La comunicazione di Don Antonio Calero ha risposto all’interrogativo contenuto nel titolo stesso: « La vocazione del salesiano cooperatore implica delle esigenze particolari? ».
La comunicazione di Don Antonio Calero ha risposto all’interrogativo contenuto nel titolo stesso: « La vocazione del salesiano cooperatore implica delle esigenze particolari? ».
Infine, Don Mario Midali ha spiegato « il posto attuale dei Cooperatori nella Famiglia salesiana secondo il Nuovo Regolamento ». Nella Famiglia salesiana — ha detto il relatore — i Cooperatori costituiscono un « gruppo vocazionale », un « gruppo secolare », un gruppo « con una propria forma di autonomia », un « gruppo corresponsabile ».
Una comunicazione di Don Gustave Leclerc ha offerto un punto di vista canonico circa l ’Unione dei Cooperatori nella Chiesa post-conciliare. Ha indicato dove collocare nello jus condendum detta associazione di fedeli avente caratteri peculiari impressile dal suo fondatore.
Un esposto documentato di Maria Pia Onofri, giovane cooperatrice romana, ha presentato « i Giovani Cooperatori d’Italia e le loro prospettive ».
In diversi cerchi si pensa volentieri che il cooperatore è definito dalla missione, alla quale corrisponde una « vocazione ». Alcuni aspetti del quadro in cui essa viene svolta, sono stati sottolineati dalla comunicazione tenuta da suor Enrica Rosanna.
Una coppia di cooperatori di Barcellona, il signore e la signora Clara, ha esposto come l ’uno e l’altra intendono la loro missione di cooperatori in una regione segnata da tempo dalla presenza salesiana.
La relazione principale sul tema, dovuta a Don Adrien van Luyn ha anch’essa riservato un largo margine all’esistenza ordinaria del cristiano. La sua concezione della missione è stata guidata dalla diagnosi — dalle tinte troppo nere per i gusti di alcuni uditori — che l ’autore ha fatto della Chiesa di oggi e dal lavoro che i laici compiono nell’ambito delle opere salesiane del posto.
Don Georg Söll ha evidenziato le caratteristiche dell’« attività cristiana nel mondo di oggi ». La sua comunicazione ha avuto il grande merito di delimitare le sfere dell’azione del cooperatore: l’area propriamente religiosa, l’area educativa, l’area politico-culturale, e quello di esprimere in frasi concise e in termini adatti alcune modalità con cui può essere attuata.
Don Giovanni Raineri ha soprattutto analizzato l’evoluzione delle idee dei principali responsabili salesiani sulla stessa questione, nel corso di questo secolo.
Un cooperatore italiano, Giuseppe Giannantonio, professore a Roma, ha presentato la sua esperienza di cooperatore contemporaneo, entrato in « un momento particolarmente significativo e qualificante della storia dell’associazione: è quel delicato periodo in cui si cominciò il lavoro di trasformazione, di riqualificazione, di ammodernamento dell’associazione.
Don Albert Druart ha proposto un’approfondimento sull’identità del Cooperatore Salesiano studiata negli atti dei congressi mondiali della fine del secolo scorso e dell’inizio del nostro.
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