamo anticipare una relazione sui densi lavori svolti.
Da vari punti di vista noi vorremmo che le «dottrine dell’educazione», da qualsiasi parte vengano proposte, dessero prova di serietà «dottrinale»: a) sul piano dell’impegno teoretico (o anche del disimpegno, se si crede di doverne prescindere per ragioni metodologiche o soltanto contingenti); b) sul piano storico, se il riferimento alla storia è ritenuto (come dev’essere) fecondo e positivamente suggestivo; c) sul piano della ricerca scientifica, in questo caso prevalentemente di indole sociologica e psicologica; d) ed infine sul piano pratico, organizzativo-costruttivo, quando dalla teoria si intendano ricavare programmi concreti di azione.
Continue reading “Pietro Braido – «Una dottrina socialista dell’educazione»”
La questione dell’umanesimo non è soltanto problema di latino e di classicismo. Nè è scuola umanistica solo quella in cui le « humanae litterae » occupano un posto di privilegio. La questione dell’umanesimo va sempre più ampliata e integrata fino ad abbracciare il problema
della validità educativa di ogni momento e di ogni elemento della cultura, in funzione d’una crescita umana totale, sul piano individuale e sociale.
Con Decreto del 2 luglio p. p., la S. Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi, il dicastero ecclesiastico preposto all’organizzazione scolastico-educativa cattolica, erigeva ufficialmente presso la Facoltà di Filosofìa del Pontifìcio Ateneo Salesiano di Torino, un Istituto Superiore di Pedagogia, con la facoltà giuridica di conferire i gradi accademici di licenza e laurea in Filosofia-Pedagogia. Il fatto, per quanto ci riguardi direttamente, non va sottotaciuto.
È obbligo di giustizia segnalare un avvenimento che riteniamo avere un particolarissimo significato nel momento attuale degli studi pedagogici e un valore esemplare.
Continue reading “Pietro Braido – Una scuola universitaria di pedagogia”
II disegno di legge relativo all’ ordinamento della scuola secondaria non statale dell’ex-Ministro della P. I. Paolo Rossi, da lui illustrato in una conferenza-stampa dell’aprile scorso, ha provocato
un piccolo terremoto non solo nella stampa periodica pedagogica, ma anche in settimanali e quotidiani di informazione. Ci proponiamo di tornare in altro momento sulla questione, prescindendo dalla cronaca spicciola e dalla polemica episodica, pur tenendo conto della svariata massa di «argomenti» e di «ragioni». emersi nelle più diverse zone ideologiche e politiche. Crediamo, tuttavia, interessante anticipare qualche impressione sugli «stati d’animo», davvero caratteristici, anche se non sorprendenti, affiorati o esplosi.
Continue reading “Pietro Braido – “Il «pericolo mortale»” in “Orientamenti pedagogici””
Tenteremo di offrire in questa rassegna i dati ricavati da alcune opere generali o da monografie o da articoli di psicologia scientifico-positiva relativi al concetto di nomo. Il «mistero dell’uomo», infatti, pur attingendo le sue più elevate e profonde formulazioni sul piano della filosofia e della teologia, si rivela con dati fondamentali e decisivi anche sul piano del sapere scientifico biologico e psicologico.
La recente scomparsa di Gaetano Salvemini ci ha sospinti a rimeditare le sue più caratteristiche idee di politica scolastica, con particolare riferimento al tema centrale, la scuola laica, che fu anche oggetto di suoi energici interventi al VI Congresso Nazionale della Federazione degli Insegnanti delle Scuole Medie, tenuto a Napoli dal 24 al 29 settembre 1907.
Educa chi ne ha il diritto. Meglio, educa chi ne ha il dovere. Oppure, educa chi ne è degno e capace. In linguaggio pedagogico, le tre proposizioni possono essere vere e false. Perchè ognuna presa isolatamente può essere infondata, infeconda, inoperante oppure consistente, significativa, vitale. Più realisticamente, dal punto di vista dell’educatore la vera educazione si attua per la sintesi dei tre aspetti: dovere, diritto, capacità effettiva.
Nel noto romanzo di Gilbert Cesbron «Cani perduti senza collare», l’avvocato Darrier, il protettore della gioventù abbandonata, dice: «Bisogna che il Tribunale sappia bene che i ragazzi non vivono soltanto di nutrimento e di aria buona; e — per sgradito che ciò possa sembrare — le durezze d’una madre mancano loro più delle tenerezze di un’assistente. Bisogna che il Tribunale sappia che i ragazzi muoiono d’amore. Ora, vi chiedo di rendere questo alla sua famiglia. Un fatto nuovo? Eccolo, signor Procuratore: si è trovato per i Forgeot un alloggio decente; Marco e suo fratello, ormai avranno la loro camera…
Un’ esatta determinazione della posizione dello stato di fronte al problema educativo deve necessariamente partire dalla messa a fuoco dei termini principali che vi sono implicati: la personalità umana dell’educando, inserito normalmente in una famiglia o, almeno, per nascita costituito in uno specialissimo ineliminabile, naturale, rapporto con i «parentes»; la natura e i finì dell’ educazione; la natura e i fini dello stato.
Non si parlerà soltanto dei diritti educativi della Chiesa, ma anche e insieme dei doveri gravi e stupendi che incombono a tutti coloro che vivono nella Chiesa attivamente responsabili, sia pure in misura diversa. I diritti anche in questo caso si riassumono in proposizioni molto semplici o troppo complicate: ovvie e lineari per chi accetta il punto di vista cattolico, estremamente logico, ragionevole alla luce delle premesse della Fede, consapevolmente e liberamente accolta; ostiche, invece, per chi vive ai margini della Chiesa, fiero della sua, «libertà»; individuale oppure per chi addirittura la giudica troppo da lontano per poterne adeguatamente valutare l’essenza, gli scopi, e la reale posizione storica.
Continue reading “Pietro Braido – “Educare come missione religiosa” in “Orientamenti pedagogici””
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