In questa lettera del 24 maggio 1992, Madre Marinella Castagno riflette sul valore della vocazione alla vita consacrata e sulla responsabilità dell’Istituto FMA nella pastorale vocazionale, più che mai urgente e necessaria. A partire da esperienze vive di comunione e testimonianza, maturate nei recenti viaggi in Ecuador, Perù, Albania e Ungheria, la Superiora Generale sottolinea come lo spirito salesiano continui a generare frutti di speranza e rinnovamento apostolico. L’invito pressante della Chiesa ad approfondire il tema delle vocazioni — in vista anche del prossimo Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata (1994) — spinge a una lettura profonda degli Atti del Capitolo Generale XIX, con l’obiettivo non tanto di aumentare i numeri, ma di custodire l’autenticità del carisma. La vocazione, afferma Madre Marinella, nasce da una profonda vita interiore, nutrita di Eucaristia, preghiera e comunione fraterna. Le comunità devono essere spazi di testimonianza credibile, capaci di proporre alle giovani un’esperienza gioiosa e profonda della sequela di Cristo. Particolare attenzione viene data alla figura dell’accompagnatore vocazionale, chiamato ad essere guida sapiente e testimone gioioso della grazia, capace di ascolto e discernimento. Madre Marinella richiama con forza alla necessità di una pastorale vocazionale integrata, basata sulla testimonianza personale, sull’educazione alla preghiera e su proposte forti di vita evangelica.
Periodo di riferimento: 1992
M. Castagno, «Vita consacrata e pastorale vocazionale. Lettera circolare n° 739», in Parole che giungono al cuore con il sapore di Mornese. Circolari di Madre Marinella Castagno (1984-1996), a cura di Ernesta Rosso, Roma, Istituto FMA 2008, 416 – 424.
Istituzione di riferimento:
Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA)