Pietro Stella – Il manuale Pratiche di pietà in uso nelle case salesiane (1916). Momenti della sua genesi

Così come si presenta, il manuale Pratiche di pietà in uso nelle case salesiane lascia appena trasparire quel che significò per l’ambiente che lo produsse e lo adottò. Qualcosa appare dalla lettera che vi premise il Rettor Maggiore don Paolo Albera con la data di Valdocco, festa di Ognissanti 1916. La superstite documentazione sul lavoro che precedette la compilazione del manuale getta più luce sui sentimenti espressi da don Albera e sui motivi addotti per sostenere l’importanza di «prescrivere» per la congregazione salesiana un unico manuale di «pietà». Il presente studio ricostruisce i passi che portarono alla compilazione e alla stampa del manuale, nella preoccupazione di rimanere fedeli alla tradizione. Don Albera nella sua lettera proemiale al manuale di Pratiche di pietà auspica un rinverdimento dello spirito del fondatore: il senso della tradizione, il senso della adeguazione alla vita di preghiera in uso negli ambienti nei quali dovevano inserirsi i giovani; la cura a far sì che la vita di preghiera — così come il sistema educativo — esprimesse la specifica fisionomia impressa alla congregazione del suo santo fondatore.

Indice:

  • Pratiche tradizionali e mutate attitudini psicologiche e sociali dei giovani
  • Pratiche tradizionali e orientamenti generali della pietà cattolica
  • Pratiche di pietà dei giovani e pratiche di pietà dei salesiani

Periodo di riferimento: 1913 – 1916

P. Stella, Il manuale Pratiche di pietà in uso nelle case salesiane (1916). Momenti della sua 
genesi, in La vita di preghiera del religioso salesiano (Lyon, 10-11 settembre 1968), Elledici, Leumann (Torino), 1969, 185-201.

Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana
Università Pontificia Salesiana

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