In questo articolo, Juan José Bartolomé, riporta in modo molto analitico la preghiera di San Paolo apostolo che si rivolge alla comunità degli Efesini. Infatti, compie un analisi rispetto al contenuto, alla struttura con cui viene scritta.
In questo articolo, Juan José Bartolomé, riporta in modo molto analitico la preghiera di San Paolo apostolo che si rivolge alla comunità degli Efesini. Infatti, compie un analisi rispetto al contenuto, alla struttura con cui viene scritta.
Il Progetto si propone come obiettivo di approfondire la dimensione biblica delle Costituzioni della Famiglia Salesiana commentando non i testi biblici inseriti all’inizio dei singoli capitoli o nel «corpo» degli articoli, bensì i principali temi biblici presenti nelle Costituzioni. Partendo quindi dal testo costituzionale, che tratta di un certo contenuto, i collaboratori sono stati chiamati ad evidenziarne lo sfondo biblico, in modo da illuminare meglio la vita salesiana alla luce della Parola di Dio.
Le sujet qui m’a été confié est nettement circonscrit, ce qui n’empêche pas qu’il soit encore un sujet très vaste, aux aspects multiples et se prêtant à l’approfondissement. Je n ’ai pas à parler ici de la prière en général, avec les problèmes qu’elle pose aujourd’hui aux croyants. On constate partout un double phénomène : un besoin accru de la prièré, “perçue comme une valeur essentielle”, “mais aussi les difficultés de son expression dans les structures actuelles”. De là l ’insuffisance ressentie par beaucoup de la réforme liturgique elle-même et le surgissement de “maisons de prière”, d’ écoles de prière”, d ’nateliers de prière”, d’ “espaces de prière”, etc.
Continue reading “Joseph Aubry – La prière de la communauté salésienne”
FAGNANO, Giuseppe. – Nato a Rocchetta Tanaro (Asti) il 9 marzo 1844
da Bernardo e Maddalena Pero, contadini di una certa agiatezza, fu avviato per gli studi ginnasiali e la carriera ecclesiastica nel seminario vescovile di Asti, dove fece la vestizione chiericale nel novembre 1855. Nel 1858, data l’esiguità numerica di allievi, il seminario venne chiuso e i chierici furono rimandati alle loro case o affidati ad altri istituti.
Periodo di riferimento: 1844 – 1916
P. Stella, « Fagnano, Giuseppe », in «Treccani.it» (2014), 1-6.
Istituzione di riferimento:
Centro Studi Don Bosco
Questa sua ricerca rappresenta un saggio scientificamente valido di riflessione teologico-pastorale, innanzi tutto per la struttura ben articolata dell’intero studio, ed inoltre per il rigore con cui è stato utilizzato il metodo « empirico-critico », proprio della Teologia pastorale. Ha compiuto un’analisi scientificamente vagliata degli attuali orientamenti e modelli di pastorale generale e di pastorale giovanile, adottati soprattutto nelle Chiese locali italiane.
Continue reading “Riccardo Tonelli – Pastorale giovanile oggi”
Il seguente elaborato è una ricerca pastorale che ha come oggetto di studio i modi più efficaci per realizzare il progetto di salvezza di Dio sull’uomo e sulla sua storia con riferimento alle concrete situazioni di vita.
Continue reading “Riccardo Tonelli – Per la vita e la speranza. Un progetto di pastorale giovanile”
Nell’articolo in questione si discute dell’educazione politica nella scuola italiana intorno al 1980, analizzandone la situazione critica. In particolare le riflessioni vertono su due punti centrali: l’esistenza e l’educazione politica non è una realtà (o un compito) chiusa in se stessa, ma si inserisce in una più ampia gamma di rapporti sociali e in un orizzonte più vasto di vitalità personale; e la gestione democratica della scuola può offrire elementi validi per superare alcune delle difficoltà indicate ma a patto che venga inserita in un quadro operativo e istituzionale molto più vasto e articolato, che riconosce, ricupera e potenzia altri fattori antichi e nuovi: famiglia, associazionismo, forze economiche e politiche, ispirazioni e strutture di orientamento culturale, morale e religioso.
Continue reading “Pietro Braido – Politica dell’educazione e educazione politica”
Dal 31 dicembre 1973 al 5 gennaio 1974 si è svolto a Roma un incontro di studiosi e di
operatori nel campo giovanile, fattivamente interessati al « sistema preventivo » di Don
Bosco. Sono intervenuti pedagogisti e educatori provenienti da quasi tutti i Paesi europei,
con la presenza di altri venuti dal continente americano e asiatico: in tutti circa trecento. Dalle intense giornate di lavoro è stato esplicitamente bandito qualsiasi tono celebrativo. Sono state piuttosto verificate le condizioni di validità e ipotizzati i coerenti sviluppi che il « sistema educativo » di Don Bosco potrebbe e dovrebbe comportare di fronte alle profonde trasformazioni culturali, alle esigenze attuali dei giovani e alle richieste di una società civile e ecclesiale, tesa a un radicale rinnovamento.
I sette contributi del presente Quaderno ruotano intorno alla tematica della preghiera, proiettandola nel concreto del vissuto. Pina Del Core, da un’angolatura psico-sociologica, si domanda: Perché pregare fa problema? Le difficoltà comuni, analizzate dall’autrice, sono innanzitutto la dispersione interiore, l’incapacità di mettere ordine nei sentimenti e nelle emozioni, di ricondurre ad unità e coerenza attività ed esperienze di vita. Ma tale dispersione, in realtà è generata dalla paura di affrontare la fatica che il rientrare in se stessi richiede, l’impegno serio postulato da una preghiera del cuore.
L’intervista con Joseph Gevaert, riassumendo il succo del movimento culturale e delle scelte pastorali di questo ultimo quarantennio nella prospettiva dell’interiorità e della fecondità pastorale, denunzia un attivismo che, senza una profonda unione con Dio, rischia di spegnere la fiamma dell’apostolato.
Fabio Attard interpreta le sfide che l’oggi pone al cammino della preghiera, confrontandole coll’esperienza antica e nuova della Chiesa: Pregare significa credere. Rilevando alcune osservazioni offerte da pastori sperimentati, come il card. Martini, don Vecchi e mons. Comastri, le esamina alla luce del magistero antico dei Padri e dei mistici. L’intento è quello di mostrare quanta freschezza ci possa venire dalla storia della spiritualità riletta a partire dai problemi odierni.
In ambito cristiano l’esercizio della “direzione spirituale” è iniziato con la formazione dei monaci ma è divenuta un’istanza centrale per chiunque decida di intraprendere un cammino di crescita spirituale. Anche all’alba del terzo millennio si sente il bisogno di una paternità spirituale: in particolare tra i giovani, i quali vanno in cerca di maestri, di padri e madri nello Spirito per essere aiutati ad affrontare un cammino di fede non illusorio tra i flutti e gli scogli, le nebbie e le confusioni della postmodernità. Questo quaderno presenta una serie di riflessioni sull’accompagnamento in prospettiva salesiana. Sono voci, prospettive ed esperienze diverse, non esaustive certamente, ma animate dall’unica ambizione di stimolare la riflessione e il confronto.
Tante volte ci viene posta, da persone che avvicinano la figura spirituale di Don Bosco attraverso la missione di noi suoi figli, una domanda: dove sta il segreto dello stretto legame tra Don Bosco e i giovani? La risposta è semplice: il legame risiede nella fedeltà che il nostro Padre ha avuto al progetto che Dio gli aveva preparato. Egli soleva dire ai suoi primi collaboratori dell’Oratorio: “Il padrone delle mie opere è Dio e Don Bosco non è altro che lo strumento” (MB, IV, 251). Il presente quaderno di spiritualità salesiana (= QSS), che intendiamo offrire all’intera Famiglia Salesiana, si sofferma proprio su questo “patrimonio spirituale”, ispirato alla carità di Gesù, buon Pastore. Don Bosco ha certamente contemplato a lungo il Gesù del Vangelo, colui che è stato l’amico dei fanciulli e dei giovani, colui che voleva che questi andassero da lui, quel personaggio del sogno dei 9 anni, figlio di colei che Giovannino salutava tre volte al giorno. L’azione “pastorale” di Don Bosco va capita alla luce di Cristo, buon Pastore.
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