Rievocando le vicende della propria vita nelle Memorie dell’Oratorio Don Bosco esordiva, ormai cinquantenne, dichiarandone la « lezione » che se ne poteva ricavare: quanto metteva per iscritto poteva servire, secondo lui, a far conoscere come Dio aveva « egli stesso guidato ogni cosa in ogni tempo », e come ciò poteva servire « a superare le difficoltà future, prendendo lezione dal passato ».
Don Bosco così esprimendosi dava un’interpretazione essenzialmente religiosa di fenomeni che si potevano prestare ad altri tipi di lettura, e ch’egli stesso d’altronde descriveva talora come fatti di natura economica. Nella sua stessa infanzia aveva sperimentato l’indigenza e il precario rapporto degli uomini con la propria terra o la propria casa. Le bocche da sfamare o le persone da alloggiare, per poco che fossero state in eccedenza, provocavano l’assestamento altrove, spingevano alla diaspora, costringevano all’approdo temporaneo o definitivo anche nella capitale.
INDICE
- 1. Tra il centro di Castelnuovo e la cascina Biglione (1793-1817)
- 2. Casa e terra ai Becchi dal 1817 al 1840
- 3. Strategie dei Bosco tra usanze della terra e innovazioni
- 4. Dalla dispersione all’estinzione dei Bosco tra ’800 e ’900
Periodo di riferimento: 1793 – 1840
P. Stella, “La diaspora dei Bosco tra ’700 e ’900” in «Salesianum», 40 (1978), 3, 633-649.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana (UPS)