Pietro Braido – 10 maggio 1884

Non è una data storica, almeno secondo criteri diffusi. Ma per chi ha familiare, quotidiana, la preoccupazione educativa e di essa talora medita le ragioni profonde, può riuscire doveroso e fecondo rievocarla. Del 10 maggio 1884 è quello che riteniamo il documento più limpido
ed essenziale della pedagogia di Don Bosco, uno dei più significativi dell’educazione cristiana.

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Pietro Braido – Intelligenza e cuore in un valido messaggio educativo. Ricordo di Don Bosco nel 150° anniversario della nascita

Il seguente articolo scritto in occasione del 150° anniversario della nascita di Don Bosco ripercorre i due elementi fondamentali e significativi del suo messaggio: l’intelligenza, l’intuizione, del suo tempo e dei suoi fenomeni caratteristici, specialmente se connessi con la preponderante vocazione giovanile, e il quasi connaturale istinto di adeguarvi pensieri, sentimenti, azioni; e insieme, l’amore, sincero e profondo, la schietta simpatia, che segnò inconfondibilmente la sua azione umana, cristiana, sacerdotale.

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Don Giovanni Fedrigotti,Sr. Bianca Maria Bianchi – Progetto educativo nazionale. Il progetto educativo della scuola e della formazione professionale dei salesiani di Don Bosco e delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia

Il Progetto educativo, illustrato all’interno di questo testo, è chiamato a presentare l’«identità» nazionale della scuola salesiana a livello pubblico, sia ecclesiale che civile, coniugando insieme il tesoro della tradizione salesiana ed ecclesiale e le acquisizioni delle moderne scienze umane e degli approcci scolastici più evoluti.

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Pietro Braido – Pedagogia perseverante tra sfide e scommesse

Indice:

  • 1. Ricupero dell’educazione nella totalità delle dimensioni e nell’unità di direzione
  • 2. La pedagogia nel «sistema» delle «scienze dell’educazione»
  • 3. Il «sistema preventivo» di don Bosco potenziale «pedagogia»
  • 4. Gli «educatori»: unità di opzione negli indirizzi di base e molteplicità di collaborazioni coordinate

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Giovanni Bosco – Scritti pedagogici e spirituali

La presente raccolta di scritti e documenti, quelli più sintetici e incisivi, in gran parte «classici» in rapporto alle esperienze e alle idee di don Bosco, confermeranno l’impressione di un itinerario progressivo e coerente, che coincide con l’intero arco della sua attività religiosa e civile, dal 1845 al 1886. Essi testimoniano la costanza delle ispirazioni e dei principi e la flessibilità degli adattamenti e degli arricchimenti.

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Pietro Braido – Luce intellettual piena d’amore: per il centenario di una «lettera pedagogica»

A cento anni da una lettera pedagogica del 1884 si ripercorrono i tratti salienti come spunto per una riflessione sull’azione di Don Bosco: l’amore educativo e il Sistema Preventivo. Poiché l’autore non è un pedagogista ma un educatore, letterato e dilettante poeta, lo sviluppo della lettera non è sistematico ma temi e motivazioni si accavallano tra di loro.

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Pietro Braido – «Poveri e abbandonati, pericolanti e pericolosi»: pedagogia, assistenza, socialità nell’«esperienza preventiva» di don Bosco

Due eventi di diversa portata agli inizi e verso la fine dell’esperienza educativa di don Bosco illuminano alcune fondamentali valenze della sua proposta «preventiva»: assistenziale, pedagogica, sociale.
Il primo risale agli anni ’50 e viene rievocato da uno dei primi «oratoriani»,
Giuseppe Brosio (1829-1883)1, che verso il 1880 rilascia una testimonianza su
una contestazione avvenuta all’Oratorio intorno agli anni ’50. Alcuni dei frequentanti si erano sentiti offesi «nell’onore» perché, a loro parere, don Bosco aveva dato loro «del vagabondo e del ladro nei pubblici fogli»: su di essi, infatti, aveva diffuso una circolare per una lotteria «a favore di tanti poveri giovani raccolti nell’Oratorio che andavano vagabondi per le vie e piazze della Città», senza tener conto «che frammezzo a questi vagabondi v’erano anche degli onesti
giovani appartenenti a buone ed agiate famiglie». Tutto potrebbe indurre a un rinnovato approfondimento storico e teorico del «sistema», non offuscato da attuazioni elitarie o «idealizzate». Don Bosco non parte da giovani «selezionati» né arriva ad essi. La sua «esperienza preventiva» tende a diventare «sistema» universale di assistenza, educazione e socializzazione, così com’è stata vista dalla generalità degli osservatori, ammiratori, collaboratori, «cooperatori», biografi. Dalla considerazione dei «giovani più poveri» e
«più pericolanti» egli passa ben presto alla constatazione e alla persuasione che
tutti i giovani in quanto tali, non adulti, non autonomi, dipendenti, in certo senso
«in balia» della società (o privi di «società civile», i «selvaggi»), sono in qualche
modo potenzialmente «abbandonati» e «pericolanti».

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Pietro Braido – Il sistema educativo di Don Bosco in Germania in due volumi recenti

In questo lavoro si parla di come è stata ben accolta la strategia educativa innovativa e le idee pedagogiche di Don Bosco in Germania durante la sua vita, attraverso scritti che ne mettevano in luce l’azione benefica e sociale, e oltre: non solo tra uomini della scuola e dell’educazione e negli ambienti religiosi, ma anche nel mondo specificamente pedagogico.

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Pietro Braido – La prassi di Don Bosco e il sistema preventivo. L’orizzonte storico

Tutta la prassi «educativa» di don Bosco, un’ intera vita consacrata ai giovani, è «preventiva». Essa, infatti, è essenzialmente progettuale, previsionale e propositiva, impegnata nel presente a garantire il futuro, temporale e spirituale, dei giovani, di ciascun giovane, e della società civile e religiosa, in cui sono chiamati ad operare; e, correlativamente, a predisporre istituzioni e persone (SDB, FMA, Cooperatori) disponibili ad assicurare continuità e dinamicità a tale impegno. Ancor prima don Bosco aveva inserito i laici nel suo lavoro in favore degli oratori. «Pii signori di Torino» collaborano nelle prime scuole festive e serali (MO 184, Cenno storico e Cenni storici). Laici e laiche sono membri di commissioni, promotori e promotrici delle lotterie da lui organizzate (Cenno storico ed Elenchi vari del 1852, 1857, 1862, 1865, 1866).

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Pietro Braido – L’esperienza pedagogica di Don Bosco

 

II «sistem a educativo» o, più comprensivamente, /’esperienza preventiva di Don Bosco è un progetto, che è cresciuto e si è progressivamente dilatato e specificato nelle più svariate istituzioni e opere realizzate dai molti collaboratori e discepoli. E ovvio che la sua vitalità perativa può essere garantita nel tempo soltanto dalla fedeltà alla legge di ogni autentica crescita: il rinnovamento (l’approfondimento e l’adattamento) nella continuità. Il rinnovamento resta affidato al persistente e ripetuto impegno teorico e pratico dei singoli e delle comunità. È compito sempre aperto. La continuità, invece, può essere assicurata soltanto dall’alacre confronto con le origini. Iniziare al vivificante contatto con le «radici» primitive dell’esperienza preventiva e dei suoi tratti fondam entali è lo scopo della presente
rapida sintesi. Essa, quindi, non intende offrire programmi di azione immediatamente applicabili; ma, semplicemente, descrivere gli elementi originali essenziali, pur storicamente condizionati e limitati, dai quali, soltanto, derivano validità e credibilità progetti presenti e futuri, destinati a spazi e a contesti diversi. E una condizione ineludibile perché possa verificarsi, senza arresti o soluzioni di continuità, la legittima aspirazione di operare «con Don Bosco e coi tempi».

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