Una conclusione generale si è imposta: questi cristiani, riuniti in nome della loro fede e in qualità di figli di Don Bosco, ritennero di poter con ragione riflettere su un problema sociale e culturale.
Sovente oggi si ammette che i cristiani non hanno niente di specifico da dire per quanto riguarda i problemi della società, della politica e della cultura. Ogni sapere in quest’area non può venire, si afferma, che dalle scienze dell’uomo, le quali inoltre ritengono che un approccio cristiano risente di una concezione sorpassata e per nulla operativa.
Ogni azione in quello che fino a ieri si soleva chiamare ordine temporale, per distinguerlo semplicemente dallo spirituale, non sarebbe onesto ed efficace se non a patto che si inserisca in un vasto progetto rivoluzionario.
I cristiani riuniti per uno studio sull’impegno della Famiglia salesiana al servizio della giustizia chiesero a specialisti delle scienze umane, sociologi, politologi, storici ed anche teologi, presenti tra loro, di esprimere un’opinione, necessariamente segnata dalla loro fede, sui principali problemi che l’argomento pareva sollevasse.
Indice:
- Uno sforzo di riflessione tra cristiani
- Un’analisi della situazione contemporanea
- Un’idea di giustizia
- Il ricorso alla tradizione salesiana
- I nuovi modelli sociali
- Un insieme di soluzioni personaliste
- Un abbozzo di strategia
Periodo di riferimento: 1948 – 1975
F. Desramaut, Riflessioni conclusive in “Colloqui sulla vita salesiana, 7”, Jünkerath 24-28 AGOSTO 1975, LDC, Leumann (TO) 1976, 289-333.